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Scuola

Sciopero precario nelle università italiane contro tagli, guerrà, precarietà

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Gran parte della trasmissione è dedicata alla mobilitazione di pracari/e/* dell'università (dottorand*, assegnist* di ricerca, ricercatr*...) che ieri, 12 maggio 2025 è culminata in un grande sciopero visibilizzato in manifestazioni nei tre atenei romani e in molti atenei in Italia, una giornata di confluenze di lotte con sindacati di base, studenti, precari/e/* della scuola, della cultura, dello spettacolo. L'autorganizzazione e la mobilitazione è partita a inizio anno accademico quando è stata annunciata una "riforma" dalla ministra dell'Università e della Ricerca Bernini che consta di un forte taglio sui fondi strutturali che renderà ancora più esigua la stabilizzazione e provocherà forme di pracariato ancora più forti.

In studio un compagno e una compagna dell'Assemblea precaria interateneo di Roma e al telefono una compagna dell'Assemblea Precaria di Pisa che raccoglie i tre atenei della città toscana.

Nell'ultima parte della trasmissione sentiamo un insegnante della neonata Rete per la scuola pubblica per fare il punto del percorso di mobilitazione nato per la critica alle nuove Indicazioni Nazionali per la scuola di primo ciclo e lanciare la prossima assemblea che si terrà il 31 maggio, ore 10, alla Scuola Di Donato, in via Bixio

Ideologia del consenso

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Il Consiglio dei Ministri del 30 aprile ha varato un disegno di legge sulla scuola di cui il testo non è ancora disponibile: i contenuti anticipati dal ministro Giuseppe Valditara in una conferenza stampa di cui abbiamo trasmesso un brano prevedono tra le altre cose l'introduzione del consenso informato da parte delle famiglie su tutti gli interventi, anche in orario curricolare in tema di educazione sessuoaffettiva. Le scuole sarebbero addirittura tenute a organizzare attività alternative per gli studenti e le studenti non autorizzati dalle famiglie: una sorta di scuola alla carte, privata della prerogativa di formulare un piano educativo, soggetta al diritto di veto delle famiglie. Le organizzazioni anti-scelta, prima tra tutte Pro vita e famiglia ringraziano.

Ne parliamo con Monica Pasquino, presidente di Educare alle differenze e Angelo Schillaci, professore associato di diritto comparato presso la facoltà di Giurisprudenza di Sapienza, Università di Roma.

La leva scolastica

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La puntata è quasi interamente dedicata al tema della militarizzazione della scuola che rappresenta una significativa e inquietante parte della militarizzazione dell'intera società: con una compagna dell'Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell'Università approfondiamo le direttive europee, le leggi e i protocolli nazionali che prevedono una sempre crescente presenza delle forze armate e delle forze dell'ordine all'interno delle scuole, a partire dalla scuola dell'infanzia fino all'Università come di tutti gli spazi della società civile. Infine viene presentato il vademecum prodotto dall'osservatorio dal cui sito può essere scaricato rivolto a studenti, insegnanti e genitori per "difendersi" dall'invasione delle forze armate.

In un'altra corrispondenza un compagno dell'Osservatorio presenta il convegno Scuole e università di pace. Fermiamo la follia della guerra che si tiene venerdì 16 maggio dalle 9 alle 17.30 presso Spin Time, via di Santa Croce in Gerusalemme, 55. Il convegno è accreditato presso il Mim per il personale scolastico per cui può essere richiesto un giorno di formazione. Per iscriversi piattaforma Sofia codice 98693 (per il personale a tempo determinato inviare un messaggio o telefonare al 347 9421408).

Difendiamo i nostri salari e le precarie e i precari della scuola

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Apriamo con un docente del Liceo Amaldi di Tor Bella Monaca (Roma) che insieme a 130 lavoratrici e lavoratori (docenti e personale ATA) di quell'istituto hanno iniziato dal basso una mobilitazione per difendere il salario dalla "tassa" dell'inflazione promuovendo tra le altre iniziative una petizione che può essere firmata qui.

Nella seconda parte insieme a un'insegnante precaria che è impegnata nel concorso PNRR2, di cui sono terminati gli scritti a febbraio, tracciamo nuovamente un quadro generale delle infinite vessazioni a cui sono sottoposte precarie e precari a partire dall'ultimo episodio: un quesito di una sessione pomeridiana del concorso era sbagliato, il ministero dà la possibilità di scegliere se accedere a una prova suppletiva di 5 minuti oppure no, di nuovo sulle spalle della singola o del singolo l'onere di una scelta al buio.

Infine diamo notizia delle ultime comunicazioni del ministro Valditara soprattutto in merito al piano di formazione e monitoraggio sulla parità di genere.

Sciopero generale!

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Oggi, 29 novembre 2024, sciopero generale del sindacalismo di base, Cobas, Cub, Sgb, Usi, Clap, Sì Cobas, corteo da piazza Indipendenza a piazza Barberini, e di CGIL e Uil, corteo da piazza Esquilino ai Fori imperiali.

Molte voci da questa importante giornata di mobilitazione contro il disegno di legge di bilancio.

Dal corteo romano dei confederali sentiamo Camilla Mazzitelli del SLC CGIL sulla situazione dei lavoratrici e dei lavoratori della RAI con il contratto scaduto e una proposta assolutamente insufficiente da parte dell'azienda e un'altra delegata CGIL sulla questione delle Poste.

Sentiamo poi dal corteo regionale di Firenze un lavoratore della Beko di Siena, in cassa integrazione e con la minaccia di circa 2000 esuberi su 4000 addetti/e.

Sentiamo molte voci dal corteo del sindacalismo conflittuale tra cui un lavoratore dei Cobas Sanità che, oltre a informarci sulle carenze drammatiche di personale, denuncia la precettazione di infermieri e infermiere a cui fa eco un lavoratore di Atac dove, come per tutto il trasporto pubblico locale il ministro Salvini ha nuovamente imposto la precettazione. 

Sentiamo anche una lavoratrice del CNR, da ieri in assemblea permanente dentro la sede di piazzale Aldo Moro soprattutto contro il precariato di più di tremila ricercatrici e ricercatori.

La manifestazione dei sindacati di base era animata da tanti striscioni, bandiere interventi per la Palestina, per lo stop al genocidio come viene ripetuto a ogni intervento.

Infine con un compagno proviamo a tracciare un quadro conclusivo.

A tutto sciopero

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Puntata interamente dedicata allo sciopero generale di venerdì 29 novembre indetto da diversi sindacati di base e - udite udite - da Cgil e Uil.

Ne analizziamo le ragioni in relazione al mondo della scuola attraverso due interventi, uno di Domenico Montuori, Cobas scuola, sulle rivendicazioni del personale Ata e un altro di un docente con il quale approfondiamo le criticità della costruzione della giornata di sciopero e degli aspetti più deleteri del contratto.

In chiusura la telefonata di un assistente tecnico informatico.

Appuntamento venerdì 29 ore 9:30 a Piazza Indipendenza.

Tanta repressione ma finalmente una buona notizia

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Apriamo la trasmissione con un approfondimento sull'islamofobia nella scuola francese e il concetto di laicità nella repubblique, grimaldello delle politiche razziste delle istituzioni francesi. Il ragionamento parte da un'iniziativa di opposizione alla legge che nel 2004 ha vietato i simboli religiosi nella scuola francese che si è risolta in uno strumento di repressione contro le persone, e in particolare le donne, islamiche o supposte tali sulla base del paese di provenienza o origine. Durante l'iniziativa a Parigi è stato proiettato il documentario "Les 20  ans d'une loi d'esclusion" di Dhia Ben Naser la cui diffusione è stata pesantemente limitata dalle autorità francesi.

A seguire Enrica Rigo della legal Clinic di Roma tre dà la notizia dell'annullamento della revoca dell'asilo politico per Seif Bensouibat.

In conclusione presentiamo due iniziative:

- Andrea Capocci de Il Manifesto parla dell'incontro "La scuola democratica. Convensazione con Marina Boscaino, Andrea Capocci e Christian Raimo, domani mercoledì 13 novembre alle ore 18 presso Allarga.menti, polo civico e culturale, via Numidia 2. E' l'occasione per commentare la sospensione a Christian Raimo.

- Cattive Maestre giovedì 14 novembre alle ore 17 nell'aula Verra della facoltà di lettere dell'Università di Roma 3 presentano "Dietro la cattedra, sotto il banco. Il corpo a scuola".

Stop genocide day: Fermiamo il genocidio

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La Rete Ricerca e Università per la Palestina (RUP) lancia lo Stop Genocide
Day, 4 Novembre 2024

Nel giorno di celebrazione nazionale delle Forze Armate, in un clima di crescente riforma autoritaria dello stato (DDL 1660) e sostegno politico e militare al genocidio perpetrato dal governo israeliano nei confronti della popolazione palestinese, La Rete Ricerca e Università per la Palestina (RUP) insieme a Docenti per Gaza, lanciano il 4 novembre lo STOP GENOCIDE DAY, una giornata di agitazione e di sciopero bianco nei luoghi di lavoro della conoscenza. Insieme ad altre iniziative intraprese presso molte scuole di ordine e grado, lo STOP GENOCIDE DAY ha l'obiettivo di mobilitare lavoratori/trici, studenti delle università e dei centri di ricerca italiani contro la guerra e la militarizzazione della società e dei luoghi di formazione.

La RUP, una rete nazionale di docenti, ricercatori/trici, lavoratori/trici della Pubblica Amministrazione delle università e dei centri di ricerca italiani, riconosce il ruolo fondamentale che le nostre università e centri di ricerca hanno nella costruzione di una società civile democratica, che rispetti il principio di autodeterminazione dei popoli, i diritti umani e la tutela dell’ambiente.

La mobilitazione del 4 novembre pone l’attenzione sulla definizione da parte della Corte Internazionale di Giustizia degli eventi che hanno portato alla distruzione quasi totale della Striscia di Gaza da parte di Israele come plausibile genocidio. Oltre alle 43.000 persone uccise dai bombardamenti indiscriminati di abitazioni e infrastrutture civili, le 100.000 ferite, le oltre 10.000 disperse, e un numero di sfollati che si aggira intorno ai 2 milioni, ricorda con forza come assieme all'infrastruttura civile, è scomparso anche il sistema di istruzione: nella Striscia di Gaza non esiste più nessuna delle sue 12 università e più dell’80% delle scuole è stato distrutto.

Gli obiettivi della mobilitazione sono:

- Un immediato e permanente cessate il fuoco, la fine dell’occupazione e del regime di apartheid israeliano, per il legittimo diritto al ritorno del popolo palestinese come sancito dalla dichiarazione 194 del 1948 dell’ONU.

- L’applicazione di codici etici inclusivi e processi di due diligence per garantire ogni estraneità dei nostri luoghi di lavoro con violazioni dei diritti umani, guerre e genocidi.

- L’impegno del governo e delle università a finanziare i processi di ricostruzione dei territori palestinesi occupati e bombardati e di tutto il loro sistema educativo.

Le richieste della mobilitazione sono:

- L’ interruzione immediata delle forniture di armi ad Israele da parte dell’Italia (terzo fornitore armi ad Israele al mondo, dopo USA e Germania.)

- La sospensione degli accordi accademici con gli atenei e le aziende israeliane fino a che non si otterrà la fine del genocidio e del regime di apartheid e occupazione in Cisgiordania;

- L’interruzione delle collaborazioni fra le università e le aziende che fanno parte del settore militare industriale e di ogni accordo a possibile scopo dual-use per non essere complici del presente e futuri massacri.

Lo #stopgenocideday prevede lo streaming del seminario online FERMARE IL MASSACRO. STRUMENTI PACIFICI DI LOTTA E LIBERAZIONE con Omar Barghouti, Luigi Daniele e Carla Pagano dalle ore 11 (link per registrarsi qui).

Il seminario sarà trasmesso in diretta anche da Radio Onda Rossa

Ne parliamo con una delle docenti della Rete Ricerca e Università per la Palestina