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assemblea

Ancora in marcia contro la discarica di Cupinoro

Data di trasmissione
Durata 1h 9m

Queste settimana cominciamo la trasmissione parllando di due iniziative che si svolgeranno il 27 febbraio, una a Marino per una assemblea pubblica sulle nocivita e un'altra a Ladispoli per un corteo contro la riapertura della discarica di "cupinoro" alla periferia di Bracciano,un compagno del posto ci presenta l'inziativa.Continuiamo con degli aggiornamenti ,sui bandi A.M.A. per il trattamento dei rifiuti,le iniziative contro la discarica dell'Eco-Fer alla falcognana ,il processo cerroni e il contratto trappola proposto dalla Pontina Ambiente ai sindaci del bacino della discarica di Roncigliano.  

 

                                               Immagine rimossa.

Tappabuchi del 14 settembre 2015

Data di trasmissione
Durata 55m 1s

Corrispondenza con il coordinamento operatori scolastici della comunicazione sui licenziamenti nell'assistenza ai disabili nelle scuole di Roma.

Corrispondenza di un ferroviere dell'Assemblea "29 giugno" sulla mobilitazione del 17 giugno a Montecitorio sul processo per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009.

Assemblea per un 8 marzo da Kobane in ogni città

Data di trasmissione
Durata 3m 54s
Domenica 22 febbraio alle 19:00 assemblea al Centro socio culturale kurdo Ararat per costruire un 8 marzo a partire dall'appello della rappresentanza internazionale del movimento delle donne curde che chiedeva di dedicare quest'anno le manifestazioni per l'8 marzo alle donne rivoluzionarie delle YPJ (Unità femminili di Difesa del Popolo – Rojava), chiedendoci di organizzare qualcosa insieme. APPELLO DEDICHIAMO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE 2015 ALLA RIVOLUZIONE DELLE DONNE NEL ROJAVA E ALLA RESISTENZA DELLE UNITÀ DI DIFESA DELLE DONNE YPJ! L'8 marzo 2015, 104 anni dopo la proclamazione della Giornata Internazionale delle Donne, le donne di tutto il mondo combattono ancora contro il sistema di dominio patriarcale. In ricordo delle lavoratrici tessili a New York che hanno perso la vita nella loro resistenza, in occasione della 2a Conferenza Internazionale delle Donne nel 1910 su proposta di Clara Zetkin, è stata istituita la giornata dell'8 marzo come simbolo per la lotta e la resistenza delle donne. Questo movimento e questo grido risuonano ancora nelle strade. La rivoluzione contro disuguaglianza, sessismo e ogni forma di violenza è arrivata fino a oggi e continua a difendere tutti i valori umani. Come risultato della grinta e della capacità delle donne, nel 1977 l'8 marzo è stato proclamato dall’ONU Giornata Mondiale delle Donne, ma nonostante questo non è riconosciuto a livello ufficiale in alcuno degli stati membri. Oggi come allora le donne sono esposte a diverse forme di discriminazione e pensieri e azioni patriarcali. Più le donne ne prendono coscienza e più si organizzano, più aumenta la forza con la quale vengono sistematicamente attaccate. Gli attacchi contro le donne che si organizzano e lottano diventano sempre più profondi, e si sviluppano in un femminicidio sistematico della cui esistenza non c’è consapevolezza e che non viene riconosciuto come tale. Questo femminicidio viene brutalmente portato avanti a livello mondiale, dall'Europa fino all'Africa, dal Medio Oriente fino all'America Latina. Contro le donne viene condotta una vera e propria guerra non dichiarata. Con lo sfruttamento e la violenza si mira a intimidire sistematicamente le donne come gruppo sociale. Senza dubbio le donne hanno fatto resistenza contro questi brutali attacchi, si sono organizzate e hanno portato avanti la loro lotta con costanza. Attraverso la loro lotta che dura da secoli, le donne hanno ottenuto molti progressi che favoriscono anche l’estensione dei valori democratici e di libertà nell'intera società. In parallelo si sono rafforzati la violenza e i crimini di guerra contro le donne ed è aumentata sempre di più la discriminazione e la lesione o l’assenza di diritti delle donne. Le donne sono vittime di cosiddetti “delitti d’onore”, vengono costrette a matrimoni forzati, stuprate, subiscono molestie sessuali, mutilazioni, vengono spinte al suicidio, schiavizzate e trattate come bottino di guerra. Attualmente gli attacchi contro il corpo, l’identità, il pensiero e i sentimenti delle donne in Medio Oriente vengono perpetrati in modo crudele da gruppi terroristici come IS. Colpiscono tutti i gruppi etnici e le comunità religiose che si oppongono alla loro ideologia, curde, turkmene, assire, armene, arabe, ezide curde, cristiane, sciite, kakai, alevite e molte altre. Nel 21° secolo, il sistema patriarcale e il suo pensiero hanno ulteriormente perfezionato la loro politica di femminicidio. In Ucraina 400 donne sono state deportate come bottino di guerra, stuprate e assassinate. Nello Şengal nel Kurdistan del sud, oltre 3000 curde ezide sono state deportate e stuprate e vengono vendute nei mercati degli schiavi. Nel corso di un anno in Nigeria sono state assassinate almeno 350 donne, e almeno 300 bambine e ragazze tra i dodici e i sedici anni sono state rapite dal gruppo terroristico Boko Haram. Il numero reale probabilmente è molto più elevato. Qui si tratta solo di tre esempi estremi che segnalano sviluppi a livello mondiale. Per le donne in questo mondo non esiste sicurezza. Per questo le donne devono più che mai provvedere alla propria protezione e organizzare la loro autodifesa. È proprio questo che attualmente sta succedendo nel Rojava (espressione curda per il Kurdistan occidentale). Nei tre cantoni curdi dell’amministrazione autonoma nel nord della Siria le Unità di Difesa delle Donne YPJ combattono per la sicurezza delle donne e dell’intera società. Le YPJ da mesi sono sulla linea del fronte nella difesa di Kobanê contro gli attacchi delle bande di IS. La lotta delle YPJ ha creato voglia di libertà e spirito di resistenza non solo a livello militare, ma anche nella coscienza sociale. Le YPJ conducono una lotta contro tutti i livelli di femminicidio. Come nel 1857 le 129 donne hanno perso la vita nella lotta come lavoratrici, oggi le combattenti delle YPJ combattono senza esitazione in modo deciso per i valori delle donne e per i valori dell’umanità intera. Non limitano la loro lotta contro il femminicidio a una sola giornata, ma con la loro lotta trasformano ogni giorno nell'8 marzo. La loro lotta di liberazione è allo stesso tempo un abbraccio alle donne di tutto il mondo. In occasione dell'8 marzo 2015 prendiamo coscienza degli attacchi contro le donne a Şengal, Mossul, Kirkuk, in Nigeria, a Gaza, in Ucraina e altrove considerandoli un femminicidio, e facciamo vivere lo spirito di resistenza delle YPJ come difesa di tutte le donne in ogni luogo. Organizziamo la resistenza ovunque nel mondo le donne subiscano violenza. Diffondiamo insieme lo spirito di resistenza che ci unisce e ci rafforza contro ogni manifestazione del sistema di dominio patriarcale. Per questo chiamiamo tutte le donne, iniziative e organizzazioni di donne a dedicare le loro manifestazioni e azioni per la Giornata Internazionale delle Donne alla rivoluzione delle donne nel Rojava e alla resistenza delle Unità di Difesa delle Donne YPJ. Viva la solidarietà internazionale delle donne! Resistenza vuol dire vita! Jin Jiyan Azadî – Donne Vita Libertà Rappresentanza Internazionale del Movimento delle Donne Curde

 

8/12 alle ore 18 Assemblea Cittadina all'occupazione di Battistini contro il corteo della destra a Roma Nord

Data di trasmissione
Durata 15m 5s

La campagna della destra contro i Rom e i migranti continua nei quartieri di Roma Nord. Il 13 Dicembre è stata chiamata una fiaccolata contro i campi Roma e il "degrado" a Monte Mario. Un compagno di Roma Nord ci racconta di quello che sta accadendo e ci invita all'assemblea di oggi pomeriggio alle 18 all'occupazione di Battistini.