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41 bis

A chi ha scelto da che parte stare

Data di trasmissione

Corrispondenza con un compagnx dell'assemblea Solidarietà e Lotta che approfondisce la situazione sul processo Scripta Manent e invita al presidio di martedì 23 aprile 2024 a Largo Arenula.

Di seguito il  comunicato dell'Assemblea Solidarietà e Lotta:

A chi ha scelto da che parte stare.

Il 23 aprile inizierà il processo per aver appeso lo striscione sull’altare della patria il 20 febbraio 2023: L’ITALIA TORTURA. CON ALFREDO, NO41BIS ED ERGASTOLO. Lo striscione esprimeva un concetto semplice quanto vero. In quel periodo Alfredo Cospito era in sciopero della fame da 123 giorni e la solidarietà nei suoi confronti si manifestava in ogni angolo dello stivale, e non solo. La sua determinazione ha fatto emergere la brutalità e l’insensatezza del regime del 41 bis e ha imposto che diventasse un argomento su cui esprimersi. Come ogni fenomeno di grandi dimensioni, ognuno ha risposto come più gli si addiceva. Il movimento rivoluzionario, raccogliendo tutte le energie che poteva mettere in campo ha espresso una vivacità che non si vedeva da tempo. Di giorno, di notte, in tanti, in pochi. Questo procedimento è il primo (per quanto riguarda Roma) di una lista che sta rapidamente crescendo. A finire a processo saranno infatti vari episodi che hanno caratterizzato la mobilitazione dello scorso anno. Significativa la rapidità con la quale le procure stanno arrivando a chiusura indagine e rinvii a giudizio. Agire al di fuori dalla realtà virtuale, esprimersi, agire in strada, nel mondo reale, ha spesso significato infrangere la legge. Da questo punto di vista l’anno scorso in tanti e tante hanno scelto da che parte stare. Ad essere messi sotto accusa sono stati, sono e saranno i cori come le azioni dirette, gli scontri come le scritte sui muri. L’ennesima conferma che gli “spazi di libertà” sono sempre più ridotti in una democrazia sempre più autoritaria… D’altronde non ci stupisce che nel mondo alla rovescia, criminale sia chi lotta per la libertà e la dignità umana piuttosto di chi le oltraggia e la confina. Sappiamo che ogni processo, quale che sia l’esito quale che sia l’accusa, ha un costo sociale, politico ed economico. Scriviamo queste righe che speriamo arrivino a tutti e tutte coloro che lo scorso anno scelsero da che parte stare, perché riteniamo fondamentale che a pagare il conto di quella mobilitazione non si ritrovino in pochi/e. Perché si mantenga alta l'attenzione sulla detenzione di Alfredo, sulla brutalità del 41 bis e della società che lo difende. Ricordiamo che il 24 aprile si terrà l' udienza in cassazione del processo scripta manent, in cui ancora una volta i P M tenteranno di inasprire le pene già esemplari di 23 e 17 anni decise in secondo grado.L'appuntamento sarà alle 10.30 in piazza Cavour. Il 23 aprile ci incontreremo per un presidio in largo arenula di fronte il ministero di giustizia. Per rinnovare l'invito a partecipare, informarsi e contribuire a tutte le iniziative in solidarietà ai compagni e le compagne che dovranno affrontare (anche) questi processi. Per non lasciare nessuno/a indietro: nelle strade, di fronte alle ingiustizie o alla repressione.

Le dichiarazioni di Alfredo e Anna all'udienza a Torino

Data di trasmissione

Insieme ad una compagna presente all'udienza di ieri al tribunale di Torino, dove si è ridiscussa la pena inflitta ad Alfredo Cospito e Anna Beniamino per i fatti della scuola ufficiale carabinieri di Fossano, discutiamo del clima che si respirava in aula e delle dichiarazioni di Alfredo e Anna.

Nelle loro dichiarazioni Alfredo e Anna hanno analizzato la funzione del 41 bis, hanno raccontato le loro condizioni di detenzione, hanno denunciato come la loro vicenda sia stata utilizzata nelle scontro fra i partiti politici al governo e all'opposizione.

La sentenza è stata rimandata al 26 Giugno,  ma per ora la procura generale di Torino ha chiesto l'ergastolo per Alfredo (confermando la pena già comminata) e 27 e un mese per Anna.

La richiesta del procuratore generale Francesco Saluzzo e del pm Paolo Scafi è arrivata al termine della requisitoria ed è rimasta in linea con le intenzioni della pubblica accusa nonostante alla scorsa udienza i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino avessero sollevato una questione di legittimità costituzionale rispetto alla norma che prevede l’ergastolo per il reato di strage politica (accusa piombata in capo all’anarchico solo al terzo grado, la Cassazione) anche quando quest’ultima non provoca morti o feriti.

28 giugno: Assemblea pubblica contro carcere, repressione, 41 bis e ergastolo

Data di trasmissione

Insieme a Flavio Rossi Albertino parliamo dell'assemblea pubblica indetta per mercoledì 28 giugno al Csoa ex snia.

Riportiamo il comunicato di indizione:

Siamo un comitato cittadino nato per dare voce alle ragioni di chi non vuole morire di carcere né vivere di questo.Ci siamo costituiti per proseguire la campagna sorta dallo sciopero della fame di Alfredo Cospito e tenere viva una critica radicale al sistema penale.
Partendo dalla ferma convinzione che il regime penitenziario di 41-bis e la pena dell’ergastolo siano moderne forme di tortura volte all’annientamento dei detenuti e alla costrizione alla collaborazione, vogliamo allargare il discorso alla funzione sociale che il carcere e il codice penale svolgono in questa società.
Riteniamo necessario e urgente un intervento sul tema della giustizia penale visto il clima repressivo sempre più preoccupante: dopo decenni di populismo giudiziario alimentato dal cosiddetto “centro-sinistra” e dai giustizialisti dei 5stelle, la destra la governo ha colto la palla al balzo introducendo (e tentando di introdurre) nuovi reati e sono state ulteriormente inasprite le pene per i reati di insubordinazione sociale o identificati come espressione delle marginalità.
Questo atteggiamento non ci sorprende affatto.Il codice penale e il carcere sono gli strumenti che chi detiene il potere politico e economico del paese impiega per mantenere gli stessi, perpetuando le diseguaglianze imposte attraverso il sistema di produzione capitalista.In breve, il sistema giudiziario serve a cristallizzare una società diseguale divisa in classi, reprimendo e disciplinando chi non vi si allinea o chi “addirittura” ambisce a trasformarlo per garantire a tutt* una vita all’altezza dei propri desideri.
Crediamo profondamente che alla società incentrata sul concetto di “punizione” debba sostituirsi quella fondata sulla rimozione delle cause che generano la commissione dei reati. Non esiste dal nostro punto di vista un concetto di “sicurezza individuale”.Pensiamo anzi che debba essere sostituito dalla categoria della “sicurezza sociale” e che alle politiche securitarie, ovvero la polizia in primis, debbano essere sostituite le politiche sociali di soddisfacimento dei bisogni materiali e immateriali.
Cosa proponiamo? Abbiamo come obiettivo quello di costruire un discorso pubblico sul tema perché anche in questo paese non sia un miraggio parlare di abolizionismo, calando il ragionamento in una prospettiva anticapitalista.Come lo facciamo? C’è l’assemblea di cui ci siamo dotati e nella quale possiamo confrontarci e organizzare i momenti di uscita pubblica.
L’obiettivo è di arrivare e intercettare più persone possibili.Tutti e tutte devono sapere che c’è un’alternativa al carcere, alla polizia, alla società del controllo, all’accumulazione della ricchezza senza alcuno scrupolo (che sia attraverso guerre, devastazioni ambientali o sfruttamento di persone) e all’iniquo sistema nel quale viviamo. La speranza che nutriamo è che sempre più singol* e strutture possano abbracciare un punto di vista anticarcerario e antipunitivo, nella consapevolezza che solo una società priva delle predatorie politiche neoliberiste e attenta al soddisfacimento dei bisogni delle persone sarà legittimata al rimproverare alcunché.
Per continuare a discutere e immaginare insieme le forme con cui attivare una campagna abolizionista e per costruire insieme dopo l’estate una due giorni su questi temi, ci vediamo il 28 giugno 2023 alle ore 17 al CSOA ex Snia Viscosa per un’assemblea cittadina.
A seguire aperitivo e proiezione di un film sulla repressione del movimento dei Gilet gialli.

No al 41 bis senza se e senza ma

Data di trasmissione
Durata 46m 14s

Con l'avvocata e compagna Simonetta Crisci parliamo di 41 bis e del Rapporto sul regime speciale ex art. 41 bis pubblicato dal Garante nazionale dei detenuti su coloro che sono sottoposti a questo regime.

Corteo a Torino - Al fianco di Alfredo, al fianco di chi lotta!

Data di trasmissione
Durata 7m 18s

Corrispondenza telefonica con una compagna dalla piazza di Torino al fianco di Alfredo Cospito.

Di seguito

AL FIANCO DI ALFREDO, AL FIANCO DI CHI LOTTA!

La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione venerdì scorso suona come una condanna a morte: Alfredo Cospito deve stare al 41bis e lì deve morire. Si chiude anche l’ultimo piccolo spiraglio di possibilità legale e si apre definitivamente la strada che porterà alle estreme conseguenze dello sciopero della fame portato avanti ad oltranza, per lui e per “noi” . La linea della fermezza e dell’intransigenza hanno prevalso in tutti i livelli dello Stato. Il potere esecutivo e quello giuridico, non sempre sovrapponibili, hanno compattato le loro fila e fatto fronte comune. Questo allineamento d’interessi, non importa se eterodiretto o meno, risuona come una dichiarazione di guerra interna. Il messaggio è chiaro nella sua crudezza: nel prossimo futuro la tolleranza starà a zero. Con una guerra alle porte d’Europa - e che ne sta già ridisegnando gli assetti – che diventa di giorno in giorno sempre più globale, le nostre menti non possono che ritornare ai giorni cupi precedenti allo scoppio del primo conflitto mondiale, tra chiamate alla mobilitazione generale e leggi marziali. Contesti estremamente diversi ma in cui è possibile rintracciare una qualche similitudine e parallelismo. Non vedere un’intima connessione tra guerra in Ucraina e repressione interna ci sembra miope, la logica che ci deve muovere ad agire contro la guerra e la NATO è la medesima che ci deve portare in strada per Alfredo e per la sua, che poi non è solo sua, battaglia. Lotte apparentemente diverse ma che in realtà non lo sono come ampiamente dimostrato dalle azioni e dagli interventi che hanno accompagnato il grosso corteo chiamato dai portuali sabato scorso a Genova. Inutile qui soffermarsi sull’ipocrisia di uno Stato che per giustificare il 41bis bolla Alfredo come stragista mentre di stragi ne compie di continuo (e i/le mort* del naufragio di Crotone sono lì a gridare giustizia, quella con la “g” maiuscola). Più interessante crediamo sia sottolineare, ancora una volta, la strategia repressiva complessiva: chiudere sistematicamente tutti gli spazi possibili di contestazione per tentare di farla finita con le istanze di cambiamento sociale recidendo anche i fili che collegano queste esperienze (già ridotte al lumicino e molto isolate, ma non è questa la sede per approfondire queste complicate questioni) con la loro memoria. Il 41 bis per Alfredo, la riapertura del caso di Cascina Spiotta, lo sgombero di un centro sociale, sono fatti apparentemente distanti ma in perfetta continuità. Per fugare ogni dubbio, qui non vogliamo dire che ci sia una sorta di “ufficio” in cui la sequela di DDL e operazioni di polizia e giudiziarie dell’ultimo decennio siano state dettagliate e programmate ma fare notare in controluce la strategia implicita della macchina statale. Come già avevamo scritto, la vicenda di Alfredo potrebbe contribuire a spezzare e disinnescare questa spirale repressiva. Fondamentale sarà riuscire a cogliere l’opportunità di portare la lotta di Alfredo al di fuori di una logica meramente anti-repressiva e provare così a sperimentare nuove angolature di attacco. Una cosa la possiamo affermare fin da ora: esisterà un prima ed un dopo la morte di Alfredo Cospito. La possibilità che la battaglia fino all’ultimo respiro di Alfredo venga assunta da tutti e tutte come una battaglia per riprendersi degli spazi di azione e legittimità politica in un paese che continuamente reprime ogni forma di conflitto e dissenso anche solo simbolico, crediamo ci siano tutte. La speranza è che questo sussulto dei movimenti per poter continuare a vivere e ad agire si riesca a legare con istanze sociali di una popolazione sempre più colpita da crisi, ansia e guerra.

 
 
 
 

Giornata di lotta a fianco di Alfredo e contro il 41 bis

Data di trasmissione

Pomeriggio dedicato alle manifestazioni in tutta Italia a sostegno della lotta di Alfredo Cospito e contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo.

Nonostante il tentativo di definire come terrorismo le iniziative in solidarietà ad Alfredo Cospito, di infondere un clima di paura con fermi e perquisizioni, molte centinaia di persone si sono trovate ieri in assemblea nella facoltà di Lettere dell’università La Sapienza. Una discussione partecipata e vivace, che, oltre a ribaltare la grottesca narrazione mediatica dell’antiterrorismo, ha ribadito una volta ancora che salvare la vita del compagno anarchico Alfredo Cospito è una lotta che riguarda tutte e tutti perché significa combattere quel mondo che ha bisogno del carcere, del 41bis e dell’ergastolo per mantenere un ordine basato sulla sopraffazione e sullo sfruttamento.

Un’assemblea che ha organizzato il corteo di sabato convocandosi dal lato di via Conte Verde a Piazza Vittorio per partire in corteo verso Roma est, attraversando così i quartieri vissuti da molte realtà di lotta. Gli/le studenti hanno scelto di contribuire alla mobilitazione in corso e alla costruzione del corteo occupando la facoltà di Lettere, lo striscione calato dal tetto parla chiaro: Al fianco di Alfredo, contro 41bis, ergastolo e ostatività.

Per la vita di Alfredo, per il nostro futuro e per quello di tutte e tutti è necessario continuare a portare la nostra solidarietà, essere sempre di più, senza farci intimorire né dividere.

h 15:20

Da Bologna una nuova occupazione in solidarietà con la lotta contro il 41 bis e l'ergastolo ostativo e per Alfredo

h15:25

Inizia la manifestazione a Roma a Piazza Vittorio

h15:44

collegamento dal presidio sotto il carcere di Opera

15:55

intervento Lavoratori Migranti da piazza vittorio

16:38

il corteo parte caloroso da piazza Vittorio

17:10

studentessa universitaria sul perchè scendere in piazza contro il 41 bis

17:20

Aggiornamento dal corteo di Roma bloccato a porta maggiorea

17:30

il corteo parte lentamente da porta maggiore

18:01

collegamento dal presidio di Parma

18:15

ancora interviste dalla piazza

18:26

aggiornamento dal corteo con piccola carica di alleggerimento

18:55

Ancora cariche su via Prenestina, il corteo si è ricompattato

19:00

aggiornamenti da largo preneste

20:10

aggiornamento situazione fermi

22:35

conclusioni sulla giornata, tutte le persone fermate sono state rilasciate

Io Te L'avevo Detto - gas, guerra, repressione. What else?

Data di trasmissione
Durata 2h 3m 32s

Vediamo come il tentativo di approvvigionarsi di metano altrove rispetto alla Russia, sia una pia illusione del nostro governo.

Quasi un anno di guerra. L'italia cosa fa? Tra escalation a suon di carri armati e commissioni militari, tra piani di finanziamento bellico e scontro fra blocchi, noi si sta come le foglie ecc ecc...

Oltre 100 giorni di sciopero della fame per il compagno Cospito, ragioniamoci su. 

Come al solito arriviamo in ritardo, ma continuiamo a vederci lunghissimo!