L'11 febbraio si è svolta a Bruxelles, per il secondo anno consecutivo, la manifestazione femminista Reclaim the night. Circa 200 le donne che poco dopo la partenza sono state fermate ed identificate dalla polizia. Ne parliamo con una compagna.
A quindici giorni dalle stragi di Bruxelles, ritorniamo a parlare del Belgio, un paese in cui le contrapposizioni linguistiche ed etniche interne continuano a segnare profondamente la vita sociale e politica e dove la destra fiammigna, e non solo, continua a mietere consensi.
Ne parliamo con Paolo Perri, ricercatore presso l'università di Siena ed autore di un articolo sul Belgio apparso recentemente sulla rivista "Il Mulino" (leggi qui).
La prima corrispondenza da Buxelles è delle ore 16.00, la seconda delle 19, 30, con due compagne italiane che si trovano nella capitale belga e che raccontano questa giornata dopo gli attentati.
Stamattina a Bruxelles degli attacchi congiunti all'aeroporto e ad una stazione della metropolitana del centro della capitale belga hanno provocato morti e feriti; i media parlano di almeno 26 vittime e oltre 100 feriti.
Nella prima corrispondenza, con Guido Caldiron, proviamo a raccontare brevemente cosa è successo nel corso della mattinata e ad analizzare lo scenario che si prospetta a livello politico e di gestione dell'ordine pubblico.
Nella seconda corrispondenza una rapida analisi della situazione a Bruxelles all'ora di pranzo; la città è ancora sostanzialmente in stato d'assedio.
In Belgio una protesta è scoppiata in un centro di permanenza per richiedenti asilo, che hanno appiccato un incendio, e alcuni dei quali minacciano di impiccarsi in segno di protesta per le condizioni di detenzione e per presunti soprusi delle guardie da loro denunciati. L'incendio si è sviluppato in un'ala del centro di permanenza di Steenokkerzeel, vicino all'aeroporto di Bruxelles. Alcuni degli ospiti del centro sono stati evacuati e condotti verso altre strutture simili, mentre altri sono saliti sul tetto. «Un'ala alla quale è stato dato fuoco - ha dichiarato il sindaco di Steenokkerzeel, Karel Servranckx - è ora inutilizzabile. Le famiglie con bambini possono restare. Noi stiamo cercando di evacuare le persone che sono salite sul tetto. Non si sa ancora quante di queste persone debbano essere evacuate», ha aggiunto. Alcuni dei richiedenti asilo hanno minacciato di impiccarsi alle sbarre delle loro celle. Da giorni denunciano maltrattamenti, fisici e psicologici, anche pestaggi, da parte dei guardiani e condizioni di detenzione dure. Alcuni hanno avviato da qualche giorno uno sciopero della fame
Dopo gli arresti preventivi di massa ieri a Bruxelles in visione del No Border Camp prima e durante la manifestazione contro la crisi, oggi una grande assemblea ha deciso per un corteo non autorizzato nella giornata di domani.
Ascolta un riassunto della giornata e le considerazioni.
Arresti preventivi di massa ieri a Bruxelles in visione del No Border Camp prima e durante la manifestazione contro la crisi. Oggi un'assemblea per capire come portare avanti i prossimi giorni di lotta.