Chiara Cruciati, giornalista de Il manifesto ci aggiorna sulla lotta per l'autodeterminazione teriitoriale degli Ezidi, la popolazione più colpita nel 2014 dall'Isis. Da allora dopo la liberazione delle unità curde Ypg e Ypj della popolaziona Ezida attaccata dall'Isis, tanto lavoro è stato fatto per l'autodifesa e l'autodeterminazione territoriale a Shengal. Applicare il Confederalismo democratico è stato possibile in questi anni perchè nessun esercito di nessun stato era presente nella zona visto che erano tutti scappati dopo l'arrivo dell'Isis. Oggi l'esercito iracheno di Baghdad vuole far tornare Shengal sotto il loro controllo, ma la popolazione Ezida resiste fortemente.
Con il giornalista Murat Cinar facciamo il punto sulla posizione della Turchia nel conflitto russo-ucraino. Membro NATO con importanti e forti legami economici e strategici sia con Mosca che con Kiev, Ankara sta affrontando la sfida dell'aggressione russa all'Ucraina con estrema prudenza, nel tentativo di minimizzare i rischi, ma anche sfruttare le possibili opportunità.
La Turchia è entrata in Afghanistan sotto forma di missione militare sin dall’inizio dell’occupazione statunitense appoggiata dagli alleati della NATO: nell'attuale fase di "disingaggio" da parte delle potenze imperialiste la Turchia rimane ma per giocare un ruolo utile ai propri interessi espansionistici. Erdogan vuole un ruolo nel caos afghano. La Turchia può diventare il dominus di fatto dell’area, giocando sui vari conflitti che la affliggono? Ne parliamo con il giornalista Murat Cinar.
Con Murat Cinar parliamo di due questioni relative alla Turchia:l 'uscita dalla Convenzione di Istanbul e l'accusa nei confronti della Mezzaluna da oarte del Dipartimento di Satato americano dell'utilizzo di bambini-soldato.
La Turchia è definitivamente fuori dalla Convenzione di Istanbul. Cento giorni dopo il decreto del presidente Recep Tayyip Erdogan, che aveva scatenato la rivolta delle donne e l'indignazione della comunità internazionale, l'uscita di Ankara dal trattato contro la violenza di genere entra in vigore. La Turchia diventa il primo Paese a ritirarsi dalla Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, che venne aperta alla firma nel 2011 nella sua città più rappresentativa e che fu la prima a ratificare l'anno successivo.
Il Dipartimento di Stato americano, pochi giorni fa, ha inserito la Mezzaluna nell’elenco dei paesi che sono implicati nell’utilizzo di soldati-bambini. In particolare si tratterebbe di adolescenti siriani, reclutati e inviati a combattere nella divisione Sultan Murat. Non è finita. Secondo Washington, la Turchia è sospettata di avere fatto lo stesso anche in Libia, Non si tratta, in Libia, di un fenomeno nuovo. Già nel 2018 e 2019, l’UNICEF aveva denunciato l’impiego di minori da parte di milizie legate a Tripoli per trasportare armi e rifornimenti e in alcuni casi per essere direttamente schierati al fronte, insieme con mercenari.
Intervento repressivo contro una delegazione internazionale europea nel Kurdistan iracheno spalleggiata dalla Turchia e dalla Germania. Ne parliamo con una compagna.
Venerdì 11 Giugno CONFERENZA STAMPA h 10 -12 in P.za Gentile da Fabriano
In occasione della partita inaugurale della Coppa Europea UEFA , Turchia-Italia, giornata di solidarietà con i popoli curdo-mediorientali martoriati dal dittatore Erdogan, per la libertà,la pace e la democrazia in Turchia,Siria,Iraq e MediOriente.
Il prossimo 11 giugno allo stadio Olimpico, nel mentre la Turchia si appresta a competere con l'Italia mostrando il volto dello sport più amato dagli sportivi europei, l'altra faccia della medaglia mostra una Turchia sotto regime dittatoriale che segrega migliaia di oppositori tra cui centinaia di giornalisti,avvocati,scrittori,artisti, che mette fuori legge e arresta deputati HDP e sindaci curdi eletti, che detiene-tortura-uccide le minoranze etniche e bombarda-distrugge i loro villaggi , che invade e occupa territori siriani e iracheni imponendo pulizia etnica,cacciando gli autoctoni e sostituendo i profughi con orde jihadiste e fondamentaliste.
Vogliamo sperare che anche di questo si accenni e si approfondisca mentre si scrive e si parla dell'evento sportivo che inaugura il campionato UEFA.
I rappresentanti e i sostenitori dei diritti del popolo curdo sono qui a ricordarlo in nome dell'universalità dei diritti umani, e del messaggio di pace e democrazia che il movimento curdo sotto la guida lungimirante di Ocalan - il Mandela del Medio Oriente - propone a tutti i popoli che combattono le dittature.
La settimana scorsa la procura di Ankara ha emesso un mandato di arresto nei confronti di Sedat Peker, un boss mafioso turco che dal suo esilio nel Golfo Persico posta ormai da diversi mesi una serie di video, divenuti popolarissimi, in cui svela una serie di rivelazioni in merito a episodi di corruzione e malversazione che vedono come protagonisti esponenti di primo piano del regime di Erdogan, in primis il potentissimo ministro dell'interno Suleyman Soylu, contro cui si concentrano gli strali del latitante.
In esilio da oltre un anno, prima nei Balcani e poi nel Golfo Persico, passando per il Marocco, Sedat Peker è un ultranazionalista che ha ampiamente collaborato con l'attuale amministrazione turca, prima di cadere in disgrazia per ragioni non ancora chiarito. Conosce bene dunque quali sono le vere fondamenta del potere di Erdogan e della sua cricca.
Abbiamo chiesto al giornalista turco Murat Cinar di raccontarci le vita e le gesta di questo personaggio che sta tenendo con il fiato sospeso un intero paese.
Il "sofa-gate" - le due sole sedie cioè riservate ad Erdogan e Michel, con la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen costretta a sedersi su un divano a latere, ha mostrato chiaramente come tematiche simboliche in seno all'Europa finiscano strumentalmente per sovvertire l'ordine gerarchico dei discorsi che davvero contano. Il vertice di Ankara serviva ad Unione Europea e Turchia per riprendere il dialogo su alcuni dossier vitali per l'agenda politica internazionale, tra cui la gestione dei rifugiati siriani Proprio in questo senso, dopo i 6 miliardi di euro già elargiti con l'accordo del 2016 da Bruxelles per la blindatura dei confini tra Grecia e Turchia, entrambe le parti in causa caldeggiano un rinnovo dei finanziamenti. Ne parliamo con il giornalista Murat Cinar con cui ci aggiorniamo anche sugli sviluppi delle rivolte universitarie di Bogazici e sulle condizioni carcerarie dei detenuti politici in Turchia.
La corrispondenza dal presidio in solidarietà con tutte le donne che vivono in Turchia e contro l'uscita della Turchia dalla Convenzione di Istambul annuncata da Erdogan.
La Turchia è uscita dalla Convenzione di Istanbul, il primo trattato internazionale sulla prevenzione e la lotta contro la violenza di genere e la violenza domestica. Il presidente turco Erdogan ha annunciato il ritiro sabato 20 marzo, scatenando le proteste nel paese di migliaia di donne turche che sono scese in piazza in diverse città. Secondo i conservatori il provvedimento minerebbe l’unità familiare, incoraggiando il divorzio e dando spazio alla comunità Lgbtqi+ per essere maggiormente accettata nella società. Dunque la Turchia si ritira dalla Convenzione di Istanbul, reprime il dissenso interno con carcere e torture - è notizia di pochi giorni fa che Ozturk Turkdogan, presidente della Ihd, l’organizzazione per i diritti umani più importante della Mezzaluna, è stato arrestato dalla polizia - ; mette al bando i partiti di opposizione e ne incarcera gli appartenenti – pochi giorni fa la polizia turca ha arrestato una decina di persone, fra le quali tre funzionari di primo piano del Partito Democratico dei Popoli, culmine di un procedimento in atto da anni con l’obiettivo di cancellare il terzo partito per importanza in ambito parlamentare- ; massacra i curdi, ha ricevuto 6 miliardi dall’UE per torturare e segregare migranti per conto nostro. Di tutto questo parliamo questa mattina con il giornalista Murat Cinar.