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carceri

USA: Erica Garner e i Dreamers

Data di trasmissione
Durata 22m 19s

Parliamo della morte di Erica Garner, attivista di Black Lives Matter, ricoverata in ospedale per un problema cardiaco, non ha ricevuto le cure necessarie. Ennesima donna nera morta per noncuranza. Erica era diventata attivista in seguito all'uccisione, da parte della polizia di suo padre, Eric Garner, strangolato perché vendeva sigarette sfuse. Continua in USA quindi la guerra contro gli afro americani, soprattutto verso le donne. In un momento in cui Trump annuncia di voler espellere 800 mila dreamers, giovani entrati in USA con i genitori e che ormai adulti ed inseriti nella società americana, si trovano ancora in una situazione di illegalità.

La situazione carceraria negli Stati Uniti d'America

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Durata 55m 11s

Con un compagno facciamo un punto sulla situazione delle carceri americane e sull'uso delle detenute e dei detenuti nel mondo del lavoro, soprattutto nello spegnimento degli incendi in California.

 

Abbiamo poi approfondito la situazione di Amazon e della decisione di Trump di voler spostare l'ambasciata americana da Tel Aviv a Gerusalemme.

Contro il carcere 25/02

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Durata 59m 56s

Ricordo della compagna Teresa Scinica morta alcuni giorni fa. Commenti indegni degli agenti carcerari per il suicidio di un detenuto. Il carcere è sempre più "di classe": solo 203 "colletti bianchi" nelle carceri italiane a fronte di 7.900 in Germania, per imbrogli finanziari, bancari, fiscali, corruttori e concussi. Il carcere è riservato ai proletari senza salario né reddito.

Contro il carcere 27/4

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Durata 59m 7s

Interviste sull'inferno degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG). Prima testimonianza di Ezio Rossi, un compagno detenuto che in carcere aderì ai Nuclei Armati Proletari (NAP), condannato a 26 anni di carceri e poi, a fine pena, internato negli Opg. Seconda intervista a Dario Stefano dell'Aquila dell'Associazione Antigone di Napoli che segue le storie dell'Opg di Aversa, uno dei luoghi più devastanti per chi vi viene rinchiuso. Infine intervista alla giornalista Luciana Parisi di "Rai 3" che ha realizzato reportage in quei lager di Stato.

Bologna - La questura condanna a morte una donna che si ribella a uno stupro

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Durata 2m 20s
Di seguito il testo del volantino PACCHETTO SICUREZZA?
La questura bolognese condanna a morte una donna che si ribella a uno
stupro
Il 20 luglio la questura di Bologna ha deportato una ragazza nigeriana di 23anni, Faith, proprio nel Paese dove era stata condannata a morte per aver reagito ad un tentativodi stupro da parte di un uomo ricco e potente. Faith era stata rinchiusa nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di via Mattei a Bologna, dopo che i vicini avevano chiamato la polizia sentendo le sue grida di aiuto perchè un uomo cercava di violentarla. La polizia ha pensato bene di arrestare lei solo perché non aveva il permesso di soggiorno. Dopo due settimane di detenzione è stata rimpatriata in Nigeria, dove potrebbe essere impiccata a breve da un governo corrotto e complice del peggior colonialismo occidentale. E questo nonostante avesse già presentato domanda di asilo politico. Benché l¹Italia sia uno dei paesi promotori della moratoria contro la pena di morte, lo stato razzista italiano non ha esitato a consegnare ai suoi assassini una donna che ha saputo reagire alla violenza maschile, una donna da cui tutte abbiamo tanto da imparare. Dopo questa vicenda, che segue purtroppo tante altre analoghe, sarebbe ora che ci si chiedesse di che genere di sicurezza blaterino i politici e perchè dovremmo delegare a questa gente e ai loro servitori in divisa la protezione delle nostre vite. La deportazione di Faith è un monito contro tutte le donne che si ribellano alla violenza maschile. Allora ci chiediamo che futuro possa aspettarsi Ngom, un¹altra donna immigrata, senegalese e madre di sei figli, arrivata in Italia dodici anni fa dopo esser fuggita da un marito violento. Ngom, sempre in nome della ³nostra sicurezza², è da qualche giorno rinchiusa nel Cie di Bologna in attesa che un giudice di pace decida se accettare il ricorso contro l¹espulsione o eseguire gli ordini della questura di La Spezia e rimandarla in Senegal dal marito-aguzzino. Non smetteremo mai di dire che la nostra vera sicurezza è la solidarietà fra donne. Per quanto tempo ancora intendiamo tollerare la presenza dei Cie ­ lager di Stato in cui le donne sono spesso sottoposte a ricatti sessuali, molestie e violenze per poi essere rimpatriate col rischio di essere addirittura uccise? La nostra sicurezza non ha bisogno di confini, né di lager, né di passaporti
Lunedì 2 agosto presidio alle 12 in piazza Roosevelt a Bologna
Mai più schiave! (Chi non potesse partecipare al presidio ma intendesse comunque esprimere ilproprio parere sulle connivenze tra l'Italia e i Paesi di provenienza di Faith e Ngom per quanto riguarda le deportazioni: ambasciata nigeriana ­ Roma 06683931; ambasciata senegalese ­ Roma 066865212/066872353

 

Controil Carcere 28 luglio

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Durata 1h 0m

 SUICIDA IN CARCERE, era STATO ARRESTATO PER UNA LITE CONDOMINIALE.

Corrado Liotta, 44 anni, detenuto nel carcere “Cavadonna” di Siracusa, si è ucciso questa notte impiccandosi alle sbarre. Sembra 
che l’uomo sia morto all’istante, poiché nell’appendersi al rudimentale cappio che aveva fabbricato si è spezzato le vertebre cervicali. Fatto 
sta che i compagni di cella non si sono accorti di nulla ed il corpo senza vita dell’uomo è stato scoperto dall’agente di turno, che stava 
effettuando la conta alle 3 di notte.
Liotta era detenuto, in attesa di giudizio, nel Reparto “isolati” del carcere e già la settimana scorsa aveva commesso atti di autolesionismo, ingoiando lamette da barba. Era stato arrestato lo scorso 9 maggio dagli agenti della Questura di Siracusa, intervenuti per sedare un litigio scoppiato in un condominio
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IL PIANO CARCERI NON ESISTE PIU'
Non ci sono i soldi per costruirne di nuove né per assumere gli agenti che dovrebbero farle funzionare. E anzi ci sono, ma si fa finta di niente, una ventina di istituti penitenziari in tutta Italia, che sono da anni abbandonati a sé stessi, edifici dove crescono ortiche e erbacce con grande spreco del denaro pubblico.
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IL CARCERE IN ITALIA CASCA A PEZZI!!!
Tragedia sfiorata stamattina nel carcere di Taranto dove, attorno alle 7, un grosso pezzo di cornicione in 
cemento armato è caduto nella sezione dei semiliberi in cui, fino a qualche secondo prima, stavano passando detenuti e poliziotti 
penitenziari.
Il cornicione caduto aveva un fronte di un metro per circa 10 ed ha provocato un boato che ha creato allarme in tutto il 
penitenziario e anche all’esterno. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, che hanno interdetto tutta la zona adiacente il reparto in 
questione.
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Il tetto dell’ala ponente del carcere di Fossombrone, mostra seri problemi di vetustà al punto che una trentina di detenuti sono già stati trasferiti. “Si tratta di una situazione gravissima - dice il nostro interlocutore che per ovvii motivi chiede di non essere citato - di questo passo la 
stessa presenza del carcere a Fossombrone rischia di essere compromessa se non ci sono interventi immediati”.
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COME MAI SI EVADE COSI' POCO DAL CARCERE??? soltanto nove?
Abbiamo perso il senso della libertà!!! Non è che siamo diventati una società di questurini?
Con la duplice fuga di due detenuti albanesi dal carcere di Pisa, salgono a nove i detenuti evasi dall’inizio dell’anno dalle sovraffollate carceri 
italiane (68.258 contro una capienza regolamentare di 44.568 posti e un limite tollerabile di 67.772).
La sala situazioni del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria rileva, nel 2010, un’evasione dal carcere di Sant’Angelo dei Lombardi (Avellino), due dal penitenziario di Prato, altre due negli istituti sardi di Mamone e Isili, due da Lecco il 18 luglio scorso, e infine le ultime due di oggi a Pisa. Su nove evasi due risultano catturati.