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Repressione

Contro il carcere 15/2

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Il pacchetto cosiddetto "svuota carceri" non svuota un bel nulla. In qualche caso peggiora le condizioni dei detenuti. 

Processo per l'Occupazione "8 marzo" Magliana, Roma

Questi sono solo alcuni degli assurdi reati di cui i compagni e le compagne di Magliana sono accusati/e per la vicenda dell’occupazione dell’ex-scuola “8 marzo”.

L’impianto accusatorio viene riproposto senza nessuna novità, e soprattutto senza vergogna, tentando di descrivere una lotta autorganizzata come un’efferata organizzazione criminale.

Rigettiamo tutte le loro false accuse. Rivendichiamo l’auto-organizzazione e la lotta come strade necessarie per il soddisfacimento dei bisogni sociali e la costruzione di un futuro diverso.

Invitiamo tutti e tutte ad essere presenti sotto al tribunale di piazzale Clodio dalle ore 11, in occasione dell’udienza preliminare che deciderà di quali di questi reati i compagni e la compagna dovranno rispondere al dibattimento.

Nella stessa giornata si aprirà il processo contro compagni e compagne della Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese che, durante un’iniziativa di solidarietà con i prigionieri politici palestinesi rinchiusi nelle carceri israeliane, oltre ad essere stati selvaggiamente aggrediti con calci e pugni rivolti unicamente ai palestinesi presenti, adesso si ritrovano sotto processo. Anche loro saranno in presidio accanto a noi quella mattina.

SOLIDARIETA’ A CHI, LOTTANDO, CADE NELLE MAGLIE DELLA REPRESSIONE DI POLIZIA, CARABINIERI E MAGISTRATURA! LIBERTA’ IMMEDIATA PER I COMPAGNI E LE COMPAGNE INCARCERATI PER LE LOTTE CONTRO LA TAV IN VAL DI SUSA!

CSOA Macchia Rossa – Magliana

 

 

Colombia: Enel prepara il massacro

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Da un lato ci sono centinaia di persone, pescatori, costruttori, braccianti, contadini e mezzadri, accampati lungo il fiume. Dall’altro buldozer, scavatrici, luci che illuminano a giorno il cantiere degli italiani e degli spagnoli. In mezzo esercito e ESMAD, i tristemente famosi squadroni antisommossa colombiani che dalla loro creazione ad oggi, hanno ucciso decine di presone reprimendo il dissenso.

In questi giorni l’epilogo del conflitto
che vede contrapporsi da 4 anni da un lato la controllata ENEL – ENDESA e dall’altro le comunità residenti e resistenti che verranno sfollate per aprire spazio a un mega progetto idroelettrico. Il Quimbo, questo è il nome della diga che le multinazionali italo spagnole pretendono costruire, è una gigantesca opera che inonderà 8.500 ettari delle terre agricole più fertili del paese, per produrre energia destinata all’esportazione e a coprire il fabisogno energetico interno, che si prevede incrementerà in maniera esponenziale con la conversione in atto del territorio colombiano in una enorme miniera a cielo aperto. Son 4 anni che le comunità del Huila, la regione dove sorgerà la diga, protestano, si oppongono pacificamente e legalmete alla distruzione delle loro esistenze, della sicurezza alimentare del paese e di una valle bellissima, riserva di protezione della amazzonia.

Lo hanno fatto portando avanti con assiduità e insistenza le proprie ragioni, scontrandosi contro il muro di gomma di una burocrazia e di un mondo politico che non vogliono capire. O forse che hanno capito benissimo e si sono schierati, anche a costo di violare le stesse norme costituzionali colombiane. La Contraloria un ente di controllo statale, ha già aperto una indagine contro le autorità ambientali e contro lo stesso ministro di ambiente, riscontrando pesanti irregolarità nella concessione dei permessi per la realizzazione della idroelettrica. Ma i tempi di indagine sono lunghi. Il 20 febbraio Enel e Endesa devieranno il corso del Magdalena, il più grande fiume colombiano, causando un danno irreparabile. Le comunità resistono, si sono accampate nella zona dei lavori, per impedire il danno, dicono che non se ne andranno da lì. L’impresa ha richiesto l’intervento dell’esercito e degli antisommossa. Lo sgombero è previsto per martedi 14 febbraio.

APPUNTAMENTI NO TAV IN ITALIA E ALL'ESTERO

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BUSSOLENO alle 20.30 fiaccolata solidale No Tav

 

MILANO concentramento solidale all'università Statale di Milano alle ore 16.00

 

BOLOGNA presidio in piazza del Nettuno alle 17.00

 

ASTI presidio sotto il carcere di Quarto dalle 18.00

 

CAGLIARI presidio solidale ore 18.00

 

PADOVA presidio solidale ore 18.30 sotto la prefettura

 

GENOVA manifestazione in piazza de ferrari alle 17.00

 

PARIGI ore 18 - presidio all'Ambasciata d'Italia, Rue de Varenne 47

 

ROMA alle 18 assemblea pubblica alla facoltà di fisica della sapienza

Contro il carcere 18/1 Intervista a "Occupy the Hood"

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Da New York intervista a Malik Rahsaan uno dei fondatori, insieme a  Ife e Preach Peace, di Occupy the Hood, un'esperienza cresciuta all'interno e in alternativa a Occupy Wall Street.

il movimento Occupy Wall Street, scacciato violentemente dalla polizia da Zuccotti Park di Manhattan, è molto eterogeneo al suo interno ma tuttora prevalentemente "bianco", sia nella sua composizione che nelle prospettive. In queste settimane di riorganizzazione e dibattiti fuori e dentro il movimento, ho chiesto il parere di Malik Rahsaan su Occupy Wall Street e di condividere con noi le sue ragioni per avere organizzato il gruppo alternativo Occupy the Hood, insieme a Ife e Preach Peace e a molti e molte altre. I temi che prevalentemente pongono sul tappeto sono oltre a una critica molto radicale al sistema, un'attenzione particolare ai temi del carcere e della repressione da cui la comunità afro americana è particolarmente colpita. Inoltre vogliono portare avanti i temi della prigionia politica (Abu Jamal e non solo) dei militanti dei "movimento di liberazione".

Per saperne di più:

http://www.officialoccupythehood.org/ 

http://www.youtube.com/user/TheREALOccupyTheHood/feed 

Informazioni relative all'iniziativa "Film the police: big brother in reverse" (filmiamo la polizia: il grande fratello all'inverso) si possono trovare a 

http://www.filmthepolice.com/

Il video "Film the police", con Jasiri X, collaboratore di Occupy the Hood, è reperibile su youtube a 

http://www.youtube.com/watch?v=hyT1buoyTnY 

 

Contro il carcere 28/12

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 64 suicidi in carcere nel 2011, 55 nel 2010, 1023 negli ultimi undici anni. A cui bisogna aggiungere, per rendere l’idea, 5703 atti di autolesionismo (molti di questi non vengono refertati, per cui il numero reale è superiore). Nel 60 per cento dei casi si suicidano detenuti in attesa di giudizio.

Al carcere per minori (Ipm) del Pratello (Bologna) le guardie usavano “metodi da aguzzini” nei confronti dei ragazzi detenuti.