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guerra

Racconti dal Tigray

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In questo redazionale abbiamo avuto come ospite nello studio di Via dei Volsci a un compagno della diaspora tigrina a Roma che, tornato da un recente viaggio nella sua regione, ha raccontato come ha trovato la zona del Tigray, attraversata dal conflitto bellico con il governo federale etiope e dalla conseguente crisi umanitaria. 

Con lui abbiamo fatto un riassunto della situazione attuale del conflitto e abbiamo fatto anche l'invito per la giornata di solidarietà con il popolo tigrino e per aiutare ai bambini sfollati del Tigray che si svolgerà a Spin Time Labs il 21 aprile a partire dalle ore 12:30.

Le Università contro la guerra

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In questo redazionale abbiamo affrontato il tema della collaborazione da parte delle Università italiane con le industrie belliche. Da mesi si susseguono mobilitazioni da nord a sud, oggi abbiamo sentito una compagna di Milano che ci racconta la situazione del Politecnico, della Bicocca e della Statale; successivamente abbiamo avuto contatto con una compagna della Sapienza di Roma dove oggi si svolgerà un presidio dalle 15.30 in attesa della risposta da parte del Senato accademico riguardo la questione palestinese.

Università Federico II, Napoli: solidarietà alla Palestina

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Continua la solidarietà per la Palestina, in particolare qui sentiamo la voce di uno studente della Federico II di Napoli che ci parla direttamente dall'incontro pubblico con il rettore, ci aggiorna sull'occupazione di questi giorni del rettorato e della grande partecipazioni da parte degli\delle studenti. Una solidarietà sempre più forte e concreta che individua anche le Università come complici delle guerre.

DI seguito il loro comunicato:

Siamo |* student* in occupazione al Rettorato della Federico II. Sono quattro giorni che blocchiamo l'ufficio del rettore dell'università più importante del Sud Italia, mantenendo un'azione di lotta contro gli accordi che la nostra università e il nostro rettore intrattengono con Israele, attraverso attività di ricerca e cooperazione scientifica e tecnologica internazionale strumentalizzata dallo Stato assassino e sionista per finalità militari e per perseguire il genocidio del popolo palestinese. Sono quattro giorni che il rettore non vuole ricevere |* student* dell'università che dovrebbe invece rappresentare e ascoltare, chiuso nel suo silenzio complice del massacro palestinese e nei suoi palazzi del potere, fa orecchie da mercante davanti a chi tutti i giorni fa vivere e vive i luoghi del sapere. Poiché la più alta carica universitaria ha deciso di non prendere parola neanche una volta in merito all'occupazione e alle sue rivendicazioni, poiché non si è mai presentato di fronte a* ver* protagonist* di questa universita, abbiamo deciso di andarlo a cercare per la città....e lo abbiamo trovato. leri una delegazione di student* ha seguito il rettore in fuga ad una sua iniziativa, che comodamente teneva a due passi dalla sede Centrale, per pretendere una dichiarazione istituzionale che ratificasse un incontro pubblico con il Rettore e la calendarizzazione di un senato accademico pubblico in cui si discutano gli accordi che la Federico Il intrattiene con aziende belliche (come la Leonardo) e in generale con Israele. Quando diciamo solo la lotta paga non stiamo evocando uno slogan vuoto.

Instagram: https://www.instagram.com/retestudentescapalestinanapoli/

Università e guerra: 9 aprile sciopero

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Durata 14m

Sono settimane che la mobilitazione al fianco della Palestina accende i riflettori sulla complicità fra le università e la ricerca bellica. Ne parliamo con uno studente dell'università La Sapienza di Roma, che ci ricorda in particolare lo sciopero di martedì 9 aprile, e con una studente dell'università di Cagliari, che ci racconta la mobilitazione fino a questo momento.

L'Europa con l'elmetto

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Durata 1h 20m 11s

Con una compagna che ha lavorato diversi anni a Bruxelles commentiamo la politica di venti di guerra che l'Europa sta portando avanti. A fine trasmissione anche dei microfoni aperti su come provare a mettere all'ordine del giorno del dibattito politico anche le lotte territoriali e un internazionalismo sempre più importante. Inoltre gli armamenti coinvolgono le politiche territoriali in quanti sono soldi che vengono sottratti alla casa, alla sanità Etc etc. 

Trento: G7 intelligenza artificiale

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Durata 20m 32s

Il 15 marzo a Trento si terrà un convegno sull'intelligenza artificiale. Ci ha raggiunto telefonicamente un compagno che ci racconta come la città sta reagendo a quest'evento e ci riporta anche i rapporti che l'Università ha con la guerra.

Riportiamo l'appello:

RESTIAMO UMANI. CON GAZA NEL CUORE, CONTRO IL G7 SULL’IA A TRENTO

In vista del G7 vero e proprio che si terrà a giugno in Puglia, in Italia ci saranno diversi vertici settoriali.

Mentre a Verona si terrà il G7 su industria e aerospazio (che verterà anche sul sistema Starlink, adoperato ora in Ucraina), a Trento il 15 marzo ci sarà il G7 sull’Intelligenza Artificiale (IA).

I ministri con delega all’innovazione di Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone e Canada discuteranno di IA, nel momento in cui a Gaza si sta consumando il primo genocidio non solo in diretta social, ma anche su base algoritmica. Pensiamo al sistema Habsora (The Gospel) usato dall’esercito israeliano e basato in gran parte sull’IA, sistema che un ex funzionario dell’intelligence israeliana ha definito una «fabbrica di omicidi di massa». Noi la chiamiamo automatizzazione del genocidio.

L’utilizzo da parte dell’esercito israeliano dell’IA per compiere i bombardamenti sui gazawi si affianca al ricorso a tecnologie di sorveglianza da parte del sistema dell’apartheid sionista: check-point automatizzati, applicazioni per la schedatura dei palestinesi, uso dell’IA per il riconoscimento facciale…

Questo orrore 4.0 non nasce dal nulla, viene prodotto nei centri di ricerca, nelle start up, nelle università.

Attraverso la sperimentazione continua sulla pelle dei palestinesi lo Stato d’Israele è diventato un laboratorio mondiale per le nuove tecnologie e uno dei principali esportatori delle stesse.

Tecnologie che estendono il “modello Israele” anche nelle nostre città – dove sono sempre più diffusi sistemi di sorveglianza come quelli Marvel e Protector sperimentati a Trento e andati incontro a un parziale ridimensionamento solo dopo alcune proteste.

Sono ad esempio di fabbricazione israeliana le telecamere “intelligenti” utilizzate per incriminare gli antifascisti arrestati a Budapest nel 2023, tra cui l’italiana Ilaria.

Le implicazioni epocali dell’IA si ripercuotono in ogni ambito e in modo sempre più allarmante: agricoltura digitale che strangola l’autonomia alimentare; giustizia predittiva che rende letteralmente inumano il sistema penale; automazione dei magazzini e delle raccolte stagionali che spinge al ribasso i salari di una manodopera sempre meno necessaria.

Deve far riflettere il fatto che le attuali regolamentazioni europee sull’IA (peraltro spesso più formali che altro), proclamate tutele dei “diritti fondamentali”, non si applichino per i migranti e la gestione delle frontiere (attraverso rilevamento biometrico e facciale, ecc.).

L’IA è insomma guerra dei miliardari e dei milionari (padroni della produzione e dei profitti di questi sistemi) contro le sfruttate e gli sfruttati, contro tutti quelli come noi che stiamo in basso, contro le nostre condizioni di vita materiali, esistenziali e culturali, contro la nostra comune umanità.

Se la resistenza palestinese ha saputo rompere la gabbia tecnologica creata dallo Stato d’Israele, il legame tra tecnologia e guerra è stato colto dal il movimento internazionale e internazionalista a sostegno della resistenza palestinese e contro il genocidio.

Negli Stati Uniti c’è stata una campagna d’azione contro Amazon (che fornisce software a Israele, in particolare attraverso il progetto Nimbus), nel Regno Unito i lavoratori sanitari si oppongono all’accordo tra il sistema sanitario nazionale e l’azienda Palantir (che si occupa di IA sia per i dati ospedalieri che per l’apartheid israeliano), in Italia sono stati bloccati al porto di Salerno i container della TekApp (una start up italo-israeliana).

Alla guerra “smart” possiamo e dobbiamo opporci qui dove viviamo.

I legami tra complesso militare-accademico-industriale israeliano e quello italiano sono organici e articolati, come dimostra la presenza di numerosi rettori – tra cui il trentino Deflorian – nel comitato scientifico della Fondazione MedOr di Leonardo (ex-Finmeccanica).

Il Trentino gioca da anni un ruolo importante in questo senso, attraverso accordi tra la Provincia Autonoma e le istituzioni sioniste, ma soprattutto attraverso la Fondazione Bruno Kessler.

Ha un bel dire il rettore Deflorian, in una lettera pubblicata dal quotidiano locale (pochi giorni dopo un picchetto di protesta sotto il Rettorato), che Unitn non ha nessuna collaborazione con la guerra.

Le principali aziende belliche italiane sono presenti nei dipartimenti universitari e nei centri di ricerca trentini, che molto stanno puntando su Intelligenza Artificiale e Aerospazio.

Troviamo progetti finanziati dalla NATO del Manta Labdi Unitn (tra cui Safe-Ucomm, che vede partecipi Italia, Regno Unito, Canada e Israele – e verte sulla comunicazione subacquea per mezzi a guida autonoma delle marine militari), la partecipazione di Unitn e FBK alla Fondazione Fair per lo sviluppo dell’IA (di cui fanno parte anche Leonardo e STMicroeletronics, azienda questa che fa componenti per missili impiegati in Ucraina), l’unità trentina del progetto ELLIS sull’IA (che ha tra gli sponsor Microsoft, Google e Thales).

Il G7 sull’IA a Trento sarà un summit in cui i burocrati statali, protetti da folti schieramenti di polizia, prenderanno accordi rispetto a quello che sta marciando a passo dell’oca all’interno dei centri di ricerca.

Il G7 passerà ma i centri di ricerca rimarranno ed è su di questi che dovremo fare pressione per sabotare e interrompere le collaborazioni con il genocidio e bloccare lo sviluppo delle armi impiegate per le guerre, del presente e del futuro.

Per questo facciamo un appello a partecipare alle mobilitazioni contro il G7 sull’Intelligenza Artificiale a Trento come contributo alla più ampia mobilitazione contro la guerra e il genocidio che ha avuto due date importanti nelle giornate del 23 e 24 febbraio scorsi (sciopero generale in tutta Italia e corteo internazionalista a Milano).

Il 9 marzo, il sabato prima del G7, scenderemo in strada per un corteo (con concentramento alle ore 15 in piazza Duomo) che porti con forza, nella maniera più ampia e partecipata, l’attenzione su quanto sta accadendo in Palestina e sul suo rapporto con i centri di ricerca trentini.

Durante i giorni del G7 invece intendiamo lanciare altre iniziative (in fase di definizione), consapevoli della forza pervasiva degli apparati culturali e propagandistici dominanti e degli apparati repressivi della libera protesta e della possibilità di scegliere sulle proprie vite che il vertice porterà in città e che già vediamo rivolti contro le piazze per la Palestina, contro gli studenti a Pisa, Firenze e Catania. Allo stesso tempo siamo consapevoli della necessità di rompere il silenzio che i governanti vorrebbero camuffare da assenso alle loro politiche di morte.

Assemblea in solidarietà alla Palestina – Trento

 

Estrattivismo dei dati

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Puntata 14, terza del ciclo Estrattivismo dei dati, parliamo di Palantir, controversa azienda statunitense, fondata e diretta da Alex Karp, che incarna in maniera emblematica i dettami ultra-liberisti e le distopie del capitalismo della sorveglianza. Gli ambiti operativi di Palantir afferiscono alle pratiche di analisi dei Big Data (Big Data Analytics) e si articolano su prodotti software piuttosto controversi che vengono fornit a 3 industrie principali: i) l'industria dell'intelligence (sistemi di polizia predittiva), ii) la finanza e iii) l'industria della guerra. Il carburante di tutto questo è fornito gratuitamente da tutti e tutte noi e sono ovviamente i dati. Nella terza parte facciamo anche un follow-up sui dispositivi normativi dell'Unione Europea per la protezione e riservatezza dei dati personali, come l'AI Act e il Data Act, spiegando quali obiettivi si propongono, cosa prevedono e quando entraranno in vigore, con lo scopo di aumentare la consapevolezza di tutti e tutte noi sulle implicazioni sociali e politiche profonde dell'economia dei dati.

 

Minutaggio:


[00:00-10:40] Palantir Technologies: "intelligence", finanza estrema, guerra. Deriva o paradigma dell'odierno capitalismo digitale?
[10:41-22:00] Big Data Analytics: i software (controversi) di Palantir in questo periodo storico ed i software comuni che usiamo noi
[22:01-26:43] Pausa musicale:  "Le vent nous portera", Noir Désir
[26:44-32:44] Alex Karp, CEO di Palantir, capitalista digitale guerrafondaio e paladino delle libertà e dei diritti digitali? Ambiguità voluta?
[32:45-41:24] Palantir: Ucraina, Israele e...sistema sanitario nazionale pubblico inglese!
[41:25-47:12] Big Tech che "confonde le acque", noi e una presa di coscienza di diritti digitali per il futuro
[47:13-53:47] Pausa musicale: "The robots", Kraftwerk
[53:48-78:40] Protezione e riservatezza dei dati personali: un follow-up sui dispositivi normativi nell'Unione Europea a tutela dei diritti digitali

Coordinamento Regionale Sanità

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Durata 1h 32m 1s

1) Intervistiamo il presidente del comitato pendolari della Roma Lido sullo stato disastroso del servizio, nell'inerzia di Comune e Regione. Appuntamento venerdì 27 ottobre ad Acilia in piazza Capelvenere alle 17.30 per organizzare la lotta.
2) Un attivista di Disability Pride ci parla dello storno di 350 milioni dal fondo per le disabilità verso il superbonus.
3) Antonio Mazzeo, della rete No Muos, descrive i movimenti di guerra nel Mediterraneo e le esercitazioni aeree per una guerra nucleare "Non sono giochi di guerra"

Fermare l'escalation. Unitə contro guerra, armi e fossile! Il 21 ottobre a San Piero a Grado

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Durata 11m 40s
Durata 18m 57s

C’è una stretta connessione tra la militarizzazione dei territori in cui viviamo e le politiche di guerra che l’attuale governo conduce in continuità con quelli precedenti. Per questo la lotta contro la militarizzazione e la costruzione di nuove basi militari deve intrecciarsi con la lotta per fermare l’escalation globale verso la guerra.

In tale prospettiva “Fermare l’escalation” nasce come processo di mobilitazione di diverse realtà di lotta politica, sindacale, sociale, ecologica, transfemminista, dell’associazionismo, del mondo antimilitarista, pacifista e di quello della giustizia climatica, dei nodi territoriali contro le grandi opere, i disastri ambientali ed il fossile. 

“Le guerre non scoppiano, si preparano”, è una delle espressioni che abbiamo pronunciato più volte: come possiamo fare in modo di costruire una fiducia nella possibilità di inceppare questa preparazione? 

Ne parliamo con un compagno del Movimento No Base di Pisa e con una compagna del Movimento per il diritto all'abitare di Roma.

Per maggiori informazioni: https://fermarelescalation.org/appello_alla_mobilitazione/

Per informazioni logistiche: https://fermarelescalation.org/raggiungici-il-21-ottobre-per-fermare-lescalation/

La guerra in corso in Messico

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Durata 38m 18s

In Messico è in corso una guerra e nessuno ne parla. Negli ultimi 4 anni di governo di sinistra sono morte 160.000 persone.

Il governo dei territori, e le politiche estrattiviste che vedono coinvolte aziende anche italiane come ENI, Bonatti, ENEL. spinte dall'FMI, vengono garantite da un livello molto alto di violenza, delegata a forze paramilitare più o meno legate al narcotraffico.

L'unico argine reale a questo attacco alla popolazione messicana sono le realtà di compagne e compagni, zapatiste, di collettivi indigeni e urbani, che costruiscono comunità ribelli e resistenti dal basso. Insieme ai compagni del Nodo solidale, realtà di solidarietà internazionalista presente sia in Italia che in Messico, approfondiamo questo quadro, che ci porta a ragione su come supportare anche dall'Italia le lotte delle compagne e dei compagni in Messico. E ci mostra come ciò che accade dall'altro lato del mondo ci aiuta a comprendere come il capitalismo agisce, e come le lotte in un mondo globalizzato vadano sempre di più messe in collegamento.

Un'occasione per approfondire questi temi sarà questo sabato 8 luglio, dalle 18, al Porto Fluviale, durante l'iniziativa dal titolo "Chiapas sull'orlo della Guerra civile" e in una successiva iniziativa giovedì 13 luglio alla Casa di quartiere al Quarticciolo, durante la presentazione del libro "Autodifesa medica", sulle esperienze di lotta e autogestione sui temi della salute in Messico.