Insieme ad una compagna di Acrobax parliamo dei due giorni di iniziative che si terranno a Parco Schuster, l'1-2 settembre, per Renoize 2023. A 17 dall'assassinio di Renato Biagetti, avvenuto a Focene il 27 agosto 2007 da parte di due giovani neo fascisti, i compagni e le compagne continuano a rendere viva la sua memoria, come pratica di lotta e di festa.
Due giorni di dibattito e incontro, musica e socialità, che tratteranno i temi della saluta e della privatizzazione della sanità, della formazione, dell'inclusività, nel segno dell'autorganizzazione e dell'antifascismo militante.
In rete è già disponibile il programma completo delle due giornate, che seguono all'appuntamento di Focene che si è tenuto il 27 agosto.
Ore 10.25, nella sala di aspetto della stazione di Bologna detona una valigia piena di tritolo. Muoiono 85 persone. Più di quante ne moriranno in tutte le altre stragi di cui è costellata la storia della Repubblica Italiana messe insieme.
La verità emersa dalle sentenze giudiziarie è agghiacciante: a mettere la bomba sono stati i fascisti dei NAR, a pagarla la P2 di Licio Gelli, ad orchestrare l’operazione ci hanno pensato i servizi segreti. È una verità inconfessabile: quella di una strage compiuta per procura, pagata milioni di dollari, organizzata dagli apparati dello Stato.
È una verità che viene insabbiata, nascosta e contraffatta. Depistaggi, false piste, improbabili alibi per coprire per oltre quarant’anni la più infamante delle colpe. Per insinuare il dubbio che chi ha le mani sporche di sangue possa in realtà essere innocente.
È una verità che non ha impedito l’ascesa dei diretti responsabili: dal mondo delle cooperative al mondo dello sport fino alle più alte cariche dello stato chi ha occultato le prove, chi ha diffuso bugie, chi ha materialmente eseguito la strage oggi accumula potere e denaro.
Ne abbiamo parlato con:
Mauro – compagno di bologna, tra i primi soccorritori la mattina del 2 agosto
Paolo Morando – autore di “Bellini, i Nar, i mandanti e un perdono tradito”
Paolo Persichetti – Storico Andrea Palladino - giornalista
Sabato 29 aprile Milano scende in piazza contro il fascismo, di seguito il comunicato che invita alla mobilitazione.
Ama la libertà, odia il fascismo – 29 aprile in piazza
Ama la libertà odia il fascismo. Ripudia razzismo e sessismo.
Il fascismo in Italia, fin dalla sua comparsa, ha significato violenza e negazione dei diritti e delle libertà.
Il fascismo lo abbiamo visto mettere le bombe di Stato durante gli anni della strategia della tensione.
Il fascismo lo abbiamo visto uccidere, negli anni Settanta e Ottanta, chiunque non la pensasse allo stesso modo come Gaetano Amoroso.
Oggi, il tentativo di riscrivere la storia è palese, dalla strumentalizzazione della Giornata del ricordo alle commemorazioni per i defunti, tutto serve per confondere vittime e carnefici, assassini e liberatori. Una narrazione capovolta che ha avuto nella giornata della celebrazione dei martiri delle Fosse Ardeatine un evidente scatto in avanti attraverso una nota della presidente del consiglio Giorgia Meloni: furono uccisi solo perché italiani.
“Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a sé stessa da passanti indifferenti”, così scrisse la preside del Liceo Leonardo da Vinci di Firenze.
Tenere viva la memoria, significa seminare anticorpi nel presente. Significa riconoscere il fascismo nelle squadracce fuori dal liceo Michelangiolo di Firenze, in un sottosegretario all’Istruzione che ricorda un picchiatore fascista al Molinari di Milano, nell’assalto intimidatorio a un centro sociale.
Significa sapere che se in strada c’è chi si sente legittimato a girare con bastoni e coltelli, per aggredire chi non la pensa come loro, insultare le persone nere, omosessuali e trans, ma dobbiamo anche riconoscere il fascismo a tutti i livelli dello Stato.
Il Governo Meloni è il governo più fascista dal 1945 ad oggi.
Lo sanno bene i cento migranti morti nelle acque di Cutro, in una vera e propria strage di Stato.
Lo sanno bene le donne che vedono minacciato il diritto di aborto da ben due disegni di legge depositati.
Lo sanno bene le famiglie omosessuali che d’improvviso non sono più considerate famiglie.
Lo sanno bene le persone che subiscono profilazione razziale, discriminazione omolesbobitransfobica, misogina, repressione e violenza fascista.
Chiamiamo le cose col proprio nome: si chiama fascismo e uccide. Si chiama fascismo e ci toglie il respiro.
Se il fascismo ha nuove forme servono nuovi partigian*.
Il prossimo 29 aprile un corteo cittadino: Milano ama la libertà.
In piazza contro ogni fascismo, razzismo e sessismo.
trasmettiamo da quell'incognito luogo chiamato "remoto". la nostra voce risulta scarna, interrotta, disturbata. siamo forse in orbita? può essere. da questa prospettiva il pianeta è intero, non un singolo spicchio, quale la nostra vista terrestre ci affligge.
ci ordiniamo così.
un omaggio a harry belafonte scomparso in queste ore; il posizionamento antifascista, militante, che è adiacente alla lotta contro il potere del capitale; il trip_minà_virus (live) che ci eravamo da tempo proposti.
questa la playlist debitamente manipolata
sonic youth - disconnection notice
harry belafonte - matilda
harry belafonte - zombie jamporee
harry belafonte - day-o (the banana boat song)
airesis - un giorno qualunque
44 leningrad - bella ciao
salif keita - madan (martin solveig)
e samba - junior jack
cooly g - weekend fly
martyn - mega drive generation
lord leopard - the bumps (mixed)
madlib - dirtknock
modeselektor - cthulhu drums
modeselektor -klangkrieg
khalab & m'berra ensemble - moulan shakur
the sonic down - summer voyage
fatboy slim - demons [feat.macy gray] (stanton warriors remix)
the backroom - definition of a track (the backroom mix)
dj shadow - intersectionality
the international noise conspiracy - under a communist moon
Marisa Musu, romana, medaglia d'argento al valor militare, neanche 18enne insieme a Carla Capponi, Lucia Ottobrini e Maria Teresa Regard, costituiva la pattuglia delle compagne dei Gap centrali. Figlia di militanti sardi anarchici, la mamma Bastianina Martina militava in Giustizia e Libertà, Marisa Musu non fu mai battezzata e non portò mai il grembiule fascista a scuola. La medaglia d'argento le viene conferita per l'azione, fallita, in Via Lima dove doveva essere giustiziato Vittorio Mussolini, all'indomani della strage delle Fosse Ardeatine.
Ricordiamo che Marisa Musu il 23 marzo del 44 aveva partecipato all'azione in Via Rasella contro il battaglione Brozen.
L'intervista è stata realizzata da Fabio Grimaldi nel 1995 e fa parte dell'Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico. La versione integrale la trovate qua.