Siria, la guerra che non deve finire
Dagli attacchi chimici sospetti alla campagna mediatica, l'imperialismo non vuole porre fine alla guerra in Siria. A farne le spese ancora una volta è la popolazione civile insieme alla questione curda.
Dagli attacchi chimici sospetti alla campagna mediatica, l'imperialismo non vuole porre fine alla guerra in Siria. A farne le spese ancora una volta è la popolazione civile insieme alla questione curda.
Corrispondenza sul passaggio dei migranti dal colle del Monginevro e sulle forme di solidarietà praticate in Francia
Ennesimo capitolo della guerra in Libia.
Il Consiglio dei Ministri italiano ha approvato la missione che prevede il supporto dell'Italia alla guardia costiera libica nel pattugliamento delle coste del paese per fermare gli scafisti. Intano Macron ha promosso un incontro di "pacificazione" tra Serraj e Hafar, che però - come dichiara Del Boca - non cambia nulla dal punto di vista del conflitto di potere in Libia. A tale incontro l'Italia non è stata ovviamente invitata.
Ma a tutto ciò si unisce (anche) il caso di Fincantieri, dove Macron ha impedito che Fincantieri mettesse le mani su un settore strategico così importante.
Abbiamo chiesto un commento ad Angelo Del Boca, storico del colonialismo italiano. Qui una sua recente intervista rilasciata a "il manifesto".
Nella foto: un bel libro di Del Boca (consiglio per le letture estive).
Guerra e geopolitica nel XXI secolo. Corrispondenza con Fabio Marcelli di Giuristi Democratici e collaboratore de "Il Fatto Qootidiano" e de "il manifesto".
Nel corso della puntata presentiamo insieme a Sarta, una delle chitarre del Kalashnikove Collective, il terzo racconto musicato e letto dal Collettivo: "Non credo - bozza di una sceneggiatura per un film di guerra (senza la guerra)" del progetto di invito alla scrittura "Le Vostre Lettere".
In chiusura un paio di brani scelti da Sarta.
Non delegare, partecipa!
scrivici a: fantasma@ondarossa.info
Come si mosse l'Osservatore Romano durante gli anni della Prima guerra mondiale?
Ne discutiamo con Elisiana Fratocchi, giovane dottoranda in "Storia del giornalismo" alla Sapienza - Università di Roma.
Il quotidiano ufficioso del papa si mosse con discrezione e imparzialità, ribadendo la voce "pacifista" di papa Benedetto XV. Negli anni della guerra il quotidiano tuttavia si modificò, dando largo spazio alla rassegna stampa internazionale. Se il papa rimaneva su posizioni "pacifiste" (a parole), i cappellani militari venivano spediti al fronte per fare proselitismo e normalizzare gli eventuali casi di diserzione (si veda, in questo senso, la figura del frate Agostino Gemelli). Inoltre erano chiare, seppur non formalizzate, le simpatie asburgiche del papato che invece era ancora impaurita dalla Francia repubblicana, considerata figlia del giacobinismo anti-clericale.
La nostra relatrice spiega anche come la stampa cattolica italiana divenne violentemente interventista.
Questa puntata si pone in continuità con gli approfondimenti che Radio Onda Rossa sta dedicando al Centenario della Grande Guerra. Clicca qui per riascoltare il primo speciale: www.ondarossa.info/redazionali/grande-guerra-1915-2015-storia-e-storie
Durata: 38 minuti.
Un clima di massima allerta si respira a Firenze, dove domani inizierà il vertice Nato a palazzo Vecchio. Un vertice di guerra: lo ha definito così l'Assemblea cittadina contro la guerra di Firenze, la sigla che ha indetto la manifestazione di oggi pomeriggio. Di seguito gli interventi di un compagno della rete dei collettivi studenteschi, colpiti in questi giorni da sgomberi e repressione, e di un compagno del Cpa, con cui abbiamo riflettuto sull'importanza della mobilitazione di oggi.