Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

ponte galeria

Deportati i migranti da Ponte Galeria: una testimonianza

Data di trasmissione
Durata 2m 23s

Questa mattina la polizia è entrata con manganelli alla mano nel CIE di ponte galeria deportando in luogo sconsciuto 5 migranti che avevano iniziato lo sciopero della fame e che ieri si erano cuciti le bocche per denunciare le vergognose e illegali condizioni di detenzione. Un recluso ha chiamato Radiondarossa.

Intanto inizia lo sciopero della fame anche nella sezione femminile. Alcune detenute da ora rifiutano il cibo.

Radioblackout ci informa che anche al CIE di Torino è iniziato lo sciopero della fame. 

 

1 maggio - sciopero della fame al CIE di Ponte Galeria

Data di trasmissione

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato rivolto all'amministrazione del CIE di Ponte Galeria, nel quale i detenuti lanciano lo sicopero della fame:

 

 

Noi tutti di questo centro abbiamo deciso di dare inizio ad una protesta pacifica iniziando il rifiuto del cibo che ci viene consegnato per tutto il tempo necessario finchè non vengano esaudite le nostre richieste sotto indicate: 1. Chiediamo che le procedure siano molto più rapide 2. Che il servizio sanitario sia molto più efficiente 3. Che non venga più usata violenza, fisica o psichica, contro di noi (giorni fa è stata somministrata una puntura di psicofarmaci ad un ospite, contro la sua volontà, che ha avuto una reazione dannosa alla salute provocandogli gravi danni. Ancora oggi non può parlare e ha la faccia gonfia) 4. Che venga accolta la richiesta di chi chiede l'espatrio il prima possibile senza trattenimenti di lungo periodo 5. Che le notifiche vengano tradotte nella lingua di origine 6. Che le visite dall'esterno vengano facilitate senza tanta burocrazia 7. Che i tossicodipendenti vengano accolti in un'altra struttura adatta alle loro esigenze di recupero 8. Che chiunque abbia uno o più carichi pendenti possa presenziare al suo processo in modo che non venga condannato in contumacia 9. Per queste e molte altre motivazioni i centri come questo di Ponte Galeria schiacciano la dignità delle persone e andrebbero chiusi per sempre Noi motiviamo il nostro sciopero della fame, ora voi motivateci il perchè dobbiamo espiare una pena senza aver commesso un reato.

Corpi e frontiere, i CIE

Data di trasmissione
Durata 50m 34s

Puntata a tre voci con una compagna della cooperativa Be free. Be free gestisce uno sportello psico-sociale a favore di donne vittime di tratta all’interno del CIE di Ponte Galeria.

Nella puntata il C.I.E, luogo paradigmatico della civiltà delle frontiere e dei muri, viene visto dall’interno attraverso la concretezza dei corpi delle donne e degli uomini che vi sono rinchiusi o che subiscono la minaccia di esservi rinchiusi, nell’orizzonte ampio delle politiche continentali che li determinano, nel panorama delle politiche repressive della mobilità delle persone. Si parla anche di Cara (centri di accoglienza per richiedenti asilo), strutture per rifugiati/e e di tratta di esseri umani.

Libeccio d’Oltremare. Il vento delle rivoluzioni del Nord Africa si estende all’occidente. A cura di Ambra Pirri - La frontiera addosso. Così si deportano i diritti umani. Luca Rastello - Campi di forza, Percorsi confinati di migranti d’Europa. Alessandra Sciurba - Storie di Ponte e di frontiere. A cura di Be free.

Con Nadia e le altre, contro la violenza maschile e contro tutti i Cie!

Data di trasmissione

Nadia è una ragazza di 19 anni che è detenuta da due mesi nel Cie di Ponte Galeria, il lager alle porte di Roma in cui lo stato italiano rinchiude le persone immigrate senza il permesso di soggiorno.
Ma Nadia in realtà non è "propriamente" un'immigrata: è un'italiana che vive sotto il ricatto del permesso di soggiorno. Lo stato la considera una straniera, da rinchiudere ed espellere, perché è nata in Italia da genitori marocchini.
Una doppia violenza, che si aggiunge a quella patriarcale subita all'interno delle mura domestiche.
Nadia e sua sorella, infatti, avevano denunciato il padre per violenza. E dal carcere il padre le ha “espunte” entrambe, per vendetta, dal rinnovo del permesso di soggiorno.
Inizialmente affidata a una casa-famiglia, Nadia è fuggita per costruirsi autonomamente la vita che desiderava, ma si è ritrovata senza documenti ed è stata rinchiusa nel Cie.
Dopo aver subito la violenza maschile, ora Nadia subisce anche quella dello stato che le nega la libertà personale e rischia di essere deportata in Marocco, il paese di origine dei suoi genitori, in cui in realtà lei non è mai stata.
 
Non solo Nadia, ma tutte le donne rinchiuse nel Cie di Ponte Galeria sono vittime di una doppia violenza, patriarcale e statale, proprio come lei.
La maggioranza delle detenute sono infatti vittime di tratta, che hanno trovato nella prostituzione forzata l’unica via di accesso a un percorso migratorio. Mentre le altre spesso sono rinchiuse nel Cie perché – come Nadia, Adama, Faith e le altre di cui non sapremo mai nulla – sono state così “ingenue" da chiamare la polizia per denunciare uno stupro o un tentato stupro: si aspettavano di essere sostenute e invece hanno trovato solo gabbie e recinti, ulteriori violenze e la prospettiva di una deportazione forzata.
 
In questi ultimi tempi il dibattito politico italiano si è concentrato spesso sulla possibilità di attribuire i diritti di cittadinanza ai figli e alle figlie dell'immigrazione. Paradossalmente, ne ha parlato anche il presidente Napolitano, tristemente noto per aver dato il nome alla legge che ha istituito gli ex Cpt, oggi Cie (la legge Turco-Napolitano del 1998). Ma negli interventi che abbiamo ascoltato i diritti sembrano riservati solo a chi si comporta come un "bravo cittadino integrato", che aderisce acriticamente ai valori dell’italianità, senza mettere in discussione il potere esercitato dallo stato capitalista. Tutti gli altri sono considerati clandestini da sfruttare, rinchiudere e deportare.
 
Anche i casi di violenza domestica e di femminicidio che hanno coinvolto le comunità migranti sono stati spesso al centro dell'attenzione mediatica, proprio allo scopo di rinforzare la retorica dello scontro di civiltà, che serve a giustificare le politiche islamofobe, xenofobe e securitarie. Gli uomini immigrati sono rappresentati come stupratori che minacciano il corpo delle donne italiane, mentre le donne immigrate (specie se musulmane) come vittime di padri violenti e famiglie retrograde. Ma il movimento femminista ha saputo smascherare la strumentalizzazione e l'etnicizzazione dello stupro, affermando con decisione che il patriarcato è universale e che la violenza domestica non ha confini e non dipende dal passaporto.
 
Nadia è una giovane donna che ha avviato un percorso di autodeterminazione, ribellandosi sia alla violenza maschile che a quella dello stato.
Nadia – così come tutte le altre donne recluse che subiscono la violenza statale e patriarcale – non deve passare un minuto di più nel lager di Ponte Galeria!
Mentre scriviamo ci arriva proprio da Nadia la notizia che oggi pomeriggio uscirà dal Cie.
Condividiamo la sua gioia per l'imminente liberazione ma continuiamo a lottare al fianco di tutte le altre donne recluse nei lager di stato.
 
Nadia libera!
Libere tutte! Liberi tutti!
Chiudere tutti i Cie! Abbattere le frontiere!
 
Silenzio Assordante (Radio Onda Rossa)


 

Appello per fermare una deportazione da Ponte Galeria

Data di trasmissione

Sonia vive in Italia da 24 anni,  ha quattro figli ed era scappata dalla Tunisia, dove non vuole assolutamente tornare.

Ora è rinchiusa nel Cie di Ponte Galeria e stamattina verrà deportata.

Ha raccontato la sua storia ai microfoni della radio facendo un appello a fermare la sua deportazione forzata.

Gli antirazzisti e le antirazziste invitano tutte e tutti ad andare stamattina davanti al cancello del Cie per opporsi alla deportazione.

Oppure a chiamare il centralino del centro allo 06 65854224.

Fuori e dentro i Cie

Data di trasmissione

 

La puntata di Silenzio Assordante di venerdì 2 settembre 2011.

  

Lampedusa - Un aggiornamento sulla situazione del centro di Lampedusa: nonostante i proclami del governo continuano gli sbarchi e i respingimenti, le rivolte e le deportazioni. Quello che i giornali non dicono...

ascolta

 

Nardò (Lecce) - La raccolta dei pomodori sta finendo e inizia lo sgombero della masseria Boncuri. Un bilancio dello sciopero autorganizzato dei braccianti immigrati contro il lavoro nero, dalla voce di uno dei suoi protagonisti: la lotta continua!

ascolta

 

Roma - Nella notte tra il 26 e il 27 agosto scorso almeno cento reclusi sono riusciti a evadere dal Cie di Ponte Galeria. Racconti e testimonianze dal lager alle porte della nostra città.