Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano e non maggiore sicurezza e controlli, con questo slogan le donne di nonunadimeno firenze ha indetto per sabato alle 2030 un corteo notturno, per stare a finca alle ragazze stuprate dai due carabinieri.
A partire dagli stupri di Rimini e Firenze un'analisi del dibattito mediatico e delle strumentalizzazioni politiche che sono state portate avanti sui corpi delle donne.
Corrispondenza con una compagna sull'ultima udienza del processo per lo stupro avvenuto a Parma nel 2010, ai danni di Claudia, una giovane compagna, agito in una sede politica da sedicenti compagni. Con questa udienza si conclude il primo grado di giudizio con le condanne degli imputati.
Si sta svolgendo oggi l'ottava udienza del processo per stupro ai danni di una compagna dentro una sede autogestita e "antifascista" Un gruppo di compagne e compagni si sono riunite-i stamattina in presidio sotto al tribunale per portare la loro solidarietà a Claudia e ci raccontano cosa succede in quell'aula.
Stanotte a Torino perquisizioni e sequestro di telefoni pc di 4 compagni e compagne.
Aperta indagine per le scritte apparse sui muri del tribunale contro il giudice Minucci che assolse dall'accusa di stupro un ex commissario della Croce Rossa perchè lei non grido' abbastanza forte.
Sentiamo una compagna presente in aula durante l'udienza che si è svolta a Parma che vede imputati alcuni antifa di Parma e di Roma accusati di stupro.
Mercoledì 12 aprile, alle 12, in numerose città italiane ci sono stati presidi davanti ai palazzi di giustizia contro la violenza dei tribunali penali.
La giornata di lotta, lanciata dalle rete “Non Una di Meno” di Torino e fatta propria da tante attiviste della penisola, sarà un’occasione per esprimere solidarietà femminista alle vittime della cultura dello stupro, legittimata e amplificata dagli stessi tribunali che sulla carta le dovrebbero tutelare.
In tribunale le vite delle donne stuprate vengono inquisite, umiliate, messe a nudo. Se non c’è sangue, lacerazioni, urla la donna non viene creduta. Il suo no, il suo basta non è sufficiente a condannare gli stupratori. È la storia di Laura, una dipendente della Croce Rossa di Torino, già vittima di abusi durante l’infanzia, stuprata da Massimo Raccuia collega più anziano e più potente, che il 15 febbraio di quest’anno è stato assolto in primo grado con formula piena.
Ne abbiamo parlato con una compagna di Torino, presente al presidio di stamattina.
Per Laura le giudici del collegio, composto da Minucci, Florio, De Luca, hanno disposto il rinvio degli atti alla procura, perché valuti se procedere per calunnia. Laura rischia di diventare imputata.
Un commento alla sentenza di Torino che assolve lo stupratore perchè lei non urla ma dice solo basta.
Previste delle mobilitazioni di nonunadimeno per il 12 aprile davanti ai Tribunali e per il 2 aprile a Torino. Di seguito comunicato.
Ci basta il basta di Laura
ASSEMBLEA ANTISESSISTA - TORINO·MARTEDÌ 28 MARZO 2017
Il 15 febbraio 2017 il Tribunale di Torino ha assolto Massimo Raccuia, ex commissario della Croce Rossa, accusato di molestie e stupro da una dipendente interinale della Cri. Nel procedimento, avviato nel 2011, il pm Marco Sanini ha chiesto 10 anni per l’imputato, credendo alle parole della donna. La donna invece è passata da parte lesa a imputata per calunnia, poiché il suo racconto è stato giudicato inverosimile e il fatto non sussiste. Ora, prima di ogni analisi, il nostro pensiero va a Laura a cui noi crediamo. Le sue parole e il suo gesto ci danno forza e da ora in poi non la lasceremo sola. Se toccano una toccano tutte! I processi per stupro li conosciamo in tutta la loro violenza, per questo motivo alcune avvocate richiedono un cambiamento sostanziale nel modo in cui vengono affrontati. La prassi è che la donna, parte lesa, venga obbligata a ricordare e raccontare nei particolari i momenti della violenza subita di fronte all’accusato. Inoltre vengono assunti particolari irrilevanti quali le abitudini e lo stile di vita della donna che influenzano la valutazione dell’attendibilità della parte lesa. Ma veniamo alla sentenza del collegio presieduto dalla Giudice Diamante Minucci: non ci stupisce ma ci ricorda l’arroganza dei tribunali. Questa volta però per quanto ci riguarda si è passato il limite del ragionevole. Basterebbe poco a confutare la base stessa della sentenza, secondo cui “se non ha urlato non c’è stata violenza”: molto spesso chi subisce violenza non è in grado di reagire. Ma quello che più ci interessa non è la mancanza di logica e l’evidente ignoranza di questo collegio, ma la precisa responsabilità politica e sociale che si assume con questa pronuncia. Trattando il caso senza il dovuto approfondimento ripropone, perpetua e rafforza un modello culturale sessista e violento, e si rende complice delle violenze future. Qui infatti non si parla di lettura dei fatti ma di ragionamento fondato sul non riconoscimento della violenza perché la reazione ad essa è stata giudicata debole. È evidente che questo impianto non segue alcuna logica, perché la reazione non misura la veridicità della violenza agita. Inoltre la giudice per sostenere la sua tesi sentenzia che dire Basta non Basta e prosegue affermando che il racconto della donna è inverosimile poiché non è accompagnato da condotte tipiche riscontrabili durante uno stupro. Questa posizione del tribunale oltre che assurda e illogica è di una gravità inaudita; non siamo di quelle che chiedono pene e aggravanti ma di certo riconosciamo il portato che queste sentenze hanno sulla nostre vite: rafforzano il potere di chi stupra e indeboliscono chi reagisce. Ora poniamo noi delle domande: La violenza c’è solo se chi la subisce urla? Lo stupro sussiste solo se c’è il test di gravidanza che lo prova o altre condotte tipiche? Se la reazione non è forte vuol dire che c’è consenso? Una donna che racconta uno stupro deve essere lucida e chiara? Ci basta il basta di Laura per dire che se non c’è consenso è stupro. Questa sentenza ci coinvolge tutte per questo la nostra lotta sarà più forte e più determinata.
Il 2 aprile 2017 ore 16, piazza Castello, Torino Casserolata per dire “Basta alla violenza dei tribunali” della Rete Nudm Torino:
Torniamo, grazie al contributo di una compagna che vive a Parigi, sul brutale stupro di un poliziotto ai danni di un ragazzo (dal colore scuro della pelle, chissà perché?!) fermato nella banlieue pariginia(qui altri contributi).
Ieri il Presidente francese Hollande è andato a trovare il ragazzo all'ospedale.
Sulla stampa francese si glissa sull'accaduto (Le Monde nemmeno ha trattato la notizia).
Qual è lo stato della repressione in Francia? Come si muove la giustizia dei tribunali borghesi in un periodo di stato d'eccezione giuridico?
Intanto continuano i tumulti − nelle banlieue − e piccoli focolai di rivolta continuano a manifestarsi nella metropoli francese. Ma, anche su questo, la stampa tace. Proprio durante la diretta è in corso una manifestazione a Parigi.