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guerra

RadioAfrica:Sudan,Kenya,Uganda

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In questa puntata facciamo il punto sulla guerra in Sudan che continua ad estendersi dopo 16 mesi e a provocare una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi anni con milioni di sfollati ,profughi, stupri e violenze di massa, il collasso del sistema sanitario e carestia incombente . La guerra ormai coinvolge tutti gli stati del Sudan e il paese è diviso in due con il territorio controllato dalle RSF (le forze di  supporto rapido ) eredi dei Janjaweed comandate da Hemmetti che si estende nella parte sud orientale e controlla anche la capitale e le SAF (l'esercito sudanese) comandate da al Bhuran ,generale golpista che ha soffocato la rivoluzione che aveva defenestrato Al Bashir.  

In Kenya continuano le mobilitazioni contro il presidente Ruto ma il movimento di protesta ha individuato le responsabilità del FMI nello strangolamento dell'economia keniana con l'imposizione dei piani di aggiustamento strutturale al fine di garantire il pagamento del  debito. La protesta si estende anche contro i governatori delle varie regioni accusati di malversazioni e corruzione ,mentre vengono alla luce fosse comuni in prossimità di caserme della polizia che fanno temere che dietro gli omicidi ci sia la polizia che ha duramente represso le proteste del giugno  scorso.

Il contagio delle proteste in Kenya si estende anche al vicino Uganda dove nonostante i  divieti è state indetta una marcia verso il parlamento e contro la corruzione da un collettivo di giovani che fa riferimento all'ashtag Stop corrution .La polizia che presidiava il centro di Kampala in forze ha arrestato decine di manifestanti e  ha circondato la sede del partito di Bobi Wine ,storico oppositore del presidente Museveni.Il desposta ugandese che governa il paese dal 1986 ha minacciato i manifestanti in un discorso televisivo dicendo che stanno giocando con il fuoco e di essere al soldo degli interessi  stranieri.

Pisa: conclusa la conferenza stampa no nato

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No Camp Darby, il Comitato Pisano No Nato unitamente a realtà
politiche e sindacali del territorio indicono per Sabato 13 Luglio alle
ore 10,30 una conferenza stampa aperta davanti al Comune di Pisa in
Piazza xx settembre per denunciare

* il progetto della nuova base del Tuscania tra Pisa e Pontedera
* l'utilizzo dei soldi europei non per fini sociali e di rilancio
dell'economia a scopi di guerra
* l'allerta Charlie dichiarata dall'esercito Usa alla base di Camp
Darby
* le mancate risposte ai quesiti formulati a Navicelli Spa e Giunta
comunale sul dragaggio del fosso dei navicelli e sulla chiusura di un
capannone per ragioni di sicurezza, capannone dove hanno lavorato operai
comunali e privati

Su asilo e guerra

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Oggi il ponte radio è strato condotto da Radiodarossa. In studio la nuova trasmissione linee di fuga gestita dalla Clinica del diritto all'immigrazione e della cittadinanza. Fosus su guerra e asilo in particolare sui 3 palestinesi arrestati in Italia e tutt'ora detenuti su ordine di un mandato richiesto da Israele. 

Guerra, invio di armi e collaborazioni

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Dedichiamo questo spazio redazionale all'approfondimento delle collaborazioni di guerra e soprattutto al contesto europeo. Se da un lato tirano venti sempre più di destra in Europa, dall'altro il linguaggio bellico fa da sfondo alle politiche parlamentari. Dai microfoni parliamo del riarmo che si sta consumando in Europa, della guerra esterna e delle collaborazioni fra Stati per la guerra intera, quella che attacca chiunque prova a ribellarsi.

La guerra in classe: dalle caserme aperte alla didattica d’esecuzione

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“La direzione intrapresa sembra sia quella di un sistema educativo
reazionario che mira al rafforzamento del binomio scuola-caserma; basi
navali, arsenali e sottomarini sono dunque messi a disposizione di
studenti-soldato.” Normalizzare la figura delle forze armate e ;”La
direzione intrapresa sembra sia quella di un sistema educativo
reazionario che mira al rafforzamento del binomio scuola-caserma; basi
navali, arsenali e sottomarini sono dunque messi a disposizione di
studenti-soldato.” Un focus sul territorio veneto di come si normalizzi
e valorizzi la presenza delle forze armate all’interno della scuola.
Contributi telefonici di Antonio, docente antimilitarista e curatore
del blog antoniomazzeoblog.blogspot.com; Giorgio e Patrizia, insegnati
di verona e provincia che ci parlano delle iniziative svolte nelle
scuole.

Ispirazioni e letture:
La scuola va alla guerra, di Antonio Mazzeo, Manifestolibri, 2024;
Per un futuro senza eserciti, Zeroincondotta, 2018;
La transizione alla guerra in casa, opuscolo del 2022/2023, anonim*.

Racconti dal Tigray

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In questo redazionale abbiamo avuto come ospite nello studio di Via dei Volsci a un compagno della diaspora tigrina a Roma che, tornato da un recente viaggio nella sua regione, ha raccontato come ha trovato la zona del Tigray, attraversata dal conflitto bellico con il governo federale etiope e dalla conseguente crisi umanitaria. 

Con lui abbiamo fatto un riassunto della situazione attuale del conflitto e abbiamo fatto anche l'invito per la giornata di solidarietà con il popolo tigrino e per aiutare ai bambini sfollati del Tigray che si svolgerà a Spin Time Labs il 21 aprile a partire dalle ore 12:30.

Le Università contro la guerra

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In questo redazionale abbiamo affrontato il tema della collaborazione da parte delle Università italiane con le industrie belliche. Da mesi si susseguono mobilitazioni da nord a sud, oggi abbiamo sentito una compagna di Milano che ci racconta la situazione del Politecnico, della Bicocca e della Statale; successivamente abbiamo avuto contatto con una compagna della Sapienza di Roma dove oggi si svolgerà un presidio dalle 15.30 in attesa della risposta da parte del Senato accademico riguardo la questione palestinese.