Corrispondenza con un compagno per l'iniziativa "No Alla Repressione delle lotte. Per la Palestina Libera" di Ven 5 Luglio alle ore 16.30 presso l'auletta autogestita della facoltà di lettere della Sapienza
Oggi conferenza stampa di BDS e Sanitari per Gaza per presentare la campagna di boicottaggio di Teva, azienda israeliana che produce farmaci generici. Ne parliamo con una compagna
1) L'avvocata Chiara Mambro, del foro di Viterbo, ci riassume le enormi difficoltà che affronta chi cerca una vita migliore nel nostro paese, tra burocrazia e sfruttamento.
2) Con una compagna dei Movimenti per il diritto all'abitare ci parla della tendopoli alla scuola Sibilla Aleramo e della grande mobilitazione a Montecitorio di lunedì 24 giugno sull'articolo 5 e il Decreto sicurezza. Prossimo appuntamento martedì 2 luglio alle ore 18 alla Sibilla Aleramo via Tiburtina 967
3) grande manifestazione a Latina dopo la morte di Satnam Singh, il bracciante indiano abbandonato morente senza soccorso dopo che un macchinario gli aveva amputato un braccio
4) a Genova, nell'ambito dello sciopero generale della logistica, bloccato ieri il porto contro l'invio di armi in Israele.
Oggi sciopero nazionale del settore della logistica indetto dal SI Cobas e da varie altre realtà, a Genova una delle manifestazioni più affollate e il blocco di un'intera giornata di quattro varchi del porto partendo dalla consapevolezza che le guerre e il genocidio a Gaza partono da qui e qui bisogna lottare per fermarli.
Le nostre corrispondenze dalla piazza, due realizzate la mattina e una conclusiva nel pomeriggio.
Con una studente del collettivo Zaum lanciamo la manifestazione indetta dall'assemblea studentesca per la Palestina per lunedì 24 giugno (ore 16.30, piazza dell'Immacolata, San lorenzo).
Nella corrispondenza diamo conto della lettera che la rettrice Polimeni ha inviato a tutte le iscritte e tutti gli iscritti dell'ateneo dopo mesi di silenzio con l'unico scopo di stigmatizzare i presulti "atti di vandalismo" ai danni delle strutture. Non una parola sul genocidio a Gaza.
Un aggiornamento con Michele Giorgio, inviato del Manifesto in Palestina, sulla situazione umanitaria e militare nella striscia e in particolare a Gaza.
Lunga chiacchierata in studio con Cecilia Dalla Negra, giornalista indipendente e responsabile di Orient XXI - Italia; parliamo delle storture narrative e della disinformazione del giornalismo mainstream, dei/delle 151 giornalisti e giornaliste palestinesi uccisi/e a Gaza dal 7 ottobre ad oggi, del colonialismo di insediamento e delle sue relazioni con il sistema patriarcale, del pinkwashing di Israele, della presenza femminile nella lotta di liberazione e delle prospettive aperte dall'ultima generazione della resistenza palestinese.
Manifestazione a Roma - Sabato 22 Giugno - ore 17.00 Piazza di Porta Maggiore
Non possiamo abbassare lo sguardo, non ora: il sionismo conta sulla nostra stanchezza, sulla disinformazione mediatica, sulle distrazioni dell'estate imminente. I Palestinesi non smuovono interessi economici, e quindi possono contare su pochi alleati: Libano, Yemen, Iraq e quanti nel mondo siano inorriditi dall'ipocrisia sanguinaria d'Israele. Dopo oltre 8 mesi di massacro, 40.000 trucidati, 100.000 feriti, milioni di sfollati e traumatizzati e miliardi di danni (a Gaza), 10.000 prigionieri, centinaia di ettari illegittimamente espropriati e innumerevoli saccheggi e uccisioni (in Cisgiordania), rimangono solo due atteggiamenti praticabili: il sostegno completo alla Causa Palestinese ed alla sua Resistenza, o la complicità omicida. Quella stessa complicità di cui, con ben più responsabilità, si sono macchiati anzitutto i paesi arabi: petro-monarchie del Golfo, Egitto, Giordania e molti altri. Questi Stati fantoccio - condotti dalla mano sionista e statunitense - già da anni con ipocrisia sostenevano la Palestina a parole, per poi pugnalarne il popolo inerme ad ogni occasione possibile, tramite accordi diplomatici, commerciali e militari volti ad arricchire unicamente le tasche delle autoritarie élite al comando, in sfregio al comune sentire delle rispettive popolazioni totalmente solidali con la Resistenza palestinese. L'esempio più lampante sono gli Accordi di Abramo: in cambio di denaro, tecnologie e scambi commerciali, i paesi arabi conniventi normalizzavano le relazioni con Israele e sdoganavano lo stato d'Apartheid che opprime i Palestinesi. Con il 7 ottobre la resistenza palestinese ha interrotto tutti questi processi che a poco a poco stavano stringendo un cappio mortale al collo della Palestina. E tutti quegli Stati arabi, smascherati nella loro ipocrisia di entità servili che davano copertura ai crimini sionisti, sono stati costretti a scivolare nell'ombra del silenzio mentre scorreva il sangue dei loro fratelli palestinesi… Solo i più poveri, i più sofferenti, si sono fatti avanti: Libanesi, Yemeniti e Iracheni hanno attivamente sostenuto la Resistenza. Per questo, non smetteremo mai di essere loro grati: un motivo in più per appoggiare ogni forma di Lotta finalizzata alla libertà di quelle genti e all'autodeterminazione del Popolo Palestinese!
Non molleremo mai! Palestina Libera! 🇵🇸 Intifada fino alla Vittoria!