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Puglia: contestazioni contro la crociera dei genocidi

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La nave da crociera Crown Iris che porta soldati israeliani a riposarsi dopo il servizio prestato al genocidio palestinese è arrivata stamani al porto di Brindisi cercando di far perdere le sue tracce, doveva infatti arrivare ieri. Un gruppo di compagne e compagni l'ha attesa sul porto, poi si è spostato alla Capitaneria di porto. Ora compagne e compagni si stanno riorganizzando per raggiungerli nelle diverse destinazioni che hanno scelto

No al turissmo di guerra israeliano in Puglia

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Il Comitato di Brindisi contro il genocidio del Popolo Palestinese, contro il riarmo, per la pace, organizza con altri comitati pugliesi solidali con la Palestina il 4 Dicembre a partire dalle ore 7:00 un sit in in via Spalato, all’uscita del porto interno da dove usciranno i pullman della nave “Crown Iris” proveniente dal porto israeliano di Haifa; nave che a bordo ha numerosi militari impegnati nel genocidio di 70.000 donne, bambini, uomini, soprattutto civili, in “vacanza di decompressione” così come è definita dalle loro autorità. La giornata di protesta continua ad Alberobello con appuntamento alle ore 9:00, in piazza Martellotta, ed alle 18 di nuovo al rientro dei pullman a Brindisi.

In comunicazione telefonica con un compagno del Presidio per la Palestina di Martina Franca abbiamo parlato di queste proteste contro il turismo di guerra israeliano in Italia.

A continuazione il resto del loro comunicato:

Quello che chiediamo come comitati pugliesi è la rottura di ogni rapporto economico, militare, industriale con Israele, paese che ha distrutto per il futuro qualsiasi regola stabilita dal diritto internazionale e dei diritti umani.

Le reali intenzioni di Israele continuano ad essere dimostrate dall’attacco fisico nei confronti dei cittadini palestinesi, sia a Gaza e sia in Cisgiordania, delle organizzazioni umanitarie di tutto il mondo.

Gravissimo è l’episodio in questi giorni riguardante tre giovani Italiani brutalmente picchiati insieme ad una giovane canadese ed invitati ad andare via.

A pochi mesi dalla notizia che militari israeliani impegnati nella campagna genocidaria a Gaza hanno trascorso “vacanze antistress” in località balneari italiane sotto la tutela del Ministero degli Interni, apprendiamo con sgomento che il turismo di guerra “made in Israel” punta a fare tappa anche nella nostra regione. Per il prossimo 4 dicembre è infatti in programma l’attracco nel molo di Brindisi della nave da crociera Crown Iris della compagnia israeliana Mano Maritime proveniente da Haifa.

Senza considerare che nel decennio post Unione Sovietica, la compagnia ha collaborato col Ministero dell’Immigrazione di Israele nel trasferire oltre 140.000 migranti russi, finiti in buona parte nelle colonie illegali della Cisgiordania, e che il suo armatore, Moshe Mano, è stato omaggiato dalla Marina Militare israeliana per l’assistenza ricevuta in svariate operazioni e anni di attività, la presenza di militari dell’IDF con le loro famiglie tra le centinaia di passeggeri che sbarcheranno a Brindisi è statisticamente fuori discussione. Una volta a terra, come recita il programma consultabile online, una parte dei passeggeri sarà libera di visitare la città mentre altri verranno accompagnati in gita ad Alberobello.

Quali rappresentanti della società civile salentina, quest’aria di vacanza che trasuda sangue sul nostro territorio NON POSSIAMO ACCETTARLA!

Contestando fortemente l’idea che la Puglia tutta e Brindisi in particolare possano trasformarsi in un “porto franco” di uno Stato sotto processo per “GENOCIDIO” alla Corte Internazionale di Giustizia e sul suo premier Benjamin Netanyahu pende un mandato di cattura spiccato dal Tribunale Penale Internazionale, e richiamando la mozione del Consiglio regionale pugliese, primo in Italia, volta a “interrompere le relazioni istituzionali e commerciali con Israele".

Esigiamo

un intervento da parte di tutti gli organismi rappresentanti il DIRITTO e la GIUSTIZIA che impedisca alla nave di uno Stato genocida di attraccare nel nostro porto, dopo che lo scorso ottobre imbarcazioni in missione umanitaria hanno subìto un atto di pirateria dalla marina militare del medesimo Stato.

Invitiamo, pertanto, la cittadinanza a partecipare ai presidii che si terranno alle ore 7:15 e 17:30 in via Spalato a Brindisi, e alle 9.00 in largo Martellotta ad Alberobello.

Comitato contro il genocidio del popolo Palestinese, contro il riarmo e per la Pace – Brindisi

Sul DDL Gasparri: antisionismo non è antisemitismo

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Organizzazioni sociali, collettivi e realtà palestinesi hanno partecipato ad un’assemblea nazionale pubblica domenica 23 novembre alle ore 10:30, al Centro Sociale Giorgio Costa di Bologna, dedicata all’analisi del DDL Gasparri.

Ne abbiamo parlato con la Rete Libere di lottare contro lo stato di guerra e di polizia di Bologna. Abbiamo anche commentato la detenzione dell'imam di Torino come esempio delle conseguenze che potrebbe avere il disegno di legge. Mohamed Shahin è ora rinchiuso nel Cpr torinese e rischia l'estradizione verso un paese, l'Egitto che lo vorrebbe morto.

Israele attacca ancora il Libano

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Insieme al giornalista Mauro Pompili, in comunicazione telefonica da Beirut, abbiamo commentato i borbardamenti che per più di dieci giorni ha portato avanti lo Stato sionista d'Israele contro la capitale libanese, e non solo, e abbiamo annalizzato il panorama politico libanese e cosa sta cercando l'Israele con questi attacchi.

Israele attacca quotidianamente il Libano

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Corrispondenza da Beirut con il giornalista Mauro Pompili nella quale viene approfondita la situazione del sud del paese: in un anno di "tregua" Israele ha continuato quotidianamente ha colpire e uccidere usando sempre la stessa giustificazione secondo la quale tutte le persone uccise sarebbero stati miliziani. Nelle ultime due settimane la situazione ha raggiunto livelli più gravi tanto che per la prima volta il presidente del Libano, Joseph Auon, ha allertato l'esercito. Particolarmente grave anche l'attacco alla base Unifil la cui presenza è evidentemente mal sopportata da Israele che non vuole testimoni. 

Notizie dal Libano alla Siria

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In studio, con Elisa Gestri, giornalista free lance e fotoreporter, appena tornata da un viaggio in Libano e in Siria, riflettiamo innanzitutto sulle tregue insanguinate che sono state imposte sia in Libano che, più recentemente, a Gaza. In particolare, la tregua in Libano, garantita da Stati Uniti, Francia e Arabia Saudita, viene costantemente violata dagli attacchi e dai bombardamenti quotidiani dell'IDF, che hanno provocato in media una trentina di morti al mese a partire dal 27 novembre 2024. Attualmente, la popolazione libanese vive in una situazione di autentico terrore, che paralizza tutti i settori della società, mentre Tom Barrack, emissario di Trump per la Siria e il Libano, nonché ambasciatore USA in Turchia, continua a agitare la minaccia di una nuova aggressione militare israeliana in caso di mancato disarmo di Hezbollah da parte dell'esercito libanese. In sostanza, tanto la tregua in Libano, quanto quella a Gaza, sembrano funzionali a permettere a Israele di portare avanti una guerra a bassa intensità, finalizzata alla costruzione della "grande Israele". 

In Siria, invece, l' "affare" della ricostruzione del paese sta suscitando interessi sempre più vasti, anche italiani, nel totale disinteresse del problema del rispetto dei diritti umani da parte del regime siriano; nel settore costiero del paese, in cui è stanziata un'importante comunità alawita, ad esempio, sono ancora in corso epurazioni con  sterminio di civili, soprattutto donne e bambini. Nel paese si respira, nel complesso, un clima di paura e diffidenza generalizzate.

Udine: in migliaia contro la partita Italia-Israele

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Corrispondenza con un compagno del comitato per la Palestina di Udine, in piazza per A Udine scendono in piazza almeno 16.000 persone per  il corteo indetto contro la vergogna della partita di calcio Italia-Israele che si svolge questa sera, 14 ottobre, nello stadio della città friulana, una città assediata dalle forze dell'ordine e invasa da migliaia di manifestanti.

Il documento sottoscritto da centinaia di realtà chiede:

  1. alla FIFA di escludere Israele da ogni competizione, come già fatto con la Russia;
  2. alla FIGC di non organizzare una partita che rappresenterebbe l’ennesima vergogna per il nostro calcio: i valori del calcio, come di ogni altro sport, non possono essere usati per ripulire l’immagine di Israele agli occhi del mondo.

Contemporaneamente in decine di città italiane si svolgono manifestazioni analoghe. Alla fine della corrispondenza un ascoltatore annuncia quella di Velletri.

Due corrispondenze con un compagno del Comitato per la Palestina di Udine, la prima a inizio manifestazione, la seconda intorno alle 20 quando il corteo aveva già raggiunto la piazza centrale della città

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

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Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.

Torniamo poi a parlare della crudeltà del genocidio in corso per chiarire, nonostante le fake news istituzionali, che a Gaza manca tutto, cibo, acqua, medicine, persino le strade su cui spostarsi e che in Cisgiordania prosegue l'apartheid e la pulizia etnica assassine dei coloni.

Michele Giorgio chiarisce anche che il cosiddetto piano di pace di Trump, è un finto piano che sembra proposto per venire rifiutato da parte palestinese in modo che Israele possa "finire il suo lavoro"

Porti bloccati per la Palestina. Stop al trasferimento di armi in Israele

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Nella giornata di sciopero generale in solidarietà alla Palestina, parliamo con varie realtà che in giro per l'Italia stanno bloccando i porti, scioperando e manifestando per denunciare il trasferimento di armi Israele. Ne parliamo in collegamento telefonico con:

- Il Comitato ambientale Opzione Zero di Venezia

- Il Comitato Autonomo Portuale di Ravenna

- Linda Maggiori, giornalista freelance

Contro l'occupazione israeliana del territorio sardo

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Da maggio è iniziata a circolare la notizia che sarebbe stata attivata una tratta aerea Tel Aviv - Olbia per portare militari israeliani impegnati nel genocidio di Gaza in vacanza in Sardegna per permettere la loro "decompressione". Il progetto si è realizzato a partire da agosto e ad oggi il paese di Santa Teresa Gallura si trova a veder militari e personale di industrie collegate muoversi per le loro strade, scortati dalla polizia di Stato. Ospitiamo di Collettivo Lungoni che ha organizzato diversi presidi davanti al resort Mangia's che ospita i soldati dell'IDF che ci raccontano quanto accade.

Nel frattempo almeno dieci compagne e compagni di Aforas sono stati raggiunti da fogli di via da Olbia per aver partecipato a manifestazioni in aeroporto

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