L'8 agosto 2025, Armenia e Azerbaigian hanno siglato uno storico accordo di pace mediato dagli Stati Uniti, ponendo fine a decenni di conflitto nel *Nagorno Karabakh. La nuova intesa include capitoli sulla cooperazione economica e i rapporti commerciali, segnando un punto di svolta nelle relazioni tra Armenia e Azerbaigian. Le implicazioni di questo accordo di pace sono nuove e di vasta portata, poiché implicano un maggior coinvolgimento degli USA in Asia con un ruolo ancora più importante della Turchia, con il disappunto dell'Iran che vede tagliati ancora di più i suoi rapporti con la Russia. L'accordo è stato accolto bene anche da Israele.
Vi riproponiamo un audio con il giornalista Murat Cinar.
In Libano, nonostante la tregua, non sono mai finiti i bombardamenti del paese, soprattutto della zona meridionale ma nei giorni scorsi uno più massiccio ha causato 12 morti nella valle della Bekaa. Ovviamente i bombardamenti israeliani in Siria che sono arrivare a colpire Damasco preoccupano il Libano dove Israele sembra avere tuttora il progetto di scatenare una nuova guerra civile.
Ne parliamo con il giornalista Mauro Pompili da Beirut con cui articoliamo una riflessione più ampia sull'intero assetto medio-orientale e i progetti regionali di Israele, in contrasto anche con l'espansionismo turco.
Corrispondenza con alcuni compagni dei COBAS che hanno preso parte alla Delegazione internazionale che si è riunita a Istanbul nei giorni 1-2 luglio 2025, per una serie di incontri dedicati alla promozione di una soluzione pacifica e duratura della questione Curda. Nel corso della corrispondenza, facciamo il punto sulle attuali condizioni di salute e di carcerazione di Abdullah Öcalan per passare poi ad analizzare le possibilità di una soluzione della questione curda, che comporti l'attivazione di un percorso di pace, senza la rinuncia al paradigma del confederalismo democratico. La delegazione aveva chiesto di incontrare in carcere Öcalan, possibilità che è stata negata. Di seguito la lettera di ringraziamento ai partecipanti dello stesso Öcalan:
Ai cari amici,
Il fatto che abbiate affrontato un viaggio così lungo per portare all'attenzione la ricerca di libertà che si concretizza nella mia persona, e che abbiate espresso il desiderio di incontrarmi, ha per me un significato profondo e un grande valore. Prima di tutto, considero tale impegno non semplicemente come un atto di solidarietà individuale o una ricerca personale di libertà, ma come parte integrante della pace sociale, della soluzione democratica e della volontà dei popoli di vivere insieme in libertà. Non ho mai considerato la mia libertà personale separata dalla libertà collettiva. Ho sempre sostenuto che, in assenza di una libertà sociale costruita concretamente, le libertà individuali non possono acquisire un vero significato. Per questo, considero il vostro passo un contributo significativo e un appello coraggioso per il futuro democratico comune dei nostri popoli. Sono stato informato della vostra richiesta di incontro. Spero che in futuro si creino le condizioni per un tale incontro. In questa prospettiva, invio i miei saluti e il mio rispetto a tutti coloro che hanno contribuito a questo processo è non solo in riferimento a me, ma a tutti coloro che sostengono la volontà democratica e la ricerca di libertà dei nostri popoli. Con la speranza di incontrarci in giorni di libertà, in un ambiente dove si costruisca una società democratica.
Il 25 aprile milanese vedrà la presenza di uno spezzone organizzato dalla comunità turca in Italia per chiedere diritti, democrazia e fine della repressione da parte del governo di Erdogan.
Ci raccontano le ragioni della mobilitazione due attivisti che vivono nel nostro paese.
Marea umana a Istanbul sabato scorso per protestare contro l'arresto del sindaco della metropoli sul Bosforo da parte della magistratura turca, su mandato diretto del presidente Erdogan.
Insieme a una compagna siriana che vive in Italia, portiamo avanti una serie di riflessioni sulla situazione attuale della Siria, sul clima di paura e di instabilità, in particolare per le donne, che ha investito il paese anche a seguito dell'approvazione della Costituzione provvisoria da parte del governo, ispirata alla Sharia.
Al termine della corrispondenza, la telefonata di un compagno di Rete Kurdistan si focalizza sulla situazione del territorio dell'Amministrazione autonoma del NE, attualmente bombardato dalla Turchia con il supporto dell'Isis.
Con Murat Cinar, giornalista, parliamo degli arresti effettuati ieri nei confronti di centinaia di attivisti curdi, membri delll'Hdk e amministratori locali dei partiti di opposizione filocurda in Turchia.
Con una compagna facciamo il punto sulla situazione in Siria e su quello che potrebbe essere una proposta concreta di diffusione del Confederalismo democratico per tutta la Siria. Questo mentre la Turchia bombarda il Rojava e Israele bombarda Damasco.
Due gli appuntamenti a Roma per parlarne: mercoledì alle 1830 ad Ararat e venerdì 20 dicembre alle 1730 corteo da piazza Indipendenza
Puntata 22 di Entropia Massima, sesta del ciclo Emergenza Zero, parliamo di grandi terremoti. Ospite Paolo Marco De Martini, ricercatore dell’INGV e coordinatore nazionale di Emergeo. Ricordando L'Aquila, raccontiamo il recente terremoto a Taiwan le sue cause e conseguenze, e poi il terremoto in Marocco, in Afghanistan, in Turchia, confrontando i diversi contesti e le diverse risposte del territorio. Parliamo del funzionamento di Emergeo dell’INGV che si occupa della raccolta di dati geologici cosismici e della creazione di una rete di intervento geologico a livello europeo.