il Ponte sullo Stretto di Messina non è solo un’infrastruttura devastante dal punto di vista sociale, economico e ambientale ma rappresenta anche il cavallo di Troia per legittimare l’ulteriore escalation del processo di militarizzazione e riarmo della Sicilia e del Mezzogiorno d’Italia, accelerando la conversione del territorio in piattaforma avanzata per le operazioni di guerra e distruzione del pianeta. Il progetto rientra nel Trans-European Transport Network (TEN-T), il cui scopo, tra gli altri, è quello di creare una rete in grado di soddisfare “un piano di azione sulla mobilità militare 2.0". A sostenerlo economicamente ci pensa l’UE con i finanziamenti provenienti dal Connecting Europe Facility (che finanzia progetti di infrastrutture di trasporto a duplice uso) e dal Fondo Europeo per la Difesa (che sostiene lo sviluppo di sistemi logistici e digitali interoperabili).
Nuove promesse targate Matteo Renzi: le ultime dichiarazioni del premier parlano della ripresa degli ormai storici lavori sullo stretto di Messina. Ma cosa c'è dietro le promesse e le retoriche del Ponte sullo Stretto?
La Sicilia rappresenta da sempre un laboratorio per speculazioni e tentativi di grandi opere (si pensi al Muos).
Intanto ci avviciniamo alla mobilitazione nazionale prevista per il 2 ottobre (ore 15) nella sughereta di Niscemi per ribadire ancora una volta il NO al Muos.
Ne abbiamo parlato con un compagno del Centro Sociale Anomalia di Palermo.
Apriamo con una corrispondenza da Reggio Calabria che ci illustra la situazione di emergenza rifiuti che vive il capoluogo calabro dopo ben 16 anni di commissariamento. Riprendiamo la questione delle centrali a biogas e biomasse, la loro promozione mediatica e l'opposizione che stanno mettendo in piedi i cittadini di Chiusi e Castiglione del Lago. Aggiornamenti dal versante Ilva di Taranto e brevi news sul Ponte sullo stretto di Messina e sul livello di inquinamento da CO2.