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Repressione

La lotta per il diritto all'abitare sotto processo

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 Il 14 settembre 2009 dopo mesi di indagini svolte con metodi al limite della legalità, e su pressione di elementi del PDL, i carabinieri si presentarono all'occupazione di via Impruneta 51, alla Magliana, con un mandato di perquisizione dell’immobile e uno di arresto per sei persone, a cui veniva contestato il reato di "associazione a delinquere".
Fino a 17 giorni di carcere, più tre mesi di arresti domiciliari, più altri mesi di obbligo di firma la prima conseguenza di questo sciagurato impianto repressivo.

Altro risultato del teorema repressivo è stato quello di costringere i/le compagni/e ad allontanarsi dall’occupazione. Ciò ha permesso che all’interno dello stabile di via dell’Impruneta 51 si instaurasse la legge del più forte, con l’avallo dei collaboratori dei Carabinieri presenti nello stabile. Risse e accoltellamenti sono all’ordine del giorno in quel luogo e, come spesso accade, la violenza più grave l’ha subita una donna.
Oggi, a distanza di un anno dagli arresti, arriva la notizia della chiusura delle indagini con la relativa richiesta di rinvio a giudizio. Vogliono additare come criminali coloro i quali si organizzano in massa e alla luce del sole per lottare per un’esistenza dignitosa che necessariamente passa anche per avere un tetto sopra la testa.

La riflessione più complessiva deve essere sulle dinamiche intorno al diritto all'abitare e sulla repressione dei movimenti che per esso si battono. Ad essa si accompagna come logica conseguenza anche la solidarietà con i compagni e la compagna sotto accusa.

Sabato 25 settembre dal pomeriggio appuntamento alla Magliana, con un'iniziativa di controinformaizone, un'assemblea pubblica e una cena sociale.

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Verso l'estradizione dei compagni baschi?

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Nell'udienza conclusiva si è dato mandato per l'estradizione dei due compagni e la compagna basca reclusi dal giugno scorso in Italia. Anche il PG si è dichiarato contrario a questa sentenza e ora rimangono 20 giorni per fare ricorso per impedire che i tre ragazzi vengano mandati in qualche carcere spagnolo.

Collegamento audio con l'avvocata che ha difeso i tre che fa il punto complessivo sulla vicenda. Una sentenza tutta politica che si gioca sulla pelle di Fermin, Artzai e Zurine.

Durata 5'30''

Roma: presidio a piazzale Clodio, Zurine, Fermin e Artzai LIBERI

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Tre ragazzi del movimento giovanile indipendentista basco Segi sono, dallo scorso giugno, detenuti nelle carceri di Terni e Rebibbia dopo essere stati arrestati dalla Digos mentre volantinavano nei pressi del parlamento italiano. Stamane davanti al tribunale di piazzale Clodio a Roma si è svolto un presidio di solidarietà per chiederne l'immediata liberazione. Il tribunale ha disposto lo slittamento dell'udienza per la prossima settimana. Per questo il prossimo mercoledì è stato convocato un nuovo presidio.

 

MECOLEDI' 8 SETTEMBRE APPUNTAMENTO A PIAZZALE CLODIO ALLE ORE 9,00

Bari. Rivolta nel Cie

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Rivolta nel Cie (Centro di Identificazione ed Espulsione) di Bari quartiere San Paolo. Sono diversi i feriti, mentre dalle prime notizie di agenzia, 18 persone sarebbero state arrestate con capi di accusa che vanno da reati di devastazione, saccheggio seguito da incendio, resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. 6 invece i reclusi che sono riusciti a fuggire.

Genova 2001: Cosa rimane?

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Cosa rimane a 9 anni dal G8 di Genova?

Sicuramente la trasformazione dell'ordine pubblico e della repressione ai danni dei movimenti.

Ne parliamo con Marco Scavino di Zapruder, Emilio Quadrelli e in chiusura un intervento di Laura Tartarini, avvocata del pool legale, in attesa della sentenza della Cassazione per il processo nei confronti dei compagni e delle compagne.

Toronto g20

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Il G20 di Toronto, tenutosi nello scorso fine settimana, si è concluso - non ci sorprende sostanzialmente con un nulla di fatto. I leader dei venti paesi più industrializzati al mondo hanno trovato un accordo unanime per "rafforzare la ripresa economica" mentre hanno lasciato ampio respiro alle banche, demandano la decisione sulla tassa alle banche ai singoli Paesi. La proposta di una tassa globale sulle banche, come detto, è stata affossata nelle conclusioni del vertice, così come l’ipotesi di una tassa sulle transazioni finanziarie. Sul fronte delle proteste e della repressione il copione di questo vertice non sembra cambiare rispetto ai precendenti, anche se i numeri e la violenza da parte delle forze dell'ordine non possono non colpire. Sarebbero circa mille le persone arrestate (una parte è stata già rilasciata). Una corrispondenza con una giornalista indipendente attiva al Media Center. 

 

 

Ancora violenza delle forze dell'ordine. La denuncia di un uomo argentino

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"Vengo dall'Argentina dove la mia generazione è stata massacrata. Qui pensavo di vivere in un paese civile. Invece mi sono ritrovato ammanettato, preso a calci e pugni in testa dai carabinieri, trascinato sull'asfalto, torturato e sbattuto contro i muri della caserma senza poter vedere un medico. Insultato, con i militari che mi

puntavano la pistola addosso. E ancora non so perché". Isidro Luciano Diaz ha 41 anni, dei quali 23 vissuti in Italia dove, nel lecchese, gestisce l'allevamento di cavalli "Dal Gaucho". Da quando il 5 aprile dell'anno scorso è stato fermato dai carabinieri vicino a Voghera, è stato operato agli occhi 6 volte per distacco della retina e ha i

timpani perforati. Ferite "compatibili" col suo racconto da incubo, scrive il medico legale nella relazione che riporta alla memoria le vicende di Federico Aldrovandi, di Giuseppe Uva, Stefano Cucchi. Di

giovani morti dopo essere stati malmenati da uomini in divisa, entrati vivi in caserma o in carcere e mai usciti.