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Bruxelles: police partout, justice complice

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Durata 31m 37s

Dopo la morte di Ibrahima Barrie, ucciso in un commissariato di Bruxelles a gennaio 2021, l’esplosione della rabbia ha saputo trovare le giuste maniere per esprimersi. Tuttavia, questo assassinio poliziesco non costituisce un episodio isolato nella realtà belga, fatta di razzismo strutturale, brutalità poliziesca e complicità della magistratura; un quadro che la situazione di confinamento degli ultimi mesi ha puntualmente aggravato. Di questa vicenda e di questo quadro ci parlano un compagno e una compagna di Bruxelles.

Fonte: https://radiocane.info/bruxelles-police-partout-justice-complice/

Coordinamento Regionale Sanità

Data di trasmissione

0:00:00
Inizio Trasmissione, sigla e indice

0:03:05
Piano Vaccini 2021 Regione Lazio
Una riflessione sulla voluminosa delibera regionale

0:37:30
Subsonica: Depre

0:39:40
Santè en lutte
Corrispondenza dal Belgio, in francese con traduzione in diretta, delle lotte in Belgio a difesa e rilancio della Sanità Pubblica

1:14:40
Giorgio Canali: Carmagnola #3

1:17:40
Coordinamento Lavoratrici e Lavoratori Spallanzani
Lo Spallanzani fiore all'occhiello dei mass media sulla pandemia, ma è tutto oro quello che luccica?
Ne parliamo con una lavoratrice dell'Ospedale Spallanzani

1:47:10
Goran Bregovic: Bella Ciao

1:48:05
Lotte sulla sanità e per la salute ai Castelli
Corrispondenza con aggiornamenti dalla ASL RM6
Convocato un incontro per i primi di gennaio

1:51:30
Goran Bregovic: Bella Ciao (reprise)

1:52:56
Riapriamo Villa Tiburtina
Corrispondenza con aggiornamento sull'incontro svolto con la Fondazione
Prossimi appuntamenti

2:19:31
Cronache in Corsia
Un Lavoratore dell'ospedal Bel Colle di VIterbo ci racconta che aria tira nell'ospedale

2:25:03
Messaggio di Auguri per il nuovo anno

2:27:50
Enzo Jannacci: Silvano

PROSSIMA TRASMISSIONE MERCOLEDI' 13 GENNAIO SEMPRE ORE 16

PROSSIMO APPUNTAMENO COORDINAMENTO GIOVEDDI' 7 GENNAIO ORE 17
SEDE ALBERONE VIA APPIA NUOVA 357

Belgio e coronavirus: l'anomalia del movimento per la salute

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A colloquio con una compagna che da Bruxelles ci fa il quadro della situazione in Belgio mettendo in risalto le iniziative di lotta del personale sanitario e dei pazienti.

Nella foto: iniziativa di medici e infermieri di un ospedale che per protesta voltano le spalle all'arrivo del primo ministro belga

Belgio: migliaia di contagi, proteste di sanitari e conducenti del trasporto pubblico

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55mila contagi, 9mila morti e il tasso di mortalità più alto al mondo in rapporto alla popolazione. Sono i numeri del Belgio, paese del Nord Europa in cui il coronavirus ha colpito duramente. Negli ultimi giorni si sono moltiplicate le proteste di lavoratori e lavoratrici del comparto sanitario e dei trasporti pubblici per denunciare la mancanza di misure di sicurezza adeguate.

Ne parliamo con Paola, compagna che risiede a Bruxelles.

Belgio: governo federale di emergenza vara le misure di contrasto al Coronavirus

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Dopo quasi un anno il Belgio torna ad avere un governo in carica con pieni poteri. Sophie Wilmès, l’attuale premier, guiderà una coalizione composta dagli stessi tre partiti che ora formano l’esecutivo, che però sarà sostenuto da dieci partiti, ed avrà delega solo per affrontare l’emergenza Coronavirus. Varati i primi provvedimenti di sostegno al reddito e alle imprese per contrastare la crisi economica conseguenza della pandemia.

Nel frattempo il contagio continua a salire: oltre tremila i morti, oltre 18.000 i contagi.

Ne parliamo conuna compagna che attualmente si trova ad Anversa.

Belgio: quando la polizia spara, lo Stato mente e i media rilanciano

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Durata 18m 35s

Corrispondenza con un compagno dal Belgio (Bruxelles).

Riprendiamo da Hurrya:

Il 23 settembre si è tenuto un presidio sotto le mura di recinzione del lager per migranti (CIE) di Bruxelles. Centinaia di persone hanno così commemorato i vent’anni dell’assassinio di Semira Adamu, una migrante soffocata dalla polizia durante il suo sesto tentativo di espulsione. Le persone recluse hanno risposto come potevano dalle grate delle loro celle alle grida, musica e battiture dei/delle solidali. La manifestazione sotto al lager fa parte di una serie di azioni organizzate in queste settimane e che proseguiranno anche la prossima settimana con un sit-in a Jumet (Charleroi) dove sarà costruita un’altra prigione per migranti.

Nei giorni scorsi, tuttavia, nel quartiere in cui si trova anche il parc Maximilien la polizia ha sparato a un uomo belga di origini egiziane che dormiva per strada. In molti, anche in Italia, hanno rilanciato la notizia diffusa dalla polizia che l’uomo avrebbe attaccato le guardie con un coltello. Le cose, tuttavia, non stanno affatto così. Qui di seguito la traduzione di un comunicato scritto da compagni e compagne e diffuso per le strade di Bruxelles: “Lunedì 17 settembre alle 9, nella via chaussée d’Anvers, vicino alla torre WTC (non lontano dalla stazione del Nord N.d.T). Un uomo che dormiva sul marciapiede, cade sotto i colpi da fuoco della polizia. 3 pallottole. Il “perimetro di sicurezza” circondato da teloni istallato in tutta fretta dopo il fatto rappresenta bene la non trasparenza del caso. Dal momento in cui il fatto è reso pubblico, la procura diffonde delle informazioni che mettono l’uomo, senza fissa dimora, nella posizione dell’ “aggressore” colpevole. La stampa rilancia il comunicato ufficiale, e titola già in prima pagina “un uomo pugnala un poliziotto al parc Maximilien”.

Due giorni dopo, un vicino che aveva filmato la scena dopo i tre colpi da fuoco della polizia spiega ai giornalisti di BX1 che “l’aggressore” era già immobilizzato quando i poliziotti gli hanno sparato: “Abbiamo visto tutta la scena e l’uomo era già immobilizzato quando i poliziotti gli hanno sparato addosso. Questi hanno prima usato lo spray lacrimogeno, poi gli hanno sparato. Erano dodici poliziotti attorno a lui, non due. L’uomo è stato ancora percosso dopo. Un altro uomo in borghese è arrivato dopo e gli ha fatto i primi soccorsi, ma non so se era un poliziotto”. A.E., 43 anni si trova tra la vita e la morte da lunedì, vittima delle leggi belghe, sempre più repressive contro migranti ma anche, contro tuttx i/le belgx quando hanno a che fare con il controllo sociale, il diritto al lavoro, l’accesso ai servizi, etc. Quanto accaduto è il frutto delle politiche razziste, di sfruttamento e d’oppressione condotte dallo Stato. La giustizia protegge la sua polizia. E le/i policitx, continuano ancora e sempre i loro discorsi di odio e di esclusione.

La situazione ricorda tristemente il dramma del 17 maggio passato, quando una guardia ha aperto il fuoco sul conducente di una camionetta che trasportava delle famiglie di migranti e la pallottola si conficcò nella testa di una bambina di 2 anni, Mawda. Anche su questo episodio la giustizia si tiene in un’opacità inquietante. Noi rifiutiamo la propaganda di Stato che criminalizza la vittima e riaffermiamo che svegliando brutalmente un uomo che dorme per strada e sparandogli addosso per ucciderlo, la polizia si è ancora una volta resa colpevole di una violenza di cui ha illegittimamente il monopolio. La violenza non viene affatto da un uomo che dorme per strada, ma da un governo che persevera nella sua impresa di criminalizzazione e di invisibilizzazione delle persone già marginalizzate, e il cui braccio armato può permettersi tutto senza preoccuparsi affatto”.

Fuoco alle galere!