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Servitù militari e come combatterle.

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Insieme ad una compagna del Cafiero approfondiamo le cause delle guerra in corso, le servitù militari italiane, e parliamo di due mobilitazioni per domani a Roma e a Milano:

-Domani ore 16 allo Spazio Anarchico "19 Luglio" a Garbatella, incontro contro la guerra e l'economia di guerra

-Domani ore 14.30 a Piazza Affari a Milano, manifestazione contro la guerra e l'economia di guerra

Quindi insieme a due compagni dalla Sardegna e da Ghedi parliamo delle basi militari e della loro attività in queste ultime settimane.

Infine con un compagno, ex lavoratore dell'Enel ed esperto di nucleare, analizziamo le cause del conflitto in corso a partire dalla questione degli armamenti e delle spese legate ad essi, e dello scontro sull'approvvigionamento energetico e delle materie prime.

Questo il comunicato di indizione dell'incontro di domani allo Spazio Anarchico "19 Luglio":

Sciopero generale e sociale contro la guerra

La guerra in Ucraina vede fronteggiarsi gli eserciti della Federazione Russa, dell’Ucraina e degli alleati del patto atlantico NATO. Il 16 marzo il parlamento italiano con il Decreto Ucraina, proposto dalla Lega Nord, ha approvato un incremento della spesa militare di 38 miliardi l’anno ( 104 milioni al giorno) ed ha prorogato lo stato di emergenza fino al 31 dicembre e non per ragioni legate alla pandemia da covid 19.
La propaganda bellica nazionalista diffusa sui nostri mezzi di informazione e la russofobia xenofoba inoltre è tutt’altro che foriera di una ricerca di pace e solidarietà tra le popolazioni che abitano i diversi paesi.
Gli effetti dell’economia di guerra nel nostro paese sono già tangibili e vanno a colpire i ceti popolari già toccati dalla crisi pandemica. Ribadiamo il nostro rifiuto della guerra voluta e perpetuata dagli stati in nome del controllo geopolitico del mercato delle risorse energetiche.
La guerra voluta e combattuta dagli stati porta morti, distruzione in Ucraina e incrementa la povertà, le diseguaglianze sociali, l’odio tra le popolazioni e le differenti culture. L’economia di guerra in Italia porta ulteriori debiti per i lavoratori e le lavoratrici in un momento di estrema urgenza per le necessità sociali quali sanità, istruzione, lavoro, reddito, trasporti, emergenza abitativa.
La guerra degli stati ingrassa di guadagni solo le tasche delle multinazionali produttrici di armi che sfruttano le materie prime con effetti devastanti umani, sociali, economici e ambientali.
L’unica pace per cui lottiamo è quella che tiene conto della giustizia sociale e politica, della solidarietà tra i popoli oppressi da tutti gli stati e da tutti gli interessi di profitto delle multinazionali di guerra.
Pertanto parteciperemo alle iniziative locali e nazionali promosse dal sindacalismo di base e conflittuale, le realtà sociali e di lotta verso lo sciopero generale e sociale contro la guerra e l’economia di guerra da tenersi nella prossima primavera.

Fuori l’Italia dalla guerra
No Putin No Nato
Stop alle spese e alle missioni militari
Sciopero generale e sociale contro la guerra

Ne parleremo sabato 2 aprile dalle ore 16:00 allo Spazio Anarchico 19 Luglio via Rocco da Cesinale 16/18 a garbatella con interventi artistici contro la guerra.

 Gruppo Anarchico C.Cafiero FAIRoma

Un mese di guerra

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Un mese di guerra e a noi sembra di leggere un copione già scritto. 
Grande è la confusione sotto il cielo e nemmeno noi potremmo averci capito granché, sarà per questo che dal futuro ci arrivano macabre rivelazioni...

Abbiamo parlato con un compagno che ci ha aggiornato sulle moblilitazioni NO-MUOS della scorsa settimana in Sicilia.
Contestazioni a Sigonella, base americana in Sicilia, da dove partono e vengono comandati i droni che vengono usati nel conflitto in Ucraina dalla Nato.

Arriviamo sempre tardi.

Ma ci vedremo lungo?

Guerra: disinformazione e carestia (di chip)

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La prima parte della puntata di oggi è dedicata alla crisi dei chip. Da un paio di anni, infatti, buona parte dell'industria dei chip non riesce a tenere testa alle richieste. Analizziamo i motivi di questa situazione, toccando questioni di tecnologie produttive, industriali, ma anche di carattere geopolitico per quanto riguarda l'estrazione delle materie prime. A proposito: l'Ucraina fornisce la metà del neon mondiale; il neon, tra le altre applicazioni, ha la produzione di laser di precisione per l'industria dei chip.

Nella seconda parte raccontiamo alcune notizie sulla disinformazione ormai dilagante.

Assemblea radiofonica sulla guerra

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Microfoni aperti per discutere del clima belligerante ce impera sui mezzi di informazione mainstream e nelle piazze del Pd e per analizzare più approfonditamente le motivazioni scatenanti del conflitto in Ucraina. Tante le telefonate anche sul ruolo dei compagni e delle compagne in questo momento in cui bisognerebbe scendere in una grande piazza contro tutti gli eserciti e le armi.

Io te l'avevo detto - Fuori la nato dal Mondo

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Come potevamo esimerci dal mettere la nostra zampetta nel marasma bellico? Anche questa volta ITLAD ha miseramente fallito nell'obbiettivo di capirci qualcosa nonostante l'aiuto preciso e puntuale di chi ne sa più di noi su questo bel casino in terra ucraina. 

Scherzi a parte, abbiamo cercato di dipanare questa astrusa matassa tentando di dare una chiave di lettura più vicina a noi. Siamo partiti dalle radici di questo conflitto, dagli 8 anni di guerra in Donbass, fino ad arrivare ad oggi, a questa guerra assurda tra potenze imperialiste e a ribadire che la Nato è uno strumento fuori dal tempo e dalla storia che va immediatamente abolito.  

Poi un compagno addentro alle questioni russe, ha rischiarato le nostre ingarbugliate visioni del conflitto, facendo chiarezza sulla situazione e fornendo una fotografia del momento attuale in quelle zone e delle possibili evoluzioni. 

Ovviamente non sono mancate amenità e sciocchezzuole che vi invitiamo a saltare a piè pari! 

 

Proteste e arresti in Russia, Putin in difficoltà?

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Proteste in tutta la Russia nel weekend appena trascorso, 5000 arresti nella sola giornata di ieri, 13000 dall'inizio del conflitto. Cosa si muove nel tessuto sociale russo? Quali prospettive dal basso contro Putin?

Queste alcune delle domande che abbiamo posto a Maria Chiara Franceschelli, dottoranda in Scienze Politiche e Sociali presso la Scuola Normale Superiore di Pisa dove si occupa di movimenti sociali nello spazio post sovietico.