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Repressione

Vincenzo Vecchi, procuratore ricorre in cassazione contro no estradizione

Data di trasmissione
Durata 17m 31s

Vincenzo Vecchi è stato arrestato l’8 Agosto in Bretagna, colpito da due Mandati d’Arresto Europei a causa di due condanne a 13 e 4 anni di prigione in Italia. Si tratta di sentenze pronunciate senza prove e completamente sproporzionate rispetto ai presunti fatti imputati. Vincenzo aveva partecipato nel 2001 alla manifestazione contro il G8 di Genova e, in secondo luogo, ad una manifestazione antifascista non autorizzata a Milano. Quest’ultima si opponeva alla sfilata del partito di estrema destra “Fiamma Tricolore” che, secondo la legge Scelba, avrebbe dovuto essere vietata per apologia di fascismo. Proprio come molti altri italiani/e è stato vittima della repressione del Codice Rocco, ereditato dagli anni del fascismo di Mussolini, con l’accusa di “devastazione e saccheggio” che si basa sulla nozione di “concorso morale”. Si tratta di un principio di colpevolezza collettiva, completamente in antitesi con la presunzione di innocenza e con i diritti fondamentali. E che permette di emanare condanne dai 6 ai 15 anni di carcere per la semplice presenza ad una manifestazione, senza alcuna prova materiale. Questa legge è stata riesumata per condannare Vincenzo e le sue compagne/compagni a pene molto pesanti.

Il 4 novembre scorso la Corte di Appello di Angers non aveva riconosciuto il reato di devastazione e saccheggio e rifiutato l’estradizione in Italia di Vincenzo Vecchi ma il procuratore di Angers lo scorso 6 novembre ha deciso di ricorrere in Cassazione contro la decisione. Ne parliamo con una compagna del Comitato Sosteniamo Vincenzo.

Presentazione della Carovana Bialysturbo

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Con alcun* compagn* in studio e in collegamento dal parcheggio presentiamo la Carovana "Bialysturbo" che dal centro italia  si muove verso sud, rivendicando la solidarietà a tutt* le i compa incarcerat* nell'ambito dell'ultima operazione repressiva denominata Bialystok.

Qui il comunicato:

Carovana Bialysturbo. Complici con le/i prigionierx anarchicx, solidali con chi si rivolta dentro

Ormai non si contano più le operazioni repressive che colpiscono compagn* negli ultimi anni. Però ce le ricordiamo tutte. L’ultima in data 12 giugno denominata Bialystok si è addirittura spinta oltre le frontiere italiane, arrivando in altri paesi per arrestarl*.

Lungi da noi l’idea di abituarci/rendere banali gli arresti legati a tutte queste inchieste per terrorismo. Anzi ci dipingono come viaggiatori anarchiche del conflitto. Ebbene si, non entreremo mai nei canoni del trittico produci-consuma-crepa, al quale aggiungere «stai zitt* e rimani dove sei a debita distanza dalle altre persone». Non vogliamo riconoscere e legittimare le frontiere cosi come l autorità, ci muoviamo e ci muoveremo, per fare esperienze per dare solidarietà per occupare ancora e ancora nei pezzi di mondo da sovvertire e da liberare, partendo da noi stess*.

Non ci lasceremo soffocare e con la nostra energica presa bene vogliamo prendere la strada insieme in un progetto un po frizzantino creando una carovana con i nostri mezzi, strumenti, autoproduzioni e saperi senza chiedere il permesso a nessuno.

L’asticella della repressione si è alzata non tanto per le inchieste che ci sono sempre state ma per il fatto che qualsiasi cosa fai è un elemento a carico del accusa. E se fare un saluto, un presidio o andare in giro a incontrare gente che resiste e lotta per la libertà sta diventando terrorismo allora continueremo a farlo sempre di più consapevoli che non ci aspettiamo niente dallo stato che vogliamo abbattere, niente di meno.

Questa carovana sarà/diventerà ciò che vogliamo che sia.
L’idea è quella di partire dal centro italia verso sud rivendicandoci la solidarietà a tutt* le i compa incarcerat*. Vogliamo occupare strade, piazze, prati sotto le mura delle carceri, andare a incontrare compa che ci possano ospitare nei posti, creando momenti di scambio confronti iniziative per autofinanziare la carovana stessa e magari tirare su qualche spiccio per rifornire le casse antirepressione.

Portiamo nella nostra stiva ciò che vogliamo e facciamo girare la voce per essere pronti a partire prima dell’inverno.

Quindi:
DAJE FORTE STATE OF MIND
ON THE ROAD AGAIN gomme gonfie e serbatoio pieno
per l’anarchia
per la libertà

Qui il blog della carovana: https://bialystok.noblogs.org/

 


 

Italpizza maxiprocesso alle operaie e agli operai: il 3 ottobre tutti a Modena!

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Durata 30m 6s

Contro la repressione, in solidarietà alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori Italpizza (e del modenese, nonché di tutta Italia denunciati o sotto processo oltre che di tutte le compagne e i compagni attaccati dalla repressione di Stato), il 3 ottobre si svolgerà a Modena una manifestazione nazionale (qui maggiori info) chiamata dalle operaie e dagli operai coinvolti in questa ennesima ondata repressiva. Il rinvio a giudizio di 120 tra operaie e operai di Italpizza e militanti del SI Cobas, è infatti solo l’ultimo atto di un sistematico attacco al diritto di sciopero e di organizzazione sindacale. Queste ultime incriminazioni si aggiungono ad altre centinaia di denunce contro lavoratrici e lavoratori: più di 450 a cui vanno aggiunti 12 fogli di via, 4 avvisi orali e il blocco delle pratiche di cittadinanza per diverse decine di loro. Cifre impressionanti che mostrano chiaramente la volontà di fermare le lotte operaie in un territorio dove istituzioni, malavita e affari sono talmente intrecciati da sembrare indistinguibili e che rappresentano prove generali di una repressione che poi verrà replicata nel resto del paese.

23 anarchici e anarchiche a processo per l'operazione Scripta Manent

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Durata 18m 25s

A Settembre si terranno a Torino numerose udienze del processo d’appello dell’operazione “Scripta Manent”, in cui 23 anarchiche e anarchici sono imputati a vario titolo per episodi e pratiche di attacco che appartengono al patrimonio delle lotte contro l’Autorità.
Operazione su operazione, processo dopo processo,  lo Stato affina gli strumenti giuridici per criminalizzare l’agire anarchico e rivoluzionario, colpire le lotte, soffocare la solidarietà, inasprire l’isolamento carcerario per le prigioniere e i prigionieri.

Da una parte, lo Stato e il Capitale, con le discriminazioni, la repressione, lo sfruttamento, le guerre e le stragi di cui si rendono responsabili ogni giorno
Dall’altra diverse pratiche e strumenti per mettere in discussione, ostacolare, attaccare ruoli e strutture responsabili di tutto questo.
Siamo orgogliosi e orgogliose di aver scelto da che parte stare. Orgogliose e orgogliosi di lottare.

Giovedì 24 Settembre dalle 9,00
PRESENZA ALL’AULA BUNKER DEL CARCERE DELLE VALLETTE (dentro e fuori)

Sabato 26 Settembre ore 11
PRESENZA SOLIDALE IN PIAZZA BORGO DORA  (TORINO)

Domenica 27 Settembre dalle 15,00
PRESIDIO AL CARCERE DI ALESSANDRIA

Solidali con gli imputati nel processo “Scripta Manent”.
Ostili all’alienazione dei processi in videoconferenza e ai provvedimenti per impedire la presenza solidale in aula.

Contro tutte le forme di reclusione.
Per non dimenticare le proteste e le rivolte nelle carceri del Marzo scorso, represse dallo Stato con 13 morti, pestaggi e trasferimenti di massa.

Per rivendicare che lottare è giusto e necessario.

Cassa Anti Repressione delle Alpi Occidentali

Il corpo-confine.Tecnologie biometriche e controllo delle frontiere.

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Durata 28m 33s

I confini europei si sono trasformati da tempo ormai in confini digitali: raccolta e analisi di impronte digitali, immagini facciali, lettura dell’iride, movimenti del corpo. Molteplici le applicazioni finanziate dall’UE per aumentare l’efficacia dei controlli ai confini esterni. E in questo processo la tecnologia non è ovviamente neutra – e non lo è mai – quanto piuttosto uno strumento attraverso cui i corpi delle persone vengono posti al centro di pratiche di sorveglianza e identificazione attraverso la proliferazione di tecnologie biometriche.In questo senso i confini biometrici sono luoghi di lotta politica. La conseguente depoliticizzazione del controllo dei confini derivante dall’utilizzo delle tecnologie digitali - la rappresentazione cioè del controllo delle frontiere come mero problema tecnico che può essere risolto attraverso tecniche innovative di controllo e sorveglianza - porta alla depoliticizzazione delle pratiche e degli effetti prodotti. L’attuale dibattito sul tema è in gran parte limitato a un approccio tecnologicamente deterministico che riduce l'attenzione a un mero problema di privacy e di uso improprio dei dati, tenendo fuori dal quadro nodi fondamentali e ricadute politiche sulla pelle delle persone. Ne parliamo questa mattina con Andrea De Georgio, giornalista freelance.

 

Notav: 2 anni di condanna per Dana

Data di trasmissione
Durata 33m 39s

In seguito alla caduta di Luca dal traliccio di fu una iniziativa al casello autostradale di Bardonecchia. Nessuno doveva pagare l'autostrada. In seguito per quell'iniziativa ci sono state delle denunce e a 8 anni di distanza si concretizza così un altro pezzo di criminalizzazione del movimento. Dana in particolare secondo i giudici, che così si sono espressi, dovrà scontare 2 anni di carcere. Sono state rifiutate tutte le misure alternative proposte dalla difesa. Una delle motivazioni della sentenza è che Dana non si sarebbe allontanata nè dal movimento no tav nè dal territorio continuando a vivere in valle a Bussoleno.

Sentiamo un compagno notav e l'intervento di Dana durante la conferenza stampa che si è svolta ieri a Bussoleno

Sardegna: Bakis Beks il rapper a processo

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Durata 11m 34s
L'11 settembre scorso alle ore 18:30, c'è stato un SIT-IN in solidarietà a Bakis Beks!
Passione civile e talento sono tratti che hanno fatto risaltare sulla scena rap un artista come Bakis Beks, che da tempo mostra sui palchi la creatività e il coraggio di esprimere, attraverso la forma d'arte che sente più vicina, la propria opinione e il proprio pensiero.
Anche per questo motivo ha destato un coro di indignazione, specialmente nella comunità nuorese, la notizia che Bakis insieme ad altri giovani siano stati colpiti da un inqualificabile atto repressivo, con un decreto penale di condanna che li ha raggiunti a seguito di un concerto rap.
Le forze repressive hanno ritenuto di incriminare le parole di una canzone in cui Bakis ha cantato tutta la sua contrarietà alla presenza dei poligoni militari in Sardegna: “non c’è tempo per mediazioni – indennizzi – conciliazioni - questo è un messaggio ai coloni - basta, fuori dai coglioni!”.
Ad essere incriminata è anche la coreografia che accompagna il testo musicale ovvero “il dito medio”, comune espressione di denuncia degli artisti rap.
A detta degli inquirenti che erano presenti al concerto l’8 settembre 2018 a Nuoro, quelle parole e quella coreografia sarebbero state espresse oltraggiosamente contro di loro.
Tra qualche mese per il cantante ed alcuni fan si aprirà un processo presso il Tribunale di Nuoro, nel quale verrà messa in discussione la libertà di espressione e la libertà dell’arte.
I
Sentiamo l'avvocata Giulia Lai dell'associazione Libertade

Italpizza: repressione antisindacale e maxiprocesso contro operai e operaie

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Durata 12m 28s

Con un compagno del SI Cobas Modena, colpito in maniera diretta dall'inchiesta, commentiamo la fine delle indagini della procura di Modena sugli scontri durante gli scioperi e i picchetti ad Italpizza dall'inverno del 2018 all'estate dello scorso anno. I 67 indagati si aggiungono alle centinaia di procedimenti giudiziari contro il Sindacato per altre vertenze, portando il numero degli operai a processo nella sola Modena a oltre 400.

La realtà viene ribaltata: i criminali non sono i padroni che rifiutano di applicare i contratti nazionali, che negano ogni diritto sindacale, che puniscono le operaie mandandole a spalare la neve sui tetti ghiacciati. Per la Procura i criminali sono le stesse operaie che reclamano i propri diritti.