Con l'avvocata Barbara Spinelli commentiamo la notizia della sentenza della Cassazione di qualche giorno fa riguardo l'aggravante dell'alcool nei casi di stupro.
A seguire anche riflessioni su questioni, violenze e discriminazioni di genere.
Con Patrizia Fiocchetti ricostruiamo il suo viaggio a Kobane. La ricostruzione e il ruolo centrale delle donne nella vita sociale e politica del cantone curdo, che nonostante la guerra continui e la Turchia li bombardi cerca di portare avanti i principi del Confederalismo democratico.
Mercoledì 23 maggio (ore 20) al Teatro di Villa Torlonia è in programma "Ferocemente vivi", il reading di Bartolini e Baronio con riflessioni sulla città e sul carcere, luoghi reali e simbolici della prigionia dei corpi.
Oggi 22 Maggio e il prossimo 26 maggio, a 40 anni dalla legge 194 che ha depenalizzato e regolato l’interruzione volontaria di gravidanza, il
movimento femminista Non Una di Meno torna nelle piazze di tutta Italia per
rimettere al centro del dibattito pubblico l’autodeterminazione delle donne e la libertà di scelta.
In Italia il 70 per cento dei medici è obiettore di coscienza con punte fino al 90 per cento in alcune regioni.
Abbiamo scelto il Ministero della salute, per denunciare il sabotaggio sistematico della libertà di scelta delle donne non solo attraverso
l’obiezione di coscienza ma anche tramite lo smantellamento dei consultori
operata dalle Regioni, le scelte protocollari dell’’Agenzia Italiana per il
Farmaco che limitano fortemente la somministrazione della pillola abortiva
RU486 e la non rimborsabilità della contraccezione, così come la recente esclusione della pillola del giorno dopo dai farmaci obbligatori nelle farmacie.
A farne le spese sono le donne più povere e precarie, quelle più giovani e
quelle senza documenti di soggiorno, quelle che vivono fuori dalle norme eterosessuali.
Siamo qui per gridare con forza che vogliamo gli obiettori fuori dalle strutture sanitarie pubbliche e dalle farmacie. Vogliamo l’accesso alla
contraccezione gratuita, alla RU486 e ai servizi sanitari per la gravidanza e il parto, indipendentemente dal possesso di documenti. Vogliamo più consultori laici e aperti alle assemblee delle donne.
Il 26 maggio scenderemo in piazza per difendere la libertà delle donne e la
Casa Internazionale delle donne, simbolo delle battaglie femministe a Roma, minacciata di chiusura.
"Abbiamo deciso di vivere, e visto che per noi vivere significa lottare, abbiamo deciso di lottare". Con una compagna appena tornata dal Messico raccontiamo il primo Encuentro internacional politico, artistico, deportivo y cultural de mujeres que luchan che si è tenuto in Chiapas dal 7 all'11 marzo 2018.
Domenica 20 maggio dalle 17 se ne parlerà
Con la musica di She Bop e la sua cumbia
Comida vegana messicana
Vi aspettiamo!
Luna e le Altre, spazio occupato di femministe e lesbiche,
largo Nicolò Cannella 17, Spinaceto, Roma
Dal 27 aprile alle 19:00 al 29 aprile alle 0:00 - Casa del Cinema - Largo Marcello Mastroianni 1, 00197 Roma
IMMAGINARIA è il primo festival internazionale di cinema indipendente a tematica lesbica e femminista in Italia, fondato a Bologna nel 1993 dall’Associazione Culturale Lesbica Visibilia.
Da 25 anni, l’obiettivo è sempre lo stesso: raccontare le vite, la cultura, l’arte, la storia, la politica delle donne presenti e passate, lesbiche, femministe, audaci, coraggiose e ribelli, impegnate a costruire un mondo diverso.
IMMAGINARIA racconta la ricchezza delle differenze attraverso lo sguardo di registe indipendenti, proponendo una selezione cinematografica in cui i film, provenienti da tutto il mondo, sono diretti da donne. www.immaginariaff.it
E' terminata la manifestazione delle donne che questo pomeriggio ha sfilato per le vie del quartiere prenestino per ricordare che nessuna campagna elettorale può essere fatta sui corpi femminili.
Insieme ad una compagna dalla piazza proviamo a tracciare un bilancio della giornata e ricordiamo le prossime iniziative.
Appuntamento alle 17 a Piazza Malatesta per ribadire nessuna campagna elettorale sul corpo delle donne. Il riferimenti ai banchetti di Casapound che continua da due anni ad usare il corpo delle donne per raccattare miseri voti.
NESSUNA CAMPAGNA ELETTORALE SUL CORPO DELLE DONNE.
L'UNICA RISPOSTA ALLA VIOLENZA È L'AUTODETERMINAZIONE!
Manifestazione femminista di sole donne e soggettività LGBTQI
La violenza sulle donne è agita dagli uomini, è un fenomeno politico e sociale che ha poco a che fare con l’emergenza e non si può trattare come tale. La violenza sulle donne è il prodotto di una cultura machista che vede la donna come inferiore e indifesa, è trasversale nella società nel senso che non esclude classi e contesti sociali, etnie o provenienze e non ha confini. La violenza sulle donne non bussa alla porta, ma ha le chiavi di casa.
La violenza è anche istituzionale fatta di tagli ai servizi, ai consultori, asili nido, assistenza agli anziani,che limita la nostra autonomia e autodeterminazione. A fronte di questa ridimensionamento noi donne, come sempre, dobbiamo sobbarcarci ancora di più il doppio lavoro: quello di cura e quello fatto di stipendi sempre più miserie con una enorme disparità salariale rispetto agli uomini a parità di mansione. Consapevoli di questo, siamo convinte che la nostra difesa passi dalla riappropriazione di quei diritti che ci vengono negati.
Per questo motivo, non possiamo accettare che si usino i nostri corpi ai fini della campagna elettorale. Sono anni che assistiamo alla speculazione impunita di organizzazioni di estrema destra,
come Casapound, che usa le donne per ottenere consenso. Lo reputiamo inaccettabile: rifiutiamo fermamente qualsiasi campagna elettorale che sfrutti i nostri corpi per accaparrarsi voti e non
vogliamo essere difese da un'organizzazione che diffonde con le proprie pratiche la cultura maschilista, machista e violenta in questo paese.
Ricordiamo che non é il degrado a generare violenza, ma la cultura maschilista e patriarcale interna alla società e alle istituzioni. Non abbiamo intenzione di sapere cosa ha da proporre un’organizzazione neonazista ad un quartiere che è quotidianamente aggredito dalla speculazione e che da anni si batte contro la cementificazione e per il recupero delle aree verdi a tutela della qualità della vita. Siamo convinte che la violenza sulle donne debba essere prevenuta attraverso l'educazione nelle scuole e contrastata attraverso il lavoro quotidiano dei centri antiviolenza, mantenendo viva la lotta per la riappropriazione di spazi e diritti.
Oggi scendiamo in strada per gridare a gran voce che non vogliamo essere difese da nessuno: la nostra difesa è la solidarietà tra donne. L’unica risposta alla violenza è l’autodeterminazione!
NOI CI DIFENDIAMO PERCHÉ LOTTIAMO
FUORI I FASCISTI DAI NOSTRI QUARTIERI
Con il concordato Atac ha deciso di vendere il suo patrimonio immobiliare, tra questi Lucha y Siesta da quasi 10 anni una casa per e delle donne. Ne parliamo con una compagna. Anche dell'appuntamento per martedi 23 gennaio alle 16 in Campidoglio in difesa degli spazi femministi sotto attacco: Lucha y Siesta, Casa internazionale delle donne, Centro antiviolenza Donna Lisa, Centro Dalila.