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Dal 17 luglio Ostuni Climate Camp

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Giovedì 17 luglio si apre nella Masseria Refrigerio nella zona di Ostuni l'edizione 2025 dell'Ostuni Climate Camp: 4 giorni di confronto e progettazione politica contro il fossile, il nucleare, la militarizzazione, il riarmo e la distruzione ambientale a partire dalla Puglia per connettersi con tutto il paese. Il campeggio è organizzato da Movimento No TAP/SNAM Brindisi, Campagna Nazionale Fuori dal Fossile, Confederazione COBAS, Emergenzaclimatica.it, Teatri Urbani Organizzati e Lavoratori Autorganizzati dello Spettacolo. Si potrà alloggiare in campeggio per il quale trovate tutte le informazioni sul sito dell'Ostuni Climate Camp.

Sabato 19 luglio Manifestazione Regionale contro il piano di riarmo europeo deciso dalla Nato, l’uso delle basi militari pugliesi nella guerra in medio oriente e un modello di sviluppo basato sull’economia fossile. Per la Palestina, la pace, la giustizia climatica e sociale

Guerra alla guerra: assemblea nazionale il 27 luglio in Valsusa

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Insieme a un compagno di Zaum, collettivo universitario della Sapienza, e ad una compagna del CUA di Torino e della rete stop Riarmo parliamo dell'appello Guerra alla guerra per un'assemblea nazionale contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina che si terrà domenica 27 luglio alle ore 12:30 durante il festival del movimento NO TAV a Venaus (TO).

Riportiamo l'appello completo:

GUERRA ALLA GUERRA 

Un appello per la costruzione di un percorso contro la guerra, il riarmo e il genocidio in Palestina.

Facciamo appello a tutti e tutte coloro che sentono la necessità di sviluppare un percorso largo e partecipato contro la guerra, contro il riarmo dell’Europa e il genocidio in Palestina. A tutt coloro che già si mobilitano in tal senso e vogliono condividere i loro percorsi, a tutt coloro che vogliono mettersi in dialogo e che vogliono convergere per curvare un destino che sembra ineluttabile.

La pace è finita da un bel pezzo, la guerra e la sua espansione non è più una possibilità ma uno scenario consolidato e con cui ci stiamo abituando a convivere. Conviviamo con migliaia di morti in tutto il mondo, con i saccheggi e i soprusi, con le occupazioni e gli espropri. I recenti avvenimenti e lerivolte scoppiate nelle principali città statunitensi contro le deportazioni dei migranti ci raccontano come la guerra sia uno stato diffuso e permanente e si dispiega su vari livelli di intensità. Come non pensare ai nostri decreti sicurezza e ai dl emergenza sulle periferie, alle zone speciali, ai siti di interesse nazionale.

Non stiamo assistendo a qualcosa da lontano. Siamo dentro la grande bestia, quella che decide della guerra, che la finanzia che la alimenta. Le industrie italiane di armi aumentano i loro profitti intensificando la produzione, grandi porzioni di territorio sono basi militari della Nato, i nostri porti sono scali logistici di guerra, le nostre università contribuiscono a creare un sapere utile alla guerra, il nostro governo appoggia Israele e sostiene la retorica civilizzatrice dell’Occidente. Lo fa Meloni quando dichiara alla Casa Bianca che l’obiettivo comune è quello di rendere di nuovo grande l’Occidente, lo fa Valditara quando cambia le linee guida della scuola in chiave suprematista, lo fa Giuli quando taglia le risorse pubbliche al cinema perché troppo di “sinistra”. La cosa peggiore che può succedere è abituarsi a convivere con la paura e il pericolo di un mondo in frantumi. Come se la nostra guerra l’avessimo già persa.

Vi invitiamo a costruire un percorso che abbia l’ambizione di interrogarsi sul proprio agire, su quali sono le corde tese che non siamo stati ancora in grado di toccare, su come è possibile mettersi al servizio di una sfida che faccia breccia sulle persone che sentono il pericolo di quello che sta avvenendo e, quindi, che sia in grado di curvare le decisioni politiche del governo Meloni a partire dal sostegno di Israele.

Vi invitiamo a partecipare ad un processo non già dato ma che possa porsi delle domande su come nasce e cresce un movimento in Italia e in Europa contro la guerra interna ed esterna. Come si muove insieme una guerra contro la guerra, per invertire la rotta di un mondo che vede sempre più paesi arruolarsi nelle fila del pensiero di destra e conservatore in tutto il mondo. L’altra faccia del militarismo progressista di matrice liberal che ha preparato il terreno nei decenni precedenti e che oggi non tenta nemmeno più di mascherare di ipocrisia il suo bellicismo.

Vi invitiamo a proporre strumenti di condivisione, a condividere pratiche contro la guerra: boicottaggi, scioperi, mobilitazioni di piazza, sabotaggi, dibattiti nelle università e nelle scuole dando voce a chi voce non ha o non può più avere.

Vi invitiamo a puntare alla pratica dell’obiettivo comune come unica prospettiva, tutta da conquistare collettivamente per aprire spazi di possibilità che superino i confini delle forme organizzate.

Vi invitiamo ovunque siate a raggiungerci in Val Susa, a Venaus durante il Festival Alta Felicità il 27 luglio alle ore 12:30, per condividere riflessioni e prospettive, ritornare nelle nostre città e moltiplicare gli appuntamenti, guardare insieme a un momento di mobilitazione nazionale in autunno che sia il primo di tanti a venire, confidando nella capacità di cogliere con flessibilità le occasioni che si potranno aprire nell’accelerazione degli eventi. Siamo sicuri che faremo del nostro meglio per resistere e trovare il modo di curvare la linea della storia.

Contro la guerra. Abbiamo amici dappertutto!

Estrattivismo dei dati

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Puntata 20 di EM, quinta del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di dati, potere, guerra e determinismo tecnologico, con Giulio De Petra, direttore del Centro per la Riforma dello Stato, dove ha promosso e coordina il progetto Scuola Critica del Digitale che coopera con il Forum Disuguaglianze e Diversità.

L'ipocrisia guerrafondaia del riarmo europeo

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In questo redazionale abbiamo parlato con il giornalista Antonio Mazzeo sulla giustificazione, da parte di certi giornalisti italiani, del riarmo europeo senza mettere in discussione il ruolo della Nato o la presenza degli Stati Uniti con le sue basi militari in territorio italiano.

Spinte a produrre più armi in Europa

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Con Federico Giusti, No CampDarby, affrontiamo il tema di un suo approfondimento sul sito dell'Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e della ricerca che affronta attraverso il Rapporto di Mediobanca sulla difesa a cura del suo centro studi il tema della produzione di armi in Europa e le spinte ad aumentarla.

Loro le guerre, nostri i morti: presidio a Montecitorio

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Martedì 1 marzo, mentre il Parlamento decide quasi all'unanimità di inviare armi in Ucraina, fuori dal palazzo la manifestazione contro la guerra, contro la logica del riarmo, di compagn* che vede un'ampia partecipazione studentesca.

Corrispondenza con uno studente della Lupa

Governo conferma 24 miliardi alla difesa

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Collegamento telefonico con , autore dell'articolo di ieri su Il Manifesto
Il ministro Guerini conferma un budget da 24 miliardi di euro e l'appartenenza del paese all'atlantismo della Nato. Sullo sfondo la presunta minaccia rappresentata da Russia e Cina, ma smentita dai numeri sull'incremento degli arsenali, e le alleanze militari con i regimi peggiori

Riarmo e militarizzazione. Da Sigonella agli interessi di Finmeccanica

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I droni killer che USA hanno ottenuto dall'Italia di poter far partire da Sigonella sono solo l'ultimo tassello di un'escalation verso il riarmo e la militarizzazione dei territori. D'altro canto i media mainstream parlano pochissimo degli interessi della produzione e vendita di armi, dietro ai conflitti in atto, in Siria, Yemen e nel mondo, tra cui quelli della Holding Finmeccanica.

 

Ne parliamo con Antonio Mazzeo, giornalista freelance, autore tra le altre cose di Il MUOStro di Niscemi. Per le guerre globali del XXI secolo (editPress) e I padrini del ponte. Affari di mafia sullo stretto di Messina (Edizioni Alegre).

 

Qui http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/governo-renzi-mette-militari-nelle-scuolenell'ambito della trasmissione "L'ora di buco", Mazzeo approfondisce protocollo d'intesa tra Miur e Ministero della Difesa.