Tanta indignazione in Italia per l'esito del referendum popolare in canton Ticino che prevede l'istituzione di una sorta di "preferenza nazionale" nei confronti dei lavoratori svizzeri, contrapposti a quelli frontalieri. Toni e temi che spesso sentiamo da questa parte delle Alpi, senza che ne seguano espressioni di altrettanta indignazione. Ne parliamo con una compagna del collettivo Scintilla di Lugano, che ci racconta come e perchè è stato indetto il referendum e quale sia l'effettiva situazione dei diritti del lavoro nella Confederazione.
Un lungo intervento di un compagno della Nuit Debout a Parigi ci descrive il quadro della situazione sia dal punto di vista economico e politico sia per quanto riguarda le prospettive di lotta del movimento.
” Il parto è un atto politico/ riflessioni femministe sul lavoro riproduttivo”
Manuale femminista-AED Femminismo 1977-
“Lo chiamano amore. Noi lo chiamiamo lavoro non pagato. La chiamano frigidità. Noi la chiamiamo assenteismo. Ogni volta che restiamo incinte contro la nostra volontà è un incidente sul lavoro.” <Il punto zero della rivoluzione>Silvia Federici/IL PARTO E’ UN ATTO POLITICO/Il lavoro riproduttivo: approccio riformista e approccio di classe/Hannover/Collegamento con le compagne di Milano dello “SFASCIATOIO/DESMONAUTICA-la rubrica di Denys ogni ultimo mercoledì del mese” Guida turistica al giornalismo discutibile”
“La maternità è un’istituzione, intangibile e invisibile, di cui dobbiamo continuare a parlare, perché le donne non dimentichino mai più che i nostri molti frammenti di esperienza vissuta appartengono a un tutto che non è di nostra creazione(…)L’istituto della maternità deve essere annullato(…)Distruggere l’istituto non significa abolire la maternità. Significa portare la creazione e il mantenimento della vita sullo stesso piano di decisione, lotta, sorpresa, immaginazione e razionalità di qualsiasi altro compito arduo ma liberamente scelto.” Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, 1996
Conversazione con Marta Fana, ricercatrice a SciencesPo (Parigi) e collaboratrice de "il manifesto".
Dopo una sintesi degli effetti di deregolamentazione del mercato del lavoro che la Loi Travail francese comporta, analizziamo le sue incredibili somiglianze col Jobs Act renziano.
La riforma del lavoro renziana è infatti presa in Francia come "exemplum".
Cosa succede alla socialdemocrazia francese? E' la fine di un ciclo social-liberale?
Intanto non si è fatta attendere la risposta dei lavoratori più colpiti da questo tentativo di riforma e in Francia una petizione contro questa nuova legge ha già raccolto centomila firme, mentre numerosi collettivi, organizzazioni sindacali, studenti e gruppi sono scesi in piazza a manifestare (qui e qui le nostre corrispondenze).
Oggi sciopero indetto da tre sindacati (CGT, FO, Solidaires) per il ritiro del progetto di legge El Khomri del governo francese sul lavoro che spinge la bilancia più pesantemente nelle mani dei padroni e toglie diritti a lavoratrici e lavoratori.
Nella prima corrispondenza con Filippo si presenta la Loi, si ricapitola la nascita della forte mobilitazione di opposizione nata soprattutto da studenti medi e universitari, infine i tre appuntamenti di oggi. alle 11 a Nation il concentramento di studenti e movimenti, alle 13, 30 a Place d'Italie l'appuntamento ufficiale dei sindacati, alle 18 un altro appuntamento lanciato su internet per l'occupazione di Place de la Repubblique.
Nella seconda corrispondenza con Cesare Piccolo trattiamo il quadro politico generale e l'atteggiagento dei sindacati, collaborazionisti in questo progetto.
A telefono con una lavoratrice di Almaviva di Palermo, il colosso che ha 8000 dipendenti in Italia, affari fiorenti ma che vuole delocalizzare e ha reso noto un piano che prevede 1760 esuberi a palermo. La lotta di lavoratrici e lavoratori.