Intervista a Lorenzo Lamperti giornalista corrispondente per La Stampa ed il Manifesto da Taipei, capoluogo di Taiwan. Gli abbiamo chiesto quale tipo di narrazione si sta dando in Asia Orientale del conflitto in Europa, delucidazioni sul ruolo e le volontà di Pechino e le reazioni del governo di Taiwan.
Parliamo dell'argomento di attualità (l'invasione dell'ucraina) sottolineando gli aspetti di reciproca censura e di lotta con le armi della disinformazione da parte di entrambi i lati. Notiamo in particolare come l'isolamento della Russia da Internet si stia realizzando, ma questo isolamento è promosso dall'esterno invece che dall'interno.
Una precisazione: nella trasmissione abbiamo detto che Svoboda - formazione di estrema destra - ha ricoperto importanti incarichi di governo. Questo è vero, ma non è vero che fa parte del governo attuale.
Abbiamo chiesto a Giorgio Beretta di O.P.A.L e Rete Disarmo di come il governo italiano abbia deciso in misura molto poco trasparente di entrare nel conflitto russo-ucraino scegliendo di fornire armi e mezzi all'Ucraina, in barba a qualsiasi legge.
Rete Disarmo per sabato prossimo a Roma ha convocato una manifestazione.
Con Guido Caldiron, abbiamo fatto il punto su cosa cambia nella destra europea, che in Putin negli ultimi 20 anni ha avuto un punto di riferimento politico e ideoligico prima che economico. Da Marine Le Pen a Salvini, un po' tutti si sfilano mentre si allineano alle posizioni atlantiste.
In questi 2 audio dalla Russia:
Il primo è con Dmitry Okrest, giornalista e autore di libri sulla Russia post sovietica che è occupato di movimenti sociali e di rifugiati dal fronte del Donbass.
A seguire con Giovanni Savino, docente universitario all'Accademia presidenziale di Mosca, questa mattina abbiamo fatto il punto a poche ore dall'inizio della seconda giornata di negoziati.
Il Parlamento italiano approva l'invio di armi in Ucraina. Sabato alle 13.30 corteo nazionale nowar a Roma, da Piazza Repubblica a San Giovanni in Laterano al grido di ‘Contro la guerra, cambia la vita. Dai una possibilita’ alla pace’. A lanciare l’appello la rete italiana Pace e Disarmo.
Ne parliamo con Alessandro Marescotti Presidente di Peacelink ed Angelo Baracca attivista pacifista ed ecologista, specializzato nelle tematiche legate al nucleare civile e militare
Martedì 1 marzo, mentre il Parlamento decide quasi all'unanimità di inviare armi in Ucraina, fuori dal palazzo la manifestazione contro la guerra, contro la logica del riarmo, di compagn* che vede un'ampia partecipazione studentesca.
Qual'è la situazione rispetto alla produzione e al consumo di energia nel mondo? Come entra in relazione con la guerra in Ucraina? Quali scenari possiamo intravedere all'orizzonte? Ne parliamo con Demostenes Floros, per il ciclo Libera Scienza in Libero Stato. Puntata tutta da ascoltare per sfatare miti e comprendere a fondo il perché degli aumenti sul costo dell'energia in Europa. In questi giorni di guerra il gas viene venduto regolarmente dalla Russia all'Europa, anzi nei primi quattro giorni di guerra è raddoppiata la sua fornitura. Del resto il gasdotto attraverso il quale vengono erogate le forniture per l'Europa passa in Ucraina. Gli acquisti di gas russo da parte dell'Asia e in particolare dalla Cina, sono imponenti e sono dati in aumento del 100% al 2050. Al contrario l'Europa ha un consumo stabile e non può in nessun modo sostituire il gas russo nel proprio approvvigionamento di energia. Non stiamo parlando dei prossimi mesi, ma dei prossimi anni e decenni.
L'Europa cresce nei consumi ma non nei consumi energetici. Come è possibile? Delocalizzando la produzione. In questo modo risulta inquinare molto meno di quanto effettivamente faccia. Il tema dei consumi è al centro del dibattito energetico e lo è anche e, anzi, soprattutto in tempo di guerra.