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legge 194

Antiabortisti nei consultori: non staremo a guardare

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Durata 18m 24s

Con una compagna di Obiezione Respinta, un progetto transfemminista che si occupa di mappare l'obiezione di coscienza in Italia, commentiamo l'emendamento al DL 19/2024, approvato in Senato il 23 aprile 2024, che spalanca le porte agli antiabortisti nei consultori pubblici, legittimando le associazioni antiabortiste e rafforzandone la presenza all'interno dei consultori

L'aborto. Una storia

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Con le storiche Alessandra Gissi e Paola Stelliferi presentiamo questo importantissimo volume sulla storia dell'aborto. Il libro, oltre ad essere di piacevole lettura è un volume importante per riportare al centro del discorso la storia del femminismo e del dibattito sul corpo e l'autodeterminazione che non inizia nè finisce con la legge 194 del 1978.

Il libro edito da Carocci fa parte della collana diretta da Michele Colucci, Nodi dell'italia repubblicana.

Coordinamento Regionale Sanità

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Durata 2h 5m 1s

Collettivo Femminista Rosse di Ostia

Iniziativa del 20 dicembre

Prossime mobilitazioni Asl Rm3

 

Usi Sanitá

Tentativo di Chiisura Ospedali San Carlo e San Paolo di Milano

Mobilitazioni

 

Comitato di Lotta Viterbo

Si Cobas Viterbo

Iniziativa del 19 dicembre

Riapertura Ospedale Sant'Anna

 

Riapriamo Villa Tiburtina

Iniziativa del 23 dicembre

Prossimi appuntamenti

 

Presidio Rebibbia del 31 dicembre

Situazione sanitaria carceri

Repressione carceri

 

Cronache in Corsia

 

Portogallo

Intervista ad un medico locale

Roma: rinviata la discussione sulla mozione antiabortista

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Durata 1m 38s

Non raggiunto il numero legale dall'Assemblea Capitolina che si riunirà nuovamente domani, martedì 23 ottobre e poi giovedì 25 quando pare che sarà di nuovo all'ordine del giorno la mozione anti-abortista presentata da Fratelli d'Italia.

Oggi il presidio è sciolto, l'appuntamento per tutte quindi è per giovedì 25 in Campidoglio, dalle 14 in poi.

A 40 anni dalla legge 194 sull'aborto

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Durata 56m 48s

Sono passati 40 anni da quel 22 maggio del 1978 quando una legge italiana sancì il diritto delle donne di praticare l'aborto. Dopo tutti questi anni tuttavia, pur essendo una buona legge, molte volte non si riesce ad applicare visto l'alto numero di obiettori negli ospedali.

Ne parliamo con Simona di Non una di meno e con Silvana Agatone, presidente della Laiga, libera associazione dei ginecologi per l'applicazione della 194.

Due gli appuntamenti previsti. Il 26 maggio appuntamento nazionale con cortei cittadini organizzato da NonUnaDiMeno 

Il 25 e 26 maggio la Laiga organizza un seminario sui temi.  

Fuori gli obiettori dal San Camillo!

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Lunedì 16 marzo alle ore 10, 30 presidio sotto la direzione del San Camillo per rispondere all'allarme lanciato dalle ginecoleghe circa il rischio della nomina a primario di maternità e ostetricia un obiettore.

La rete Iodecido lancia il presidio, ne parliamo con una compagna delle Cagne Sciolte.

 

 

È con rabbia e preoccupazione che rispondiamo all'allarme lanciato dalle ginecologhe che operano negli ospedali della provincia di Roma, circa il rischio che al reparto maternità e ostetricia dell'Ospedale San Camillo venga nominato un primario obiettore di coscienza. Siamo costrette a constatare che dichiararsi obiettore di coscienza è la condizione irrinunciabile per fare carriera negli ospedali pubblici.

Il San Camillo è il centro per l'interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) più importante del Lazio, tra le 4 strutture a Roma a somministrare la RU486 (insieme al Grassi, al Sant'Eugenio e al San Filippo Neri). A fronte di altri 4 reparti IVG chiusi di recente nel Lazio (Monterotondo, Sora, Frosinone e Gaeta) e del faticoso e ancora atteso riavvio del repartino del Policlinico Umberto I, il San Camillo rimane il cuore dell'applicazione della Legge 194 nella regione. La nomina di un obiettore confessionale ci dà la certezza che anche al San Camillo nel giro di poco tempo richiedere un aborto significherà andare incontro a mille ostacoli, dai tempi d'attesa agli obiettori di coscienza.

Vogliamo richiamare alle sue responsabilità il governatore della regione Lazio Nicola Zingaretti: oggi garantire l'applicazione della legge 194 significa porre misure di tutela della salute e dell'autodeterminazione delle donne, come la garanzia di trovare medici non obiettori in ogni ospedale pubblico, facendo sì che questa scelta non sia più un limite alle possibilità di carriera di questi medici, evidentemente soggetti a discriminazione. Chiediamo a Zingaretti di indire un nuovo bando di concorso per il San Camillo in cui tali discriminazioni vengano efficacemente contrastate e i diritti delle donne e dei medici non obiettori rispettati.

Chiediamo infine al Governatore di mettere in atto quanto è in suo potere per garantire il Turn Over del personale medico e la massima qualità e assistenza negli ospedali pubblici così come nei consultori, sempre più poveri di personale qualificato e di risorse. È altrettanto necessario garantire le risorse necessarie e mettere tra le priorità nella riqualificazione la formazione e l'aggiornamento degli operatori sanitari in particolare per quanto riguarda l'IVG e la RU486, la prevenzione e la contraccezione.

Alla direzione sanitaria/generale del San Camillo chiediamo l'immediata attivazione di un reparto dedicato alla somministrazione della RU486. Inoltre ci batteremo affinchè il reparto IVG non venga scorporato dal reparto Maternità e trasferito in un'altra ala dell'ospedale. Questa scelta potrebbe rappresentare un rischio concreto per la vista stessa delle donne ricoverate, dilatando, in casi di emergenza, i tempi di trasferimento tra i diversi padiglioni.

Diamo appuntamento lunedi 16 marzo h10,30 sotto la direzione sanitaria del San Camillo durante i colloqui per la nomina del nuovo primario, affinchè tale nomina venga rinviata al momento in cui siano individuati candidato adeguati, che garantiscano i diritti delle donne e che rispondano pienamente alle mansioni richieste nella sanità pubblica.

9 maggio assemblea a piazza Mastai NOmarcia sulla vita

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Durata 7m 25s

Il 12 maggio è prevista a Roma la Marcia sulla vita, organizzata da realtà catto-fasciste-integraliste, dai contenuti arcaici e lesivi della libertà di scelta e autodeterminazione delle donne. Si tratta di un movimento dalla natura misogena, veicolo di una cultura retrograda e familista che vorrebbe le donne relegate alla subalternità dei ruoli tradizionali, la stessa cultura fascista responsabile della quotidiana sopraffazione e violenza nei confronti delle donne. Provocatoria appare inoltre la  scelta delle organizzazioni cosiddette "prolife" di manifestare il giorno in cui ricorre l'anniversario della morte di Giorgiana Masi,  uccisa dal piombo di Stato nel 1977, data simbolo delle lotte del movimento femminista. Per contrastare l'oltraggiosa presenza "prolife" a Roma, circola da giorni un appello che ha raccolto vaste adesioni e che lancia un'assemblea per domani pomeriggio alle 18.