Puntata anomala di un quarto d'ora tutta dedicata al nucleare.
Ci prendiamo pochi minuti per parlare della Piattaforma Nazionale per il Nucleare Sostenibile lanciata dal ministro dell'ambiente Pichetto Fratin per il prossimo Giovedì 21 Settembre.
Parliamo principalmente del Corteo contro l'inceneritore di Roma del prossimo Sabato 25 Marzo ad Albano in Piazza Mazzini alle 15:30
e dell'assemblea al Porto Fluviale di Mercoledì 22 alle 17:30 che lo precederà.
Durante la corrispondenza per lanciare il corteo solleviamo molti temi che andremo ad approfondire nel resto della trasmissione, come il fallimento dei "cassonetti intelligenti", i progetti di costruzione di nuovi desalinizzatori in tutt'Italia, sul nuovo clima filonuclearista che va formandosi, dei traffici di plastica internazionali e della scoperta dei plastiglomerati.
La questione inizia ad agosto, quando la centrale nucleare di zaporizhia, una delle più grandi di Europa, inizia ad essere bombardata. Esiste una città di zaporizhia, in mano agli ucraini, ed esiste la centrale di zaporizhia che è stata occupata dai russi. Corre tra loro una distanza di circa 70 km. I media occidentali spesso si sono confusi raccontando dei bombardamenti.
Le centrali nucleari non dovrebbero essere oggetto di bombardamenti e/o attività belliche che le coinvolgano. Queste regole sono scritte nei protocolli aggiuntivi della convenzione di Vienna del 1947, che chiaramente essendo datati vengono superati ufficiosamente dai nuovi modi di intenere la guerra. Elencando i fatti, gli ucraini hanno bombardato prima le linee elettriche provenienti dalla centrale poi hanno corretto il tiro portando avanti azioni dirette sui reattori. Due mesi fa AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) si è trincerata dietro a una impossibilità di prendere posizione sul superamento di ogni limite di buon senso. L’ONU avrebbe potuto provvedere ma il Consiglio non ha propriamente deliberato né le responsabilità reali in campo.
Per un breve periodo si è imboccato un vicolo cieco, fino al mese scorso quando gli ucraini hanno bombardato una centrale idroelettrica vicino a Kerson. L’obiettivo generale è colpire linee elettriche, stazioni e sottostazioni in tutto il paese. Il più grosso rischio è ancora rappresentato da zaporizhia, che séguita ad essere colpita dall’esercito ucraino. Non viene detto questo dai media occidentali, che hanno oscurato ogni fonte di informazione russa. Per le altre centrali controllate dall’Ucraina non si registrano colpi direttamente sulle centrali ma sulle linee elettriche. Un conto infatti è sabotare delle linee elettriche, un altro conto è bombardare una centrale nucleare.
La Germania ha bisogno di gas, ma hanno carbone e legnite e hanno rimesso in funzione gli impianti elettrici nonché due centrali nucleari che dovevano essere dismesse. Il gas serve ancora per molte industrie e soprattutto per i riscaldamenti.
Questa guerra ha accelerato i tempi di una transizione ecologica ancora non adeguata ai bisogni globali.
L’attentato al gasdotto Nordstream va interpretato come un attentato alla popolazione civile europea, non solo come un colpo per l’esercito russo, perché è la popolazione che ne pagherà le reali conseguenze.
Ci prendiamo una mezz'ora per leggere e confrontare i passaggi sull'ambiente dei programmi elettorali dei partiti ce hanno partecipato alle recenti elezioni parlamentari stravinte dalla destra con il voto del 28% degli aventi diritto. Dopo qualche chiacchiera sui futuri problemi che potrebbero affacciarsi riguardo a inceneritori e centrali nucleari, passiamo al locale, ospitando una corrispondenza con un compagno da Guidonia per aggiornamenti sulla lotta contro l'apertura del TMB di Cerroni.
Liberatevi perché anche quest’anno è tutto pronto per l “Ostuni Climate Camp 2022” organizzato e promosso dalla Confederazione Cobas, dalla Campagna Nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile, dal Movimento NoTap/Snam di Brindisi, da T.U.O. teatri urbani organizzati e da LDS lavoratori dello spettacolo autorganizzati Cobas Puglia, numerosi attivisti e attiviste, associazioni, lavoratori e lavoratrici, oltreché cittadini e cittadine, che hanno partecipato a tutte le lotte di questi difficili anni; un’ estate all’insegna della socialità, della cultura, della libera informazione e della partecipazione.
Con il Professore Angelo Baracca partendo dalla presentazione del libro “Atlante dell’uranio”, Multimage e Terra Nuova, ripercorriamo la storia della politica nucleare italiana dal dopoguerra ad oggi, piena di misteri e nodi irrisolti.
In Italia abbiamo circa 31mila metri cubi di scorie radioattive. Così da circa un anno e mezzo grava la scelta dei sito per la costruzione del Deposito Nazionale, sempre rinviata per il rischio più che concreto di rivolte popolari nella zona prescelta.
Oggi però si delinea una nuova minaccia. Dopo gli incidenti di Fukushima del 2011 le industrie del settore sono impegnate a progettare tecnologie diverse, progetti "nuovi", i cosiddetti "Small reactors" e i microreattori.Le dimensioni di questi modelli sono tali da stare in un normale container.
Con Giorgio Ferrari parliamo dell’ultima notizia che riguarda ancora una volta la centrale nucleare di Chernobil che sarebbe rimasta senza alimentazione elettrica (https://www.pressenza.com/it/2022/03/chernobil-mancanza-di-alimentazion…).
Di cosa successe a Fukushima, dove ci fu il più grave incidente nucleare avvenuto successivamente al disastro di Chernobil
del 26 aprile 1986,conseguenza del terremoto e maremoto del Tōhoku dell'11 marzo 2011.
Della transizione energetica e dei futuri scenari di conflitti.