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Firenze:11 Giugno occupazione degli studenti di uno stabile dell'università e sgombero della polizia

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L'11 Giugno studenti e studentesse del Collettivo Universitario Autonomo di Firenze hanno occupato uno stabile abbandonato dell'università. La polizia si è presentata sul posto e ha sgomberato, caricando il presidio di fronte all'immobile.
Riportiamo il comunicato degli studenti e delle studentesse del Cua:

STUDENTI OCCUPANO IMMOBILE DELL'UNIVERSITÀ

Questa mattina abbiamo riaperto lo stabile di via Reginaldo Giuliani 92, lasciato da anni all'incuria e al degrado dall'ateneo fiorentino. Un emblema di un' università allo sfacelo, dove i bisogni di noi studenti contano sempre meno, dove aumentano le tasse e diminuiscono le borse, dove importanti studentati come quello di via Palazzo dei Diavoli rimangono inutilizzati mentre centinaia di studenti vengono esclusi dalle residenze universitarie.La vicenda dei rimborsi IVA che ha travolto l'Azienda per il diritto alla studio, ancora una volta, farà ricadere i costi di anni di mala gestione su noi studenti, traducendosi in nuovi tagli al diritto allo studio.
E mentre l'ARDSU prepara la sua “manovra correttiva”, entro la fine di questo mese l'UniFi dovrà decidere sull'applicazione delle direttive ministeriali dello StudentAct, ovvero di un nuovo sistema di contribuzione che minaccia di fare aumentare sensibilmente le tasse agli studenti e in particolare a quelli giudicati “inattivi”, ovvero indietro nel percorso di studi. Sono sempre di più a rinunciare agli studi, non potendo sostenere i ritmi e i costi dell'università con lavori precari e sottopagati o pesando sul reddito delle famiglie. Dentro questa delicata fase per il futuro dell'università, l'iniziativa di oggi vuole mandare un messaggio chiaro alle istituzioni universitarie: è l'ora di rimettere al centro i bisogni degli studenti, perchè l'università non può essere gestita come un' azienda.

INVITIAMO ALLA CONFERENZA STAMPA CHE SI TERRA' DOMANI, LUNEDÌ 12 ORE 11.00 IN VIA REGINALDO GIULIANI N 92

COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO

Sgombero Pisa Mala Servanen Jin e Cariche violente

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Storia della Mala:

Le nostre vite precarie e instabili le vogliamo cambiare e lottando abbiamo cominciato a farlo. La giornata dell'8 marzo è stata un momento importante per condividere con tutti e tutte la voglia che abbiamo di riscattarci, di poter vivere felici e libere, di decidere delle nostre vite, di rispedire la sofferenza ai responsabili. Con questo spirito, da passionarie che non mollano mai, abbiamo riaperto questo spazio: un ex centro di accoglienza per migranti, di proprietà comunale, abbandonato da anni all’incuria e al degrado. Uno stabile chiuso e lasciato marcire dal Comune che, contemporaneamente, ha spostato il punto di accoglienza in un altro immobile in affitto, più piccolo.
Ora vogliamo, come donne, costruire insieme questo luogo, rinominandolo “Mala Servanen Jin Occupata” che in lingua curda significa “Casa delle Donne che combattono”, per richiamare le lotte di emancipazione e autodeterminazione delle combattenti curde che si oppongono allo stato islamico e alle sue barbarie, dando vita a una nuova società. Una casa dove noi donne vogliamo dare vita ad uno spazio collettivo dove ridefinire noi stesse, le nostre vite, difendere e riconquistare la nostra dignità. Uno spazio che sia anche una casa per le donne in emergenza abitativa.

Palermo, dopo il blitz al campo per rom della Favorita ancora 4 ragazze recluse nel CIE di Ponte galeria

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Venerdì scorso un blitz in grande stile nel campo per rom della Favorita a Palermo, portato avanti da carabinieri, vigili del fuoco, vigili urbani e l'ausilio adirittura di un elicottero, ha portato alla reclusione di quattro ragazze, accusate di non avere i documenti in regola, presso il CIE di Ponte galeria. Un'operazione muscolare e spropositata, criticata anche dalla Procura di Palermo e dal sindaco Orlando, di cui non si capiscono necessità e finalità.

Una compagna del comitato antirazzista di Palermo ci racconta come sono andati i fatti e la situazione delle quattro ragazze.

Il comune di Roma vuole chudere il centro culturale Ararat

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Martedì 21 febbraio (ore 12) è indetta una conferenza stampa - in piazza del Campidoglio - per impedire la chiusura del centro culturale kurdo Ararat.

Il centro Ararat ha sempre pagato le quote concordate con il Comune di Roma. Si tratta quindi di una decisione unilaterale che avviene a fronte di reiterate richieste di incontri per l'individuazione di una soluzione condivisa.

 

Ne parliamo con Simonetta Crisci di Rete Kurdistan che si occupa della vicenda.

Bologna - Sgombero e cariche alla biblioteca di Via Zamboni

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Sgombero stasera alla biblioteca rioccupata di Via Zamboni. La direzione dell'università aveva fatto mettere i tornelli all'ingresso della biblioteca, impedendo così a molti e molte l'accesso a questo servizio universitario. Riuniti in assemblea gli studenti hanno deciso per la sua rioccupazione. In diretta momenti di tensione e una carica che gli studenti hanno saputo respigere.