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Turchia

Turchia: a un mese dal terremoto

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Con una compagna facciamo un punto sulla situazione in Turchia dopo il devastante terremoto che ha colpito il sud della Turchia e il nord della Siria. I pochi aiuti governativi, la corruzione dei palazzinari, la guerra alle minoranze sono le soluzioni adottate dal governo di Erdogan per aiutare i terremotati. Questo a pochi mesi dalle elezioni di maggio.

Inoltre il 18 marzo ci sarà il Newroz curdo al centro Ararat a Roma anche per ricordare la morte del combattente fiorentino Orsetti.

Terremoto fra Siria e Turchia, migliaia le vittime

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Durata 15m 10s

Si contano ormai a migliaia le vittime del sisma che ha colpito le scorse ore una vasta fascia di territorio fra la Siria e la Turchia, mentre montano le polemiche sulla mancanza di misure preventive e sul mancato ascolto degli allarmi di geologi e urbanisti. Ci racconta la situazione il giornalista Murat Cinar.

La Mezzaluna rossa Kurdistan Italia ha subito lanciato una raccolta fondi straordinaria per supportare le attività nei territori colpiti.

– donazione immediata PayPal: shorturl.at/hKM89
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Causale: Terremoto

 

Mandato d'arresto internazionale per Pinar Selek

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Approfondimento di ROR su Pinar Selek a seguito del mandato di arresto internazionale spiccato contro di lei dalla corte suprema turca, il 6 Gennaio scorso, prima ancora che si sia tenuta l'udienza preliminare del quinto processo a  suo carico, che si terrà il 31 Marzo a Istanbul. La quarta assoluzione, per le stesse accuse, avuta nel 2014 è stata annullata a Giugno del 2022 dalla stessa Corte Suprema. Ne parliamo in studio con una compagna del comitato italiano solidarietà e sostegno a Pinar Selek, e in collegamento telefonico con Lea Nocera, docente di lingua e letteratura turca all'università orientale di Napoli e fondatrice della rivista online https://kaleydoskop.it/ e Tiziana Triana, direttrice editoriale di Fandango Libri.

*** Comunicato Stampa ***
Mandato d’arresto internazionale e nuova udienza per Pinar Selek

16 gennaio 2023


Il 21 giugno 2022 l’agenzia di stampa turca ha riportato la notizia dell’annullamento della quarta sentenza di proscioglimento per  Pinar Selek, pronunciata dalla Corte Suprema il 19 dicembre 2014 presso il Tribunale penale di Istanbul. Prima di allora Pinar Selek era stata processata altre tre volte, e in tutte le occasioni assolta, vittima di una persecuzione politico-giudiziaria iniziata 25 anni fa e ancora in corso. Dopo averla imprigionata e torturata per le sue ricerche sociologiche sui curdi, il potere turco ha deciso di farla diventare una “terrorista” fabbricando tutte le prove per farla passare come esecutrice di un attentato, nonostante sia stato stabilito che l’esplosione al mercato delle spezie di Istanbul del 1998 non è stata dolosa, ma accidentale.
Sei mesi dopo l’annuncio a mezzo stampa dell’annullamento dell’assoluzione, la decisione della Corte Suprema è stata finalmente comunicata alle/agli avvocatx di Pinar Selek lo scorso 6 gennaio 2023 dalla Corte di Assise di Istanbul. Questi sei mesi di insopportabile attesa e di tortura psicologica per Pinar Selek diventano una parodia di giustizia. Nei confronti di Pinar Selek è stato emesso un mandato di cattura internazionale, richiedendo il suo arresto immediato. Questa decisione è stata presa dal Tribunale Penale di Istanbul ancor prima che i giudici di questa giurisdizione si fossero pronunciati in occasione della prima udienza, fissata il 31 marzo 2023.
Queste misure, grottesche dal punto di vista giuridico e particolarmente gravi per la loro portata e per le conseguenze che hanno su Pinar Selek, sono state prese in un contesto in cui il potere turco sta limitando sempre più le libertà e moltiplica le violenze contro le minoranze e chi si oppone politicamente a questo stato di cose, in particolare contro il popolo curdo, sia in Turchia che in altri Paesi. Le imminenti elezioni politiche in Turchia inducono ogni sorta di diversivo politico e di manipolazione.
I collettivi di solidarietà con Pinar Selek rifiutano di assistere a questa farsa giudiziaria lasciando che la scrittrice e sociologa continui a essere ostaggio di una politica iniqua. Rifiutano anche di vederla come la vittima collaterale della politica compiacente dei Paesi europei verso il regime autoritario e liberticida che imperversa in Turchia. Per questo chiedono a tuttx i/le parlamentari e responsabili politici che negli ultimi mesi hanno espresso il loro sostegno a Pinar Selek, di agire con forza presso il governo affinché le venga garantita tutta la sicurezza e la protezione che lo stato francese deve a una delle sue compatriote. La nazionalità francese di Pinar Selek non basterà a proteggerla. Forte del sostegno di molte personalità dell’accademia e della cultura, i collettivi di solidarietà rinnovano la loro richiesta al Presidente della Repubblica affinché esprima il suo sostegno fermo e incondizionato a Pinar Selek e indirizzi una protesta ufficiale verso il potere turco.
I collettivi si appellano infine a amiche e amici di Pinar Selek, alle/agli artistx, universitari.e e alle/ai militanti perché moltiplichino gli sforzi per estendere le iniziative a sostegno di tutte le vittime del regime turco e a preparare delle nutrite delegazioni che possano andare il prossimo 31 marzo a Istanbul per esigere verità e giustizia per Pinar Selek!

Coordinamento europeo dei collettivi di solidarietà con Pinar Selek


*** Lettera di Pinar ***

Care amiche e cari amici,
ho appena letto la decisione della Corte suprema che mi condanna non soltanto alla prigione a vita ma anche a una persecuzione senza fine. È una falsa decisione che si appoggia su dei falsi argomenti e su delle prove falsificate.
Questo processo continua da 25 anni. La metà della mia vita. E io so che è uno degli indicatori del male organizzato che è radicato in Turchia da molto più tempo. Riflette allo stesso tempo la continuità del regime autoritario in Turchia e le configurazioni dei dispositivi repressivi. Questa sentenza iniqua, fondata su dei documenti falsificati, non è che un pezzo degli oscuri dispositivi utilizzati prima delle elezioni. Qualche giorno prima degli omicidi dei Kurdi a Parigi, io scrissi questo su Mediapart: "L'anno 2023 è prevedibile. In occasione delle scadenze elettorali, vedremo delle nuove esplosioni o degli attentati organizzati dagli "invisibili". Le inchieste non finiranno mai, come il complotto di cui io sono vittima”. Ho spiegato come in Turchia il governo in difficoltà scateni la sua violenza attraverso una strategia di caos e di tensione, che si nutre dell'oscuro repertorio politico del paese. Io sono un piccolo punto nel grande quadro della resistenza, che si paga a caro prezzo.
Fino ad oggi, ho resistito per non sottomettermi alla dominazione, ma anche, davanti alla repressione, per continuare a creare, a lavorare su dei temi di ricerca, a riflettere profondamente, in modo strutturato, e anche ad agire e a vivere come una formica festante. Ve lo prometto, non mi arrenderò.

Vi bacio,

Pinar

Giornale Radio

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CONTINUA l'OFFENSIVA di ISRAELE in LIBANO: OLTRE 50 CIVILI LIBANESI UCCISI

Continuano l’isolamento aereo, marittimo e terreste del Libano e i bombardamenti israeliani che, secondo le ultime stime provvisorie, avrebbero provocato 52 morti e oltre 100 feriti da quando ieri i guerriglieri Hezbollah hanno rapito due soldati israeliani e ne hanno uccisi otto. Tra le vittime libanesi, vi sono almeno 50 civili, di cui oltre 15 bambini. Oltre a bombardare il sud del Libano, e in particolare la valle della Bekaa, gli israeliani hanno danneggiato oltre 20 ponti, bloccato i porti libanesi – sostenendo che fossero usati per trasferire “terroristi e armi alle organizzazioni terroristiche operanti in Libano” - e bombardato l’aeroporto internazionale Rafik al-Hariri costringendo a dirottare i voli verso Cipro. Due ore dopo il bombardamento dell’aeroporto, un elicottero israeliano ha lanciato un missile contro il quartier generale della televisione libanese degli Hezbollah, ‘al-Manar’ ferendo sei persone. Più tardi è stato colpito anche un ripetitore della tv a Baalbek, nell’est del Libano: una persona è morta e quattro sono state ferite. Sono 11 invece i civili israeliani rimasti feriti dopo i tre razzi lanciati dai guerriglieri Hezbollah contro la città settentrionale israeliana di Safed, nell’Alta Galilea, a 20 chilometri dal confine con il Libano. Sono saliti a due i morti e a circa 80 i feriti israeliani in Galilea in seguito ai bombardamenti degli Hezbollah. Sul fronte diplomatico, intanto, Israele ha escluso qualsiasi scambio tra i due ostaggi israeliani e i prigionieri sciiti libanesi nelle proprie carceri, come richiesto dai sequestratori. Al termine di una riunione d’emergenza del governo libanese, il ministro per l’Informazione Ghazi al-Aridi ha invece detto: “La principale richiesta libanese è un cessate il fuoco globale ora e la fine di questa aggressione senza limiti di tempo”.

CORRISPONZA CON CHIARINI - MANIFESTO

Si avvicina il G8 di San Pietroburgo, ma la repressione e' gia' iniziata

Si apre dopodomani il summit del G8 a San pietroburgo. Per la prima volta, e' la Russia a ospitare il vertice, a cui e' stata ammessa solo da pochi anni. L'agenda del vertice e' concentrata soprattutto sul tema del mercato globale dell'energia. Si tratta di un tema particolarmente delicato, in quanto la gestione delle risorse energetiche e' all'origine degli ultimi conflitti bellici internazionali, dall'Afghanistan all'Iraq, e forse anche dei prossimi, visti i venti di guerra che soffiano sull'Iran. Come in ogni G8, i movimenti si sono attivati anche in Russia per ostacolare le decisioni degli 8 governi riuniti: dal lunedi 11 fino al periodo del summit, il Social Forum russo organizza manifestazioni e incontri per proporre un'agenda alternativa a quella del G8. L'inizio delle mobilitazioni, pero', ha visto subito partire un'ondata repressiva. Un centinaio di persone sono state arrestate gia' nel primo giorno del controvertice, a cui partecipano movimenti di ogni ispirazione, da quella nazionalbolscevica a quella anarchica, e attivi su varie tematiche, dal lavoro all'ambiente. Per la Russia, dunque, si tratta di un palcoscenico importante: Putin, attraverso la repressione interna e le operazioni militari nelle regioni ribelli, vuole conquistare un ruolo importante nello scacchiere politico internazionale. Ce ne parla Astrit Dakli, giornalista del Manifesto.

Egitto Cancellati voli per Tel Aviv e Beirut

La Air Sinai, l'unica compagnia di bandiera egiziana a fare scalo in Israele, ha cancellato stamane i suoi voli su Tel Aviv in seguito all'attacco israeliano al Libano. Anche EgyptAir e la compagnia aerea libanese Middle East Airways hanno cancellato i loro voli tra Il Cairo e Beirut.

Striscia di Gaza divisa in due

Militari di invasione israeliani continuano a bloccare la principale arteria stradale che collega il nord e il sud della striscia di Gaza, spaccando di fatto in due l'area. All'interno dell'ex complesso di insediamenti illegali ebraici di Gush Katif si sono insediati dei soldati israeliani. Al valico di Rafah, nel sud dell'area, tuttora sbarrato, oggi è deceduta una donna palestinese di 27 anni, in attesa da giorni sul versante egiziano di poter entrare nella striscia di Gaza. Sono migliaia comuqne i palestinesi fermati in zona.

Scontri al sud dell'Afghanistan, 19 talbani uccisi

Nel sud del paese, 19 talebani sono stati uccisi in scontri con le forze di coalizione. Il portavoce del governo riferisce che nella provincia di Helmand, forze talebane hanno attaccato il villaggio di Nawzard, mirando a colpire un presidio delle truppe della coalizione. I commercianti del centro sono stati accerchiati e costretti a fuggire, poi l'attacco è iniziato. La coalizione ha bombardato con la forza aerea, uccidendo 19 talebani.

INDIA MUMBAY: ESPLOSIONI, CENTINAIA DI FERMI MA POLIZIA NON HA PISTE CONCRETE

Almeno 350 persone sono state arrestate dalla polizia indiana perché sospettate di avere legami con la guerriglia indipendentista del Kashmir e di avere avuto ruoli diretti o indiretti nell’attentato di martedì scorso, che ha visto 8 bombe esplodere a Mumbay (Bombay), città di 16 milioni di persone, mettendo in tilt l’intero apparato ferroviario della città e uccidendo 200 persone, alle quali vanno aggiunti almeno altri 800 feriti. I fermati, però, non sono stati formalmente incriminati, a dimostrazione che non esiterebbero al momento prove contro di loro.

LIBIA/USA

Gli Stati Uniti hanno revocato oggi le sanzioni al traffico aereo da e con la Libia. Le restrizioni ai voli libici erano una ritorsione per l’attentato di Lockerbie del 1988 contro un volo della ‘Pan Am’, in cui morirono 270 passeggeri, (189 americani). La sospensione delle sanzioni è stata annunciata a margine di una visita ufficiale a Tripoli (che si conclude oggi) di una delegazione Usa guidata da Paula Dobrianski, alto funzionario del Dipartimento di Stato.

TURCHIA/UE

L’Unione europea (Ue) ha chiesto al governo di Ankara di emendare un controverso articolo del suo codice penale che obbliga i giudici a condannare al carcere chiunque sia ritenuto colpevole di aver offeso il senso di appartenenza alla nazione turca. La richiesta sostiene in particolare le proteste della stampa turca, i cui giornalisti sono arrivati a imbavagliarsi in segno di protesta per dimostrare l’impossibilità di svolgere il loro lavoro a causa di questa norma. Il caso più noto è quello di Orhan Pamuk, il più famoso scrittore turco, condannato al carcere per avere scritto un articolo in cui faceva autocritica per le responsabilità turche nel genocidio degli armeni.

Microsoft. Maxi multa dall'Unione Europea: non rispettate norme sulla concorrenza

Nuovo duro colpo per Bill Gates. La Commissione Ue ha imposto alla Microsoft una maxi multa di 280,5 milioni di euro per la mancata applicazione delle correzioni indicate da Bruxelles nel marzo 2004 come rimedio per l'abuso di posizione dominante della società Usa. L'Antitrust Ue sostiene che Microsoft "non ha fornito una informazione completa e accurata sulla interoperabilità" dei sistemi software: il mancato rispetto di questa ingiunzione "ha eliminato l'efficacia dei rimedi" pro concorrenza. La Microsoft ha fatto sapere che ricorrerà in appello. "Abbiamo grande rispetto per la Commissione e questo processo - si legge nella nota diffusa dalla società informatica americana - ma non riteniamo che alcuna sanzione, per non parlare di una sanzione di tale entità, sia appropriata, a fronte della mancanza di chiarezza nella decisione originaria della Commissione e delle nostre prove di buona fede nel corso degli ultimi 2 anni. Chiederemo ai giudici europei di decidere se i nostri sforzi di adeguarci alle disposizioni sono stati sufficienti e di stabilire se è giustificata la sanzione senza precedenti da parte della Commissione".

ITALIA

presentato il rapporto annuale al parlamento sulle tossicodipendenze

Nel 2005 sono morti per overdose 603 persone, un dato sottostimato poiché non tiene conto dei casi in cui non sia intervenuta l'Autorità Giudiziaria. La causa del decesso è stata attribuita nella maggior parte dei casi all'eroina. E' quanto emerge dalla Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, presentato oggi alla stampa. Umbria e Lazio sono le regioni dove si registra il maggior numero di decessi per overdose, Perugia e Roma le province più a rischio. L'80% delle oltre 90.000 segnalazioni effettuate per uso e possesso di sostanze stupefacenti riguardava comunque la cannabis, il 13% la cocaina e il 7% l'eroina. Dal documento parlamentare risulta un aumento dei detenuti per reati connessi alla droga; aumentano anche i tossicodipendenti in carcere, circa il 29% del totale della popolazione carceraria del 2005. Sentiamo Sabrina Molinaro, ricercatrice del CNR, che ha presentato il documento

CORRISPONDENZA

continua il presidio di fronte alla pisana

ieri mattina una delegazione di massa degli occupanti del S. Michele e del Coordinamento cittadino di lotta per la casa si e' recata sotto la regione e ha fatto pressione per essere ricevuta dal consiglio regionale in corso e discutere sulla propria situazione. Durante la mattinata la polizia è anche intervenuta in maniera dura, caricando indiscriminatmente tutti i partecipanti al presidio per impedire l'accesso degli occupanti nella sede della Regione. Il consiglio regionale è stato sospeso per organizzare un incontro con gli occupanti che ha pero' rimandato alla gionrata di domani. è continuata tutta la notte l'occupazione del piazzale antistante la regione alla pisana con una tendopoli.

CORRISPONDENZA

facciamo un punto sui mondali antirazzisti che si stanno svolgendo fino a domenica a montecchio in provincia di reggio emilia.

CORRISPONDENZA

Il Rojava è sotto attacco da parte dello stato Turco

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Durata 6m 31s

Dopo l’attentato di Istanbul, che ha causato 6 morti numerosi feriti e caos e paura diffusi,  il governo centrale ha avviato una campagna politica trovando l’origine dell’attentato in Rojava , accusando quindi il pkk, le ypj, le ypg. Le prime dichiarazioni governative erano pura vendetta, come si riscontra nelle dichiarazioni del ministro dell’interno. Le fonti locali in Rojava  parlano di ingenti bombardamenti , civili uccisi , droni militari. Ankara invece parla di un’operazione legittima che sta puntualmente evitando i civili. Washington da tempo riteneva probabile un attacco turco di questa portata. L’attenzione va mantenuta alta sia perché è chiaramente un’azione militare legata alla politica interna della Repubblica turca e sia perché stanno uscendo le prime dichiarazioni degli arrestati dopo l’attentato, che senza sorprese sono strane e contraddittorie.

Ne parliamo con Murat Cinar, giornalista esperto di Turchia e Kurdistan.