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cie

Torino - Frontiere e dodici banditi

Data di trasmissione
Durata 19m 47s
Durata 16m 27s

Attraverso la prima corrispondenza facciamo un resoconto della 3 giorni di lotta contro le frontiere svoltasi a Torino.
Il secondo contributo riguarda l'ennesimo attacco repressivo in città, questa volta nei confronti di chi lotta contro i CIE: con 12 divieti di dimora lo Stato vorrebbe allontanare Silvia, Lorenzo, Giada, Daniele, Carla, Francesca, Antonio, Chiara, Silvietta, Nico, Natasha e Valeria dalle lotte e dai propri affetti in città.

Qui il comunicato "Puntare i piedi" dal sito "Macerie e storie di Torino"

Fuori e dentro il CIE di Corso Brunelleschi a Torino

Data di trasmissione
Durata 11m 19s

Con una compagna di Torino facciamo il punto riguardo il CIE di Corso Brunelleschi.
Le continue proteste delle persone recluse hanno portato al danneggiamento dell'unica sezione completamente funzionante, poiché recentemente ristrutturata, del centro di identificazione ed espulsione torinese.
Durante la corrispondenza veniamo a sapere dei continui tentativi di isolare i reclusi anche dalla solidarietà esterna.
Numerose denunce e tre espulsioni hanno riguardato i/le solidali che periodicamente si recano davanti le mura del CIE.
I compagni e le compagne hanno organizzato un presidio per domenica 10 aprile.
Per approfondire potete leggere qui.

Aggiornamenti sul CIE di Ponte Galeria e su quello di Pian del Lago a Caltanissetta

Data di trasmissione
Durata 19m 28s

In vista del prossimo presidio davanti il CIE di Ponte Galeria, previsto per sabato 26 marzo, con un compagno facciamo il punto sulla situazione nel CIE romano e in quello di Caltanissetta.
I CIE attualmente in funzione sono 4, con una capienza massima di 270 unità, il restante è stato distrutto dalle proteste delle persone recluse.

Le lotte dei migranti chiudono i CIE di Bari Palese e Crotone

Data di trasmissione
Durata 13m 21s

Attraverso le voci delle persone recluse nel CIE di Pian del Lago (Caltanissetta), sentiamo i racconti delle rivolte che hanno portato alla chiusura dei Centri di Identificazione ed Espulsione di Bari Palese e Isola Capo Rizzuto (Crotone).
La registrazione è stata pubblicata qui e poi ascoltata dalle nostre frequenze con un commento riguardo la situazione nei CIE ancora funzionanti.
 

Presidio al CIE di Ponte Galeria a Roma e a corso Brunelleschi a Torino

Data di trasmissione
Durata 7m 20s
Durata 10m 36s

Dopo le rivolte di dicembre che hanno portato alla chiusura della parte di maschile del CIE di Ponte Galeria, continuano i presidi per sostenere la lotta dei migranti per la chiusura totale dei CIE. In particolare oggi per sostenere le 40 donne ancora recluse a Ponte Galeria. Imponente la presenza delle forze dell'ordine.

 

Sentiamo anche come è andato quello a Torino contro il CIE di Corso Brunelleschi.

Lecce – Brindisi 18, 19 e 20 febbraio 2016. Tre giorni contro le frontiere

Data di trasmissione
Durata 10m 37s

Con un compagno di Lecce ci aggiorniamo sulla situazione nel CIE di Brindisi - Restinco, della solidarietà che i compagni stanno mettendo in campo per sostenere le persone recluse ed osteggiare chi collabora con la macchina delle espulsioni, e riguardo la conseguente repressione.
Per metà febbraio sono previste 3 giornate di lotta, tra cui un presidio al CIE di Restinco il 20 febbraio.
Qui il programma e l'invito a partecipare da tutta la penisola.
 

Giovedì 18 febbraio, ore 18.00, Villa Matta Occupata, Lecce:
Militarizzazione del territorio e controllo sociale.
A partire dai fatti di Parigi, una riflessione sull’uso statale dell’emergenza e della paura per giustificare le guerre sul fronte esterno e la guerra ai “nemici interni”. E dei possibili modi di opporsi, anche sull’esempio di alcune lotte concrete.
A seguire aperitivo.
Venerdì 19 febbraio, ore 18.00, Villa Matta Occupata, Lecce:
Reclusi se considerati clandestini, gestiti e controllati dallo Stato se riconosciuti profughi, comunque sfruttati nei campi o nei cantieri. Riflessioni sui modi e sui luoghi della differenziazione, dell’esclusione e dello sfruttamento.
A seguire aperitivo.
Sabato 20 febbraio, ore 15.00, Cie di Brindisi-Restinco:
Presidio in solidarietà ai reclusi, per la libertà di tutti e tutte.
All’isolamento strutturale del Cie, ubicato lontano dal centro abitato, Questura e Giudici vorrebbero imporre l’allontanamento dei solidali a suon di fermi, fogli di via, arresti e obblighi di dimora. Se l’isolamento è funzionale alla gestione pacificata di ogni struttura di segregazione, infrangerlo è un passo fra i tanti per inceppare la macchina dell’esclusione.
Dalle 22.30, Villa Matta Occupata, Lecce:
Concerto: Cospirazione (Milano punk-hardcore)

La Parentesi del 14/10/2015 "Detenzione amministrativa"

Data di trasmissione
Durata 5m 20s

La Parentesi di Elisabetta del 14/10/2015

“Detenzione amministrativa”

Immagine rimossa.

La settimana scorsa ci sono state diverse iniziative a sostegno dei prigionieri/e politici palestinesi in sciopero della fame, incarcerati dal governo israeliano con lo strumento della detenzione amministrativa, la pratica “legale” per la quale un/una palestinese diventa prigioniero/a senza accuse né processo, una pratica rinnovabile di 6 mesi in 6 mesi. Sono oltre 350 i prigionieri/e in questa situazione e vengono presi di mira dagli arresti e “condannati” alla detenzione amministrativa in special modo i rappresentanti politici maggiormente esposti, come Khalida Jarrar, prelevata dalla sua abitazione in piena notte da reparti israeliani ad aprile perché rappresenterebbe “una minaccia per la sicurezza”.
Il principio della detenzione amministrativa è un concetto che nasce in Germania alla fine degli anni ’30 e rappresenta uno strappo importante al diritto così come noi lo conosciamo.
Nel diritto borghese una persona può essere condannata solo e soltanto per il reato che ha commesso e quando questo è stato dimostrato.
La detenzione amministrativa prevede, invece, che una persona sia sanzionata e internata non per quello che ha fatto, ma per quello che è, per una condizione, un’etnia, un credo politico o religioso, una situazione familiare o sociale… E’ il trascinamento dallo Stato di diritto allo Stato etico ed è un principio nazista.
Lo Stato si arroga il giudizio sul comportamento e non sugli atti, sull’essenza del pensiero e sulle modalità di vita e non sul reato. Ragione per cui non è necessario un giudice a decretare la detenzione amministrativa, ma è un provvedimento messo in atto direttamente dagli organi repressivi e di controllo nelle accezioni più svariate.
Nella Germania degli anni’30 nel campo di internamento di Ravensbruck, campo per sole donne e giovani ragazze, venivano internate tutte quelle che non erano gradite al sistema, quelle che erano madri, sorelle, parenti di antinazisti in senso lato, ma, la maggior parte veniva internata su indicazione dei servizi sociali e con delle motivazioni assai vaghe di “asozialen”.
E’ chiaro che la detenzione amministrativa è un grande strumento di controllo sociale, non solo perché interna tutte quelle e tutti quelli non graditi al potere, ma perché spinge anche i cittadini/e a diventare delatori/delatrici, controllori e controllore di se stessi e degli altri e a usare lo strumento della denuncia anonima.
Anche qui da noi c’è la detenzione amministrativa, ci sono i CIE, i centri di identificazione ed espulsione, veri e propri campi di internamento in cui vengono rinchiusi soggetti che non hanno commesso reati, ma che sono ritenuti irregolari. Ora tocca alle migranti ed ai migranti senza permesso di soggiorno o ai così detti “clandestini”, ma il principio può essere esteso a chiunque non sia gradito al sistema,
Sono stati istituiti dalla legge Turco-Napolitano nel 1998 e questo la dice lunga sull’area politica che è portatrice in questa società dei principi ideologici nazisti. Perché se i principi nazisti informano una società non dipende da quanto i simboli storicamente riconoscibili siano pubblici ed evidenti, ma da quanto un’ ideologia pervade la struttura e la modalità a cui si informano lo Stato, le leggi e il metabolismo sociale che ne deriva.
Il riformismo neoliberista, PD in testa, è il portatore dei principi di nazista memoria perché tende all’instaurazione di un governo diretto del potere economico eliminando la mediazione politica e ha la pretesa di normare ogni aspetto della nostra vita. Infatti, corollario della detenzione amministrativa sono le sanzioni amministrative relative al così detto ordine pubblico che vengono comminate direttamente dagli istituti di controllo poliziesco e sono state veicolate e fatte accettare usando situazioni e accadimenti a cui l’opinione pubblica è particolarmente sensibile. Una per tutte è il Daspo che prevede il divieto per i tifosi a cui viene applicato di accedere agli stadi e l’obbligo di firma durante le partite. E la tendenza è a trasferire questo tipo di modalità alla società tutta e soprattutto a chi manifesta dissenso etichettato subito come soggetto socialmente pericolo.
Quando si parla di solidarietà internazionalista mettiamo spesso l’accento sull’appoggio che diamo alle lotte che attuano percorsi di libertà e di liberazione in altri paesi ed è giusto che questa solidarietà venga messa in atto, ma l’aspetto più importante dovrebbe essere quello di riportare le lotte ad unità e a sintesi.
Quando manifestiamo solidarietà ai prigionieri politici palestinesi in detenzione amministrativa, in effetti, lottiamo per noi stesse e per noi stessi e quando ci battiamo per l’abolizione delle sanzioni amministrative e per la chiusura dei Cie a casa nostra, lottiamo anche per loro.