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Palestina

Il ruolo della prigionia nel progetto coloniale israleiano (parte II)

Data di trasmissione
Durata 31m 32s

Che ruolo ha la repressione nel progetto coloniale israeliano? Quali obiettivi politici persegue Israele attraverso il giudizio davanti alla Corte militare per i soli palestinesi, la detenzione amministrativa, le condizioni di prigionia e quelle di una quotidianità vissuta in una galera a cielo aperto? Quali sono gli strumenti carcerali utilizzati dall'entità sionista per mantenere le sue politiche di apartheid, pulizia etnica e ora anche di genocidio?

Ne parleremo insieme a Khaled El Qaisi che racconterà cosa vuol dire essere detenuto in un carcere israeliano e qual è il trattamento riservato ai palestinesi; ad Assia Zaino che approfondirà la detenzione delle prigioniere e le loro pratiche di lotta; ad un rappresentante dell'associazione Addameer, che da sempre si batte contro la detenzione amministrativa; all'avvocato Flavio Rossi Albertini sulla repressione internazionale della resistenza palestinese al tempo del genocidio ed in particolare sul caso di Anan, Alì e Mansour accusati di terrorismo in Italia.

Giovedì 4 aprile - ore 16 - Aula 6 - Facoltà di lettere - La Sapienza

Ponte Radio: Palestina (Eustachio)

Data di trasmissione
Durata 1h 27m 8s

Ultima puntata a tema Palestina di Ponte Radio, trasmissione curata da 4 radio autorganizzate: Quar, Wombat, Ondarossa ed Eustachio. In questa puntata, a cura Radio Eustachio, collegamenti con un compagno della rete Verona per la Palestina, una compagna dell'Assemblea solidarietà per la Palestina di Bolzano e un contributo con una ricercatrice indipendente per un quadro sulle prigioni per palestinesi e un aggiornamento delle condizioni dopo il 7 ottobre.

Dopo la risoluzione Onu nessun miglioramento nella Striscia di Gaza

Data di trasmissione
Durata 17m 49s

Michele Giorgio, storico corrispondente del manifesto e responsabile della testata Pagine Esteri, ci aggiorna sulla situazione dopo la risoluzione Onu che chiede un cessate il fuco nella Striscia dove niente è cambiato: continuano i bombardamenti, sempre più grave la situazione alimentare e sanitaria.

Anche in Cisgiordania continua la guerra a bassa intensità e a Gerusalemme si attende con apprensione la Pasqua.

Aggiornamenti anche dal confine libanese dove la situazione è sempre più vicina alla guerra e dall'interno dello stato israeliano dove la questione della proposta di coscrizione militare degli ultraortodossi sembra un reale pericolo per il governo Netanyahu.

30 marzo Giornata della terra. Corteo per la Palestina

Data di trasmissione
Durata 30m 1s

Con Monica Maurer regista, cineasta ed attivista, trasferita a Beirut nel 1977 per lavorare con il Palestine Film Institute dell’ OLP ripercorriamo le giornate delle mobilitazioni per la terra che hanno dato origine allo Yom el Ard.

Di seguito il comunicato:

Corteo sabato 30 Marzo 2024 Roma, Piazza della Repubblica h 15.00

Cureremo ogni braccio di Terra, ma non ne cederemo neanche un palmo! 🇵🇸🌱

Il Movimento Studenti Palestinesi, l’Unione Democratica Arabo-Palestinese (UDAP), l’Associazione dei Palestinesi in Italia e il Coordinamento di Solidarietà con il Popolo Palestinese vi invitano a partecipare al corteo dedicato al "Giorno della Terra". Giorno 168 dalla prosecuzione del GENOCIDIO: più di 32.000 assassinati - di cui almeno 100 giornalisti e 350 sanitari - oltre 75.000 feriti, il 70% della Striscia di Gaza completamente raso al suolo, il territorio sotto assedio e costretto alla fame, già decine morti per inedia. Prosecuzione, perché questa è la Palestina da oltre 75 anni a causa dei sionisti… Questa giornata di commemorazione nasce a seguito degli avvenimenti del 30 marzo 1976: in quell'anno, in risposta all'annuncio del governo israeliano di un piano per espropriare illegittimamente centinaia di ettari di terra per scopi statali, furono organizzati uno sciopero generale e marce nelle città arabe dalla Galilea ad al-Naqab. L'esercito e la polizia sionista massacrarono sei cittadini palestinesi disarmati, circa un centinaio furono feriti e migliaia gli arresti. La terra è l'elemento centrale nella questione palestinese: con l'inganno, la violenza, il denaro e la copertura internazionale, Israele da oltre 75 anni deruba ed espropria illegalmente i Palestinesi delle proprie terre, delle proprie case, della propria storia. Questo è sempre stato il suo unico scopo, la missione "messianica" che il sionismo si è dato, acro dopo acro, millantando al mondo espropri e ruberie come una necessità dettata da “motivi di sicurezza e difesa”. In maniera illogica e folle, assieme alla brama di territori, il sionismo distrugge tutto ciò di cui non si riesce immediatamente ad appropriare: sradica le piantagioni e i boschi, in particolar modo gli olivi, che rappresentano il cuore pulsante della Palestina; inquina irreversibilmente, per danneggiare i Palestinesi, con attività militari o industriali; costruisce abusivamente a scopo militare o coloniale strappando terreno alla natura e compromettendo gli ecosistemi naturali. La Resistenza per la Palestina, infatti, è anche una battaglia ambientalista: la nostra lotta è contro qualunque oppressore muova la sua azione devastatrice su qualsiasi livello, a partire da quello politico e umano, che comprensibilmente si ripercuote con violenza anche su quello ambientale.

Di madre, padre in figlio, libereremo ogni miglio! Intifada fino alla Vittoria! 🇵🇸

 

Palermo arresti e misure cautelari per sanzionamento a Leonardo S.p.a.

Data di trasmissione
Durata 14m 53s

Giovedì mattina  sono stati notificati arresti e misure cautelari nei confronti di compagni e compagne di Palermo. Queste misure si inseriscono all'interno di un contesto di guerra: chi prova a denunciare e fermare la macchina bellica viene attaccato dalla repressione. Al seguito di queste misure c'è stato un corteo e ci saranno ancora nuove iniziative contro la guerra, al fianco della palestina e di chiunque resiste in Sicilia, in Italia e altrove. Ne parliamo con un compagno di Antudo.

Sapienza for Palestine: occupazione del rettorato

Data di trasmissione
Durata 21m 28s

Con una compagna del collettivo Zaum della Sapienza ripercorriamo le mobilitazioni per la Palestina degli ultimi mesi fino all'occupazione del rettorato realizzata ieri per richiedere la sospensione di tutti gli accordi con gli atenei israeliani: l'Università La Sapienza, attraverso il Senato accademico, il 7 ottobre si è posta  al fianco dello Stato d'Israele e mai come istituzione ha cambiato posizione nonostante la larga e continua mobilitazione studentesca, fino ad oggi quanto la rettrice si è rifiutata di incontrare l* studenti che nel frattempo avevano occupato il rettorato.

La campagna elettorale non risparmia la scuola

Data di trasmissione
Durata 1h 7m 33s

Apriamo la trasmissione con una corrispondenza con una studente della Sapienza che racconta le mobilitazioni per la Palestina dentro e fuori l'ateneo fino all'occupazione di ieri del rettorato realizzata per chiedere lo stop alle collaborazioni con le università israeliane.

Nella seconda parte torniamo sul caso Pioltello

Antifa Budapest: Corteo a Roma né prigione né estradizione

Data di trasmissione

Sabato 23 marzo a Roma c'è stato un corteo in solidarietà con Ilaria Salis, Gabriele e tutte le persone imputate per i fatti di Budapest. Il corteo è partito da metro Policlico, è passato nei pressi dell'ambasciata e poi è entrato nel quartiere di San Lorenzo dove si è concluso. Abbiamo raccolto diverse voci dal corteo lungo la giornata, sia all'inizio che durante il corteo.

Di seguito alleghiamo il comunicato che è stato fatto uscire per la giornata:

"La guerra inizia da qui
FREE PALESTINE",
questa la scritta lasciata a terra fra la sede dell'Aeronautica Militare e l'univerisità la Sapienza, durante il corteo "Ne prigione ne estradizione" del 23 Marzo. Circa 200 persone si sono ritrovate, a distanza di un mese e mezzo, a Piazza Sassari in solidarietà con Ila, Gabri e tuttx lx compagnx coninvoltx nei fatti di Budapest, nonché Anan e i compagni palestinesi arrestati di cui si richiede l'estradizione. In questo mese e mezzo sono accadute tante cose; se da un lato è calato il silenzio sulla questione di Budapest, dall'altro la repressione interna ha continuato a sferrare i suoi colpi a chi non ha abbassato la testa. Momenti di conflitto e dissenso politico non sono mancati, solo pochi giorni fa, ad esempio, delle studentx hanno bloccato il Senato Accademico manifestando la collaborazione fra l'Universitá e la guerra; compagne e compagni, invece, hanno bloccato un aereo contro le espulsioni a Torino.
Questa manifestazione era anche per loro, per tutti coloro che continuano a lottare, contro la guerra interna che fa lo Stato a chi continua a resistere, contro la guerra esterna di cui l'Occidente è protagonista.

Il 10 febbraio, il corteo è stato bloccato diverse ore in una stradina; ieri, voleva essere una giornata diversa, si voleva fare un corteo, porre delle questioni e comunicare per le strade di San Lorenzo, lasciando il segno dove si passasse. Non volevamo rimanere a casa da solx, non volevamo rimanere chiusx in una strada e così è stato. Abbiamo camminato insieme e lasciato il segno. Infatti, dopo esser passati davanti l'ambasciata ungherese (presso la Santa Sede) ed aver lasciato una scritta su strada a Piazzale Aldo Moro, il corteo è entrato nelle strade di San Lorenzo.

Abbiamo comunicato con chi era per strada, con chi si affacciava alle finestre, interrompendo la normalità di un sabato sera. Passati davanti il Carrefour di via dei Sabelli, qualcunx ne ha segnalato la complicità con Israele e il genocidio in Palestina. Il corteo si è sciolto pochi momenti dopo.
In un momento di guerra esterna e interna, crediamo sia possibile e necessario continuare a coltivare l'agibilità politica, per rompere le righe a chi vorrebbe veder serrare i ranghi, per coltivare la solidarietà fra chi resiste, dall'ungheria alla Palestina.

Il 28 Marzo sarà una data importante per Ilaria, Gabri e tuttx le altrx.
La giornata di ieri è stata per loro e per tuttx le altrx che resistono alle barbarie del presente a cui va il nostro abbraccio solidale.


Scendere in strada autodeterminandosi è ancora possibile. Con l'auspicio di altri momenti simili, ci vediamo presto.

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