Trasmissione su immigrazione e disagio psichico nell'ondata migratoria del secondo dopoguerra dall'Italia verso l'Europa, con l'intervento di Giorgio Antonucci)
Nella foto: Ribelli condannati – Un uomo e una donna. Le quattro fotografie sono scattate a Niksic, in Montenegro, tra il maggio e l'ottobre 1942. Il fotografo era un giovane militare di leva, alpino dell'XI battaglione genio per la divisione “Alpi Graie”.
Nella foto una giovane ragazza Montenegrina, fotografata prima della cattura, era sospettata di essere una collaboratrice dei partigiani. Fu uccisa schiacciandole la testa con una pietra: c'era l'ordine di non sprecare pallottole nelle esecuzioni dei “ribelli”.
Il trattato sulla poibizione delle armi nucleari, approvato nel 2017 dall'assemblea generale dell'ONU, è stato ratificato da 50 stati membri. Questo obiettivo da piena forza di attuazione alle disposizione in esso contenute, ma solo per i paesi che lo ratificano. Nel caso dell'Italia, ad esempio, se il governo italiano lo ratificasse le circa 40 testate nucleari dislocate nelle basi di Aviano e Ghedi dovrebbero essere rispedite negli USA. Ma gli ostacoli frapposti dai paesi che detengono armi nucleari e da quelli che (pur non avendone) aderiscono alla NATO, sono enormi e solo una forte mobilitazione popolare può indurli a cambiare posizione.
Ne parliamo con Angelo Baracca e Joachim Lau, avvocato ed esperto di diritto internazionale.
L'11 settembre scorso alle ore 18:30, c'è stato un SIT-IN in solidarietà a Bakis Beks!
Passione civile e talento sono tratti che hanno fatto risaltare sulla scena rap un artista come Bakis Beks, che da tempo mostra sui palchi la creatività e il coraggio di esprimere, attraverso la forma d'arte che sente più vicina, la propria opinione e il proprio pensiero.
Anche per questo motivo ha destato un coro di indignazione, specialmente nella comunità nuorese, la notizia che Bakis insieme ad altri giovani siano stati colpiti da un inqualificabile atto repressivo, con un decreto penale di condanna che li ha raggiunti a seguito di un concerto rap.
Le forze repressive hanno ritenuto di incriminare le parole di una canzone in cui Bakis ha cantato tutta la sua contrarietà alla presenza dei poligoni militari in Sardegna: “non c’è tempo per mediazioni – indennizzi – conciliazioni - questo è un messaggio ai coloni - basta, fuori dai coglioni!”.
Ad essere incriminata è anche la coreografia che accompagna il testo musicale ovvero “il dito medio”, comune espressione di denuncia degli artisti rap.
A detta degli inquirenti che erano presenti al concerto l’8 settembre 2018 a Nuoro, quelle parole e quella coreografia sarebbero state espresse oltraggiosamente contro di loro.
Tra qualche mese per il cantante ed alcuni fan si aprirà un processo presso il Tribunale di Nuoro, nel quale verrà messa in discussione la libertà di espressione e la libertà dell’arte.
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Sentiamo l'avvocata Giulia Lai dell'associazione Libertade
Nuova udienza oggi al Tar di Cagliari per decidere sull'ampliamento della Rwm di Domusnovas. Numerosi i comitati hanno deciso di indire, in contemporanea, una manifestazione che ribadisca il no popolare alla fabbrica di bombe.
Ne parliamo con Fiorenza, nostra corrispondente dal capoluogo sardo.
Rapporti tra scienza, potere e modelli di sviluppo, processi che hanno fatto e fanno del sistema scientifico-tecnologico un cardine del modello di sviluppo, all’insegna della logica dei rapporti di forza sul mercato e dell’esercizio militare del potere, attraverso cui si sostengono le classi ed i paesi dominanti. Questa mattina con Elisabetta Donini, fisica e storica delle scienze femminista antimilitarista, vorremmo attualizzare questi ragionamenti prendendo dapprima in esame il gap che intercorre tra l’ideale di una dimensione cooperativa nell’esplorazione conoscitiva e l’esito concreto dell’impegno per il profitto nella produzione di un farmaco nel caso del coronavirus, per poi richiamarci al nodo scienza-guerra, nodo che è stato oggetto anche della critica femminista della scienza, ma non solo, e che potrebbe offrire ancora strumenti per agire nel presente.
In corrispondenza con un compagno di Genova presentiamo il corteo previsto per sabato 7 dicembre.
L'intervento si apre descrivendo l'Assemblea contro la guerra, per poi passare al ruolo di Leonardo nel mondo e nella stessa città che vedrà la mobilitazione.
In conclusione un breve aggiornamento riguardo la situazione nel porto dopo le giornate di blocchi contro il traffico di armi.
Continuiamo a parlare di militarismo a scuola; questa volta segnalando che un insegnante che ha mostrato il suo dissenso rispetto ad un'operazione di propaganda militarista nella sua scuola è stato sanzionato alla sospensione dello stipendio per 10 giorni, genere di provvedimento sempre più diffuso nella pubblica amministrazione (si pensi a lavoratori e lavoratrici dello Spallanzani, del policlinico Umberto I di Roma, dell'ospedale di Mistretta).
Sentiamo poi una delle maestre diplomate, oggi in sciopero contro il licenziamento.