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30 marzo a Torino - Contro sgomberi e repressione: BLOCCHIAMO LA CITTÀ

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Al telefono con due compagne di Torino vi raccontiamo il corteo previsto per il 30 marzo e le ultime settimane di lotta in città.

da Macerie

La normalità di questo mondo pare essere totalizzante, negli ultimi anni i processi economici e politici hanno concluso un’opera terribile iniziata con le navi dei commerci tra continenti e le ciminiere di Manchester.
Ogni sfera dell’esistenza umana e ogni pezzo di questo pianeta sono stati fagocitati e risputati come sostanza putrida, non c’è nessun punto dell’intero globo che non sia stato distrutto dalla bulimia sfrenata del capitalismo; non esiste più un pezzo di terra libero, né la possibilità di una vita dignitosa non piegata dalla schiavitù lavorativa per il profitto di un padrone spesso senza volto.
Non esiste altresì neppure la possibilità di sottrarsi, come qualcuno sostiene, adottando comportamenti virtuosi o di autosufficienza materiale in una vita da eremita: nel mondo devastato i liquami industriali e l’aria sporca arrivano ovunque e  proclamano una promessa di morte a cui lo Stato non accompagna più neppure la possibilità di curarsi poiché dopo aver messo fuori legge ogni conoscenza e pratica sul corpo che prescindesse dalla sua mano medica, ora chiude i rubinetti della sanità, lasciando a chi non può pagare esose visite private il peso di affrontare ogni malattia senza lamentarsi; nel mondo devastato non esiste un altrove al riparo da regolamenti edilizi, controlli di polizia e censimenti; nel mondo devastato non esiste un altrove in cui non arrivino le grida di uomini, donne e bambini che affogano in mare, che scappano dalla povertà, che vengono sfrattati e buttati in mezzo alla strada.

La stessa possibilità di immaginare e praticare un attacco che ci possa far respirare libertà, viene sempre più aggredita dagli apparati della repressione, sul piano materiale dal lavoro di polizia e magistratura e su quello simbolico dagli inneggiati valori di legalità e democrazia del mondo occidentale, entro i quali deve svolgersi un pacato dissenso, collaborante e partecipativo, pena lo spettro del terrorismo e di un terrificante caos sociale - per loro e per chi ha qualcosa da difendere in un mondo devastato. Chi non vuole sedersi al tavolo di trattative con istituzioni, banche ed enti caritatevoli può accomodarsi nelle patrie galere.
Quanto quest’ordine asfissiante entro cui si erige e raffina il controllo non sempre tenga, lo mostrano le esplosioni di rabbia e distruzione che nascono da un pieno di sopportazione e sfociano in ribellioni diffuse pur senza trovare una prospettiva.
In Italia è più che mai visibile questo sfacelo e dopo anni di ristrutturazione economica la guerra endemica per la sopravvivenza diventa palese, gli impoveriti sono aizzati contro i diseredati, i cittadini contro gli stranieri, chi ha rinunciato definitivamente alla propria libertà contro chi non si arrende: è il germe della guerra civile che cerca di uscir fuori dalle ceneri del conflitto sociale.
Un clima questo che è eredità dell’operato di ogni istituzione statale nazionale e delle tensioni predatorie del capitalismo globale. L’ultimo governo ha giovato elettoralmente di questa situazione canalizzando a proprio favore l’insofferenza di vaste fasce di popolazione: Movimento 5 Stelle e Lega hanno costruito in coro un orizzonte di disciplina al lavoro e repressione acuta, dal reddito di cittadinanza fino al pacchetto sicurezza. Senza troppe riflessioni analitiche si può affermare che insieme questi due partiti hanno costruito la maggior sproporzione di potere dell’Italia repubblicana tra governanti e governati, fornendo allo Stato la possibilità di intervenire con forza bieca in ogni situazione di crisi sociale o contro ogni tentativo di resistenza. Questo è il terreno in cui si muove la violenza statuale, che è pressoché unilaterale, dall’alto verso il basso, e ha come obiettivo quello di mantenere indisturbata questa direzione, di uccidere sul nascere qualsiasi lotta degli oppressi.
A Torino, città sull’orlo fisico della bancarotta nonostante tutti i tentativi di riconfigurare l’assetto monolitico e industriale dell’economia in uno di investimenti diffusi e turismo, ha preso il potere comunale proprio uno dei due partiti a capo del parlamento nazionale. Il M5S, attraverso il volto nuovo della alto-borghese Chiara Appendino, è salito in Sala Rossa grazie il voto elettorale delle periferie a cui ha promesso a gran voce e senza pudore crescita occupazionale e servizi sociali. “Basta opere inutili, solo welfare e rinascita!”, andavano dicendo. Non ci è voluto molto e l’illuso elettorato è tornato presto con i piedi a terra, in città non si riesce neppure a prenotare una visita medica e la maggior parte dei “torinesi” vive in spazi angusti spartendo salari precari e frustrazioni sicure. Si arranca come prima, peggio di prima. Dopo quasi tre anni, l’amministrazione comunale è a un passo dalla caduta e i risultati che sottolinea di aver raggiunto sono manco a dirlo quelli repressivi: lo sgombero dei rifugiati dalle palazzine dell’ex-Moi, lo sgombero dei campi rom e quello degli anarchici.
Non è un caso che quest’ultimo continui a preoccupare i politici cittadini e le autorità poliziesche. L’Asilo occupato era un posto in cui si provava con costanza a organizzarsi contro questo mondo di miseria e sfruttamento, e questo grande e ostinato coraggio è per lorsignori un esempio troppo pericoloso in questi tempi. Sono consapevoli infatti che hanno fatto seccare ogni prato, che ora vige il silenzio di questo deserto, ma sanno anche che la sterpaglia prende fuoco e che brucia velocemente.
Chiunque provi a essere scintilla deve essere spento, soffocato.
Così come hanno provato a soffocare la rabbia di sei compagni arrestati a Torino per la lotta contro il Cpr, così come hanno provato a soffocare la rabbia di sette compagni trentini accusati di terrorismo.
Così come provano a soffocare con la paura la tensione di chi nelle ultime settimane è sceso in strada a dare filo da torcere a chi decide e reprime.
In ballo oggi non c’è solo il destino di un asilo o di un gruppo di caparbi anarchici, il ballo oggi c’è il seme del coraggio, il seme che tutti coloro che vedono gli scempi di questo presente devono preservare come la cosa più cara.
Il 30 marzo a Torino bloccheremo la città per continuare a innaffiarlo.
Se un fiore nuovo nascerà dipende da noi.

Con Agnese, Silvia, Nicco, Antonio, Beppe, Stecco, Giulio, Poza, Nico, Rupert e Sasha nel cuore, per la libertà di tutti e tutte.

In atto lo sgombero della tendopoli di San Ferdinando

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Dall'alba di stamani l'annunciato sgombero della tendopoli di San Ferdinando: spiegamento enorme di forze dell'ordine, tende e baracche abbattute con le ruspe, le persone numerate per essere portate non si sa dove, quelle rimaste perché molte se ne sono andate nella notte, altre non hanno intenzione di farsi deportare.

Bulldozer a Borgo Mezzanone

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Questa mattina, mercoledì 20 febbraio, stanno sgomberando il megaghetto di Borgo Mezzanone, nel foggiano, dove abitano persone che lavorano nelle campagne.L'operazione portata avanti con decine di agenti e bulldozer, con il cinismo del caso, si chiama Low and Humanity.

L'audio è un primo aggiornamento

Caravaggio non si sgombera

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In questi minuti si è tenuta una conferenza stampa dei movimenti per il diritto all'abitare per ribadire che l'incidente che c'è stato qualche settimana fa nello stabile di Via del Caravaggio, dove vivono più di 100 famiglie, non può essere utilizzato come scusa per concordare con la proprietà dello stabile uno sgombero. Ci sono state pressioni in questi giorni per decretare l'inagibilità di uno stabile che invece è perfettamente funzionante, ed è l'unica soluzione abitativa per centinaia di persone in questo momento. In una città dove l'emergenza abitativa non fa che aggravarsi, oltre a tentare di sgomberare i palazzi abbandonati che sono stati occupati dai movimenti si tenta di allontanare da questo paese migranti che lottano come stanno tentando di fare con Madalina, per la quale è partita una grande compagna di solidarietà che continua in queste giornate.

Torino: Arresti e Tentativi di Sgombero all'Asilo occupato

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Operazioni di sgombero questa mattina all'Asilo occupato, spazio sociale anarchico di Torino. Contemporaneamente 5 compagni sono stati arrestati con l'accusa di terrorismo per le campagne contro i centri di detenzione per migranti. Diversi compagni resistono sul tetto dell'Asilo mentre per strada si è formato un presidio che è stato caricato e accerchiato dalle forze dell'ordine.

Abbiamo contattato un compagno che ci ha aggiornato sulla situazione dal presidio.

Ennesimo sgombero dell'ex Penicillina

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Dalle prime ore di questa mattina è iniziata l'operazione di sgombero dell'Ex Penicillina su Via Tiburtina, fabbrica abbandonata di cui è rimasto solo lo scheletro e che da anni è utilizzata come rifugio da tantissime persone in emergenza abitativa. Decine di blindati, la via tiburtina deviata dalle 5 del mattino, giornalisti e passerelle di partiti politici, mentre l'assente come sempre è una qualsivoglia soluzione per le persone che avevano trovato rifugio nella Penicillina. Immancabile Salvini con il suo selfie durante lo sgombero. Dalla mattina un gruppo di compagni ha dato vita ad un presidio per contestare l'assenza di soluzioni dello sgombero, che non affronta ad esempio il problema dell'amianto e dei rifiuti tossici presenti nella fabbrica e lo sciacallaggio dei vari partiti politici e di Salvini. In questi minuti alcune decine di ragazzi che vivevano dentro la fabbrica si stanno organizzando nel piazzale antistante, lasciati in strada senza una casa.

Milano: villa vegan sotto sgombero

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A Milano Villa Vegan è minacciata di sgombero. Bella la risposta di solidarietà a resistere. 

I prossimi appuntamenti in Villa: 

  • Mercoledì 31 ottobre dalle 21 – Concerti benefit prigionier* operazione Scripta Manent

HALLOWEEN NIGHT

  • Venerdì 2 novembre dalle 18 – Cena e assemblea pubblica antisgombero

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