Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa

aborto

Io Decido, occupazione ordine dei medici

Data di trasmissione
Durata
Durata

#iodecido Comunicato sull’azione di oggi all’Ordine dei medici

 
Oggi, 4 marzo 2014, una centinaio di persone della rete  #iodecido ha occupato la sede dell’Ordine dei Medici di Cola di Rienzo, per rivendicare l’accesso libero e gratuito all’aborto, la reperibilità 24h in ogni territorio della pillola del giorno dopo, l’autonomia decisionale per tutto il percorso di nascita e la depatologizzazione delle condizioni trans, per opporsi alle decisioni arbitrarie dei medici su@ neonat@ intersex e alla violenza ostetrica . È stato chiesto un tavolo di discussione per riaprire il dibattito sull’obiezione di coscienza, che limita la libertà di scelta delle donne. In tutta risposta l’ordine dei medici si è rifiutato di aprire un confronto e di prendere posizione, di fatto appoggiando la cultura del controllo sui corpi. Come se non bastasse hanno chiamato le forze dell’ordine che hanno preteso di identificare e denunciare i/le manifestanti, riducendo la questione a un mero problema di ordine pubblico. Vergognoso il comportamento della polizia che ci ha letteralmente scortato, spintonandoci e insultandoci, fino alla metro, impedendo il diritto a manifestare pacificamente e la nostra libertà di movimento.
Ma noi non ci facciamo intimidire dalla gestione autoritaria di questo governo e sabato 8 marzo saremo tutt@ in piazza in un corteo-street parade che invaderà le strade della città.

Appuntamento ore 15:00 da Piazzale dei Condottieri.
#retecittadina #iodecido verso l’#8marzo

 

Mai più clandestine in difesa della 194

Data di trasmissione
Durata

Sabato 1 Marzo
ore 15.00
Piazza del Popolo, Roma

#maipiùclandestine
Campagna in difesa della 194

Sabato 1 marzo parte #maipiùcladestine, campagna in difesa della 194, legge per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza. A promuoverla diverse realtà, associazioni, collettivi e singole donne da anni impegnate nella perenne battaglia contro chi questa legge tenta in tutti i modi di minarla.

Sulla scia delle proteste spagnole, nate da una proposta di legge del governo di centrodestra che vuole smantellare la legge sull’aborto, autorizzandolo solo in caso di stupro, di rischio per la salute fisica o psichica della donna e di gravi anomalie del feto, anche l’Italia si mobilita: obiettivo è costruire una rete in tutto il territorio nazionale affinché si tenga alta l’attenzione sul diritto alla salute delle donne e sulla libertà di scelta. L’attacco alle donne spagnole non è infatti solo una questione nazionale: sotto scacco sono tutte le donne europee, basti pensare che il 10 dicembre scorso il Parlamento europeo ha bocciato la “Risoluzione Estrela” che chiedeva che l’aborto fosse legale e sicuro per le donne in tutti i paesi dell’Unione.

Da noi la battaglia si concentra sulla richiesta della piena applicazione della legge conquistata nel 1978. Nel nostro Paese, infatti, il problema non è la legge quanto la sua difficile applicazione, dato il numero elevatissimo di medici obiettori di coscienza – ben 7 su 10 – nel sistema sanitario pubblico. In Italia è una manciata di medici a garantire l’applicazione della 194, i non obiettori sono così pochi che spesso non fanno altro che praticare aborti. Tra 10 anni, quando questa classe medica sarà in pensione, la 194 sarà completamente inapplicabile.

Nel Lazio le cose vanno ancora peggio: secondo il Ministero della Salute obietta l’80% dei medici. Nel 1987 erano 53 le strutture che effettuavano aborto, oggi si sono ridotte a 25.Questa situazione mette le donne e tutti noi di fronte a una dura realtà: la legge c’è ma chi ha la responsabilità di farla funzionare se ne lava le mani. Proprio per questo nel Lazio è già partito un appello al Presidente della Regione, Nicola Zingaretti, con la richiesta che tutti i presidi ospedalieri pubblici e convenzionati garantiscano l’accesso all’Interruzione volontaria di gravidanza e dispongano di un numero adeguato di ginecologi, anestesisti e personale non medico non obiettori.

Impedire l’applicazione della 194 equivale a mettere le donne in pericolo costringendole ad una via crucis lunga e dolorosa alla ricerca di una struttura disponibile all’interruzione di gravidanza, o quando va peggio, all’aborto clandestino. Non possiamo e non vogliamo tornare indietro nel tempo. L’autodeterminazione delle donne è un diritto e una garanzia per la società intera.

Il 1 marzo saremo a Roma, in piazza del Popolo, dalle ore 15.00  in poi, per mettere in scena questa via crucis, per gridare allo scandalo di un Paese che vuole spingere le donne verso la clandestinità, saremo in piazza a denunciare i responsabili di questa situazione, saremo in piazza per dire alle donne che il diritto all’aborto è diritto alla salute, e ci riguarda tutte.

#maipiùclandestine

La Questura di Roma vieta il corteo in ricordo di Giorgiana Masi e contro il femminicidio

Data di trasmissione
Durata

Corrispondenza con una compagna

 

Dopo 2 giorni di trattativa con la Questura di Roma, i gruppi e le associazioni di donne, i collettivi autorganizzati e liberi individui, promotori della giornata del 12 maggio in ricordo di Giorgiana Masi, contro il femminicidio e in contestazione alla “Marcia per la vita” convocata dall’oltranzismo cattolico, ricevono il divieto di manifestare in qualsiasi luogo adiacente al percorso della marcia.

Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come l’operato delle forze dell’ordine sia asservito ai poteri del governo cittadino e allo stato del vaticano, nascondendo una marcia tutta politica sotto le vesti di manifestazione sportiva, e adducendo motivi di ordine pubblico.

Giorgiana Masi come centinaia di persone il 12 maggio del 1977 erano in strada sfidando, anche quella volta, il divieto di manifestare.

Oggi come ieri saremo nelle strade del centro di Roma, partendo da Piazza Campo de Fiori fino ad arrivare a Ponte Garibaldi.

Con o senza autorizzazioni noi costruiremo la nostra giornata.

La nostre vite sono autodeterminate e la nostra rabbia non si placa.

 

Giovedì 9 maggio ore 18 assemblea pubblica a piazza Sonnino

 

Il 12 maggio tutti e tutte in piazza!

Consultori sempre a rischio

Data di trasmissione
Durata

Corrispondenza con una compagna dell'Assemblea delle donne dei consultori ASL RMH (durata: 17'34'')

 

L'Assemblea delle donne dei consultori ASL RMH denuncia la decisione presa dal giudice minorile Goggi che, di fatto, ha impedito ad una giovane donna di interrompere volontariamente la sua gravidanza.
Questa è una storia emblematica delle tante difficoltà che le donne incontrano quando vogliono abortire, unitamente ai tagli di personale dei consultori, al loro ridimensionamento nei territori, al dilagare dell'obiezione di coscienza che rende difficile persino ricorrere alla contraccezione d'emergenza.

 

Per info scrivere a: assembleadonneconsultori@hotmail.it