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Scuola

Coltivare il dissenso nella scuola

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Nella puntata odierna si parla di Palestina con il racconto della mobilitazione dell'istituto Salacone nel primo giorno di scuola: corrispondenza con un insegnante.

Si parla poi di Educare alle differenze: con Monica Pasquino descriviamo l'organizzazione dell'undicesima edizione, "Liber* di dissentire " a Padova, il 27 e 28 settembre. Qui programma e iscrizione.

Concludiamo con Massimo Prearo che ci aggiorna sull'iter parlamentare dei tre disegni di legge relativi a educazione sessuo-affettiva, carriera alias, consenso informato.

La conoscenza non marcia

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Negli ultimi anni si è assistito ad un vero e proprio processo di militarizzazione dei luoghi del sapere, sia sul fronte dell’istruzione sia nella ricerca. Scuole e Università sono state sottoposte ad una crescente invasione da parte della filiera militare industriale e del suo dispiegamento ideologico, che agisce per promuovere la “cultura della difesa” normalizzando la presenza della guerra nella società soprattutto verso i più giovani, e/o in vista del reclutamento degli stessi, oltre che per subordinare formazione e ricerca agli interessi delle imprese. Di recente, il documento per l’attuazione di REARM EUROPE individua nell’istruzione scolastica e universitaria un settore strategico per il processo di militarizzazione, già in atto da qualche anno ad opera delle istituzioni governative e militari del nostro Paese, ma anche di organizzazioni internazionali come la NATO e delle grandi multinazionali dell’industria bellica, come ad esempio Leonardo SpA, che entra nel mondo dell’istruzione anche attraverso le sue fondazioni: in particolare la Fondazione Med-Or, la quale annovera nel suo Comitato Scientifico non solo docenti universitari, ma anche Rettori di alcuni Atenei statali (erano 13 e ad oggi ne risultano 9). Le modalità con cui questo processo si dispiega in Italia riporta al modello di militarizzazione della società israeliana, dove sin dai primi gradi dell’istruzione, i bambini vengono immersi nella retorica e nella propaganda militarista e dove la militarizzazione è presente in tutti i gangli della società. È per tale motivo che si può parlare di “israelizzazione” della società anche nel nostro Paese: un processo di occupazione e colonizzazione cognitiva, ma anche fisica, dei luoghi e degli spazi del sapere, dell’istruzione e della ricerca. Le Scuole, le Università, la Ricerca Pubblica e la nostra società sono, analogamente alla Palestina, territori da colonizzare, occupare, depredare e trasformare per gli interessi particolari di chi sta promuovendo il processo di militarizzazione (Governo, lobby delle armi, NATO e filiera bellica). Tale processo, che nella fase attuale sta coinvolgendo anche il resto della società, è appunto iniziato nelle Scuole e nelle Università ed è per questa ragione che partiamo proprio dall’istruzione per portare avanti un percorso teso a denunciare lo stato delle cose e a liberare la formazione e la ricerca dalle logiche belliciste, ribadendo la nostra volontà di non contribuire alla militarizzazione, non essere complici del genocidio in atto e respingere il modello militarizzato della società israeliana. Per questa ragione la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” si propone di intervenire direttamente nel rapporto strutturale che lega il progetto sionista, la militarizzazione della società e l’istruzione pubblica. Il definanziamento dell’Università italiana, connesso alla ripetuta introduzione di nuove forme contrattuali di precariato della ricerca e della docenza, spinge a rendere prassi normale il reperimento di risorse presso agenzie private e pubbliche che hanno come proprio core business l’intelligence e l’industria bellica. Fra le industrie belliche che hanno stretto collaborazioni con Università italiane ci sono anche grandi aziende israeliane come Elbit Systems o IAI – Israeli Aerospace Industries, m aanche l’Istituto di tecnologia Technion o l’Ariel University, che intervengono in vario modo anche nell’apartheid e nello scenario coloniale dei territori palestinesi: alcune università israeliane sono complici dirette nella costruzione di infrastrutture e nella colonizzazione israeliana del territorio palestinese, ma anche nella creazione di un’ ideologia pervasiva e razzista. Vista l’impossibilità ad individuare le collaborazioni con potenziale dual use, cioè con utilizzo militare oltre a quello civile, il principio di cautela suggerirebbe di evitare di stringere accordi e collaborare in progetti con le stesse, anche solo per una questione di opportunità. Infatti, il genocidio in atto potrebbe avere ricadute in termini di responsabilità anche per quelle Università che, tramite rapporti di collaborazione, potrebbero risultare complici di Israele nei gravissimi e ripetuti crimini di guerra che continuano ad essere perpetrati e per le sistematiche violazioni del diritto internazionale. Un esempio è quello della partnership con Leonardo, che fornisce molte tecnologie ed armi ad Israele. Negli ultimi anni è diventata sempre più evidente ed invasiva la presenza delle forze dell’ordine, delle forze armate e dell’industria militare nei luoghi della formazione: dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di secondo grado, fino agli Istituti Tecnici Superiori. Non solo nelle aule scolastiche, ma addirittura con visite in caserma, partecipazione a manifestazioni militarie stage in aziende della filiera bellica. Infine, occorre considerare la NATO, per il suo ruolo nei principali scenari bellici e dietro le politiche di riarmo. La NATO, oltre che con iniziative svolte in collaborazione con le scuole, è attiva soprattutto negli Atenei: ad esempio all’Università di Bologna col NATO Model Event oppure in circa 14 Atenei con l’esercitazione “Mare Aperto” tramite la Marina Militare italiana o ancora con il NATO SPS Programme. Al fine della smilitarizzazione dell’istruzione e della separazione netta tra spazio scolastico/universitario e ambito militare, la campagna “LA CONOSCENZA NON MARCIA” CHIEDE MISURE NORMATIVE PER NON CONSENTIRE LE SEGUENTI INIZIATIVE nel sistema dell’istruzione scolastica ed accademica: sviluppare progetti di didattica, ricerca e Terza missione in collaborazione con industrie della filiera bellica, con istituzioni, incluse le università, di Paesi che attuano sistematicamente politiche e pratiche genocidarie, di oppressione coloniale, di segregazione e pulizia etnica, come Israele, e con organizzazioni internazionali (ad es. la NATO), che intervengono direttamente ad alimentare gli scenari di guerra in corso e le politiche di riarmo; partecipare, da parte dei singoli docenti, a organizzazioni che abbiano finalità di tipo militare oche siano legate all’industria bellica (ad es. Med-Or); ricevere finanziamenti, stringere partnership con aziende della filiera bellica e con realtà produttive che collaborano con governi che non rispettano il diritto internazionale(crimini di guerra, occupazione militare illegale, discriminazione razziale e persecuzioni); sviluppare corsi, master, scuole di specializzazione, eventi e iniziative didattiche e di orientamento nelle università e nelle scuole di ogni ordine e grado in collaborazione con le forze armate e con le forze dell’ordine, le quali devono restare fuori dal sistema educativo. Abbiamo deciso di non marciare per le loro guerre. Abbiamo deciso di difendere i luoghi della conoscenza da quelle ingerenze governative e dagli interessi dell’industria bellica e delle istituzioni sioniste che corrompono e deteriorano il sapere. Lottiamo per garantire un’istruzione ed una ricerca sane, forti e indipendenti per demilitarizzare e decolonizzare la cultura, anche in una prospettiva internazionale. 

Incontriamoci il 13 settembre a Roma alle ore 10.30 nell’Aula I di San Pietro in Vincoli (Sapienza), per discutere di tutto queste e per lanciare la campagna “La conoscenza non marcia”

Parliamo di tutto questo con uno dei promotori della Campagna "La conoscenza non marcia"

Dal 2 al 7 settembre campeggio studentesco in Val di Susa

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Dal 2 al 7 settembre al presidio a Venaus in Val di Susa i comitati autonomi studenteschi si riuniranno per un campeggio di discussione sulla guerra, il transfemminismo e la scuola (riforme Valditara, voto in condotta). I vari collettivi italiani di città come Roma, Torino, Vicenza, Livorno, Pisa e dalla Sicilia discuteranno in maniera orizzontale e collettiva dei tre temi proposti. 
All'interno della trasmissione discutiamo di libri di testo, di militari, di classe sociale, di differenza tra liceo e professionale, dispersione scolastica, di notav e di Palestina. 

L'8 novembre inoltre ci sarà una mobilitazione nazionale a Roma per la palestina. 

In studio uno studente e una studente. 

Promuoviamo la cittadinanza

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La trasmissione affronta il tema della cittadinanza negata alle e agli studenti della scuola italiana: ne parliamo in due corrispondenze, la prima con una studente senza cittadinanza e la seconda con una maestra dell'istituto comprensivo Salacone, plesso Pisacane, che ci illustrano le diverse forme di marginalizzazione che devono affrontare le e gli studenti senza cittadinanza. Gli appelli per il voto al referendum sulla cittadinanza dell'8 e 9 giugno.

Concludiamo la trasmissione trattando una serie di episodi esemplificativi del clima di esaltazione delle forze armate all'interno delle scuole italiane.

Sciopero precario nelle università italiane contro tagli, guerrà, precarietà

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Gran parte della trasmissione è dedicata alla mobilitazione di pracari/e/* dell'università (dottorand*, assegnist* di ricerca, ricercatr*...) che ieri, 12 maggio 2025 è culminata in un grande sciopero visibilizzato in manifestazioni nei tre atenei romani e in molti atenei in Italia, una giornata di confluenze di lotte con sindacati di base, studenti, precari/e/* della scuola, della cultura, dello spettacolo. L'autorganizzazione e la mobilitazione è partita a inizio anno accademico quando è stata annunciata una "riforma" dalla ministra dell'Università e della Ricerca Bernini che consta di un forte taglio sui fondi strutturali che renderà ancora più esigua la stabilizzazione e provocherà forme di pracariato ancora più forti.

In studio un compagno e una compagna dell'Assemblea precaria interateneo di Roma e al telefono una compagna dell'Assemblea Precaria di Pisa che raccoglie i tre atenei della città toscana.

Nell'ultima parte della trasmissione sentiamo un insegnante della neonata Rete per la scuola pubblica per fare il punto del percorso di mobilitazione nato per la critica alle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola di primo ciclo e lanciare la prossima assemblea che si terrà il 31 maggio, ore 10, alla Scuola Di Donato, in via Bixio

Ideologia del consenso

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Il Consiglio dei Ministri del 30 aprile ha varato un disegno di legge sulla scuola di cui il testo non è ancora disponibile: i contenuti anticipati dal ministro Giuseppe Valditara in una conferenza stampa di cui abbiamo trasmesso un brano prevedono tra le altre cose l'introduzione del consenso informato da parte delle famiglie su tutti gli interventi, anche in orario curricolare in tema di educazione sessuoaffettiva. Le scuole sarebbero addirittura tenute a organizzare attività alternative per gli studenti e le studenti non autorizzati dalle famiglie: una sorta di scuola alla carte, privata della prerogativa di formulare un piano educativo, soggetta al diritto di veto delle famiglie. Le organizzazioni anti-scelta, prima tra tutte Pro vita e famiglia ringraziano.

Ne parliamo con Monica Pasquino, presidente di Educare alle differenze e Angelo Schillaci, professore associato di diritto comparato presso la facoltà di Giurisprudenza di Sapienza, Università di Roma.

La leva scolastica

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La puntata è quasi interamente dedicata al tema della militarizzazione della scuola che rappresenta una significativa e inquietante parte della militarizzazione dell'intera società: con una compagna dell'Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell'Università approfondiamo le direttive europee, le leggi e i protocolli nazionali che prevedono una sempre crescente presenza delle forze armate e delle forze dell'ordine all'interno delle scuole, a partire dalla scuola dell'infanzia fino all'Università come di tutti gli spazi della società civile. Infine viene presentato il vademecum prodotto dall'osservatorio dal cui sito può essere scaricato rivolto a studenti, insegnanti e genitori per "difendersi" dall'invasione delle forze armate.

In un'altra corrispondenza un compagno dell'Osservatorio presenta il convegno Scuole e università di pace. Fermiamo la follia della guerra che si tiene venerdì 16 maggio dalle 9 alle 17.30 presso Spin Time, via di Santa Croce in Gerusalemme, 55. Il convegno è accreditato presso il Mim per il personale scolastico per cui può essere richiesto un giorno di formazione. Per iscriversi piattaforma Sofia codice 98693 (per il personale a tempo determinato inviare un messaggio o telefonare al 347 9421408).

Difendiamo i nostri salari e le precarie e i precari della scuola

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Apriamo con un docente del Liceo Amaldi di Tor Bella Monaca (Roma) che insieme a 130 lavoratrici e lavoratori (docenti e personale ATA) di quell'istituto hanno iniziato dal basso una mobilitazione per difendere il salario dalla "tassa" dell'inflazione promuovendo tra le altre iniziative una petizione che può essere firmata qui.

Nella seconda parte insieme a un'insegnante precaria che è impegnata nel concorso PNRR2, di cui sono terminati gli scritti a febbraio, tracciamo nuovamente un quadro generale delle infinite vessazioni a cui sono sottoposte precarie e precari a partire dall'ultimo episodio: un quesito di una sessione pomeridiana del concorso era sbagliato, il ministero dà la possibilità di scegliere se accedere a una prova suppletiva di 5 minuti oppure no, di nuovo sulle spalle della singola o del singolo l'onere di una scelta al buio.

Infine diamo notizia delle ultime comunicazioni del ministro Valditara soprattutto in merito al piano di formazione e monitoraggio sulla parità di genere.