Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

donne

Donne nella storia

Data di trasmissione
Durata 39m 55s

 

Quest'anno, per il ciclio Donne nella storia, parleremo di Sibille, donne di saggezza che nei tempi antichi hanno costruito comunità mutuali. In questa puntata, presentiamo una introduzione dell'argomento e leggiamo il testo della Sibilla Barbaricina scritto da Joyce Lussu.

 

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

Puntata 5 del 2 novembre 2015 - Donne nella storia

 

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 42m 42s

 

Abbiamo recuperato dai nostri archivi audio una puntata del ciclo Tecnologia e decrescita della passata stagione che non avevamo preparato per la pubblicazione. Ce ne scusiamo e ve la presentiamo adesso, completando così la pubblicazione di tutte le puntate della scorsa stagione.

 

Una puntata, questa, in cui parliamo delle cryptomonete comunitarie con il nostro ospite Radium, sempre disponibile agli approfondimenti sul tema. Buon ascolto!

 

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

Puntata 20 del 20 aprile 2015 - Tecnologia e decrescita

 

Tecnologia e decrescita

Data di trasmissione
Durata 44m 2s

 

Prima puntata del ciclo Tecnologia e decrescita della stagione 2015-2016. Abbiamo seguito il dibattito tecnico-scientifico iniziato un anno fa, quando abbiamo lanciato il tema in parallelo con la conferenza internazionale sulla decrescita. Al contrario di un anno fa, oggi non è più singolare parlare di Tecnologia e decrescita. Nella puntata descriviamo il carattere dialettico ed emancipatorio della scienza e della tecnologia e la necessità di sottrarle al capitale per farne un bene comune. Fuori dall'efficientismo, dalla militarizzazione, dall'egemonia, vogliamo porci in un orizzonte rivoluzionario di decrescita, che può oscillare a piacere tra l'autarchia (visionie estrema) e lo stimolo al cambiamento (visione moderata). Una puntata teorica, in cui delineamo le caratteristiche distintive delle tecnologie per la costruzione dell'altro mondo possibile a cui miriamo. Le tecnologie che rispondono, anche parzialmente, a questi requisiti sono chiamate "alternative" o "verdi" o "resistenti". Le presentiamo suddivise in base alla loro relazione con il sistema dominante e la crescita, nei seguenti 4 gruppi: RESIST, REPLACE, DROP, DESTROY.

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

Puntata 4 del 26 ottobre 2015 - Tecnologia e decrescita

 

Acqua pubblica e dissesto del territorio

Data di trasmissione
Durata 45m 24s

 

  • IL GOVERNO RENZI VUOLE RILANCIARE LE PRIVATIZZAZIONI
  • ROMA, 7-8 NOVEMBRE - AGORÀ DELL'ACQUA E DEI BENI COMUNI
  • IL PARLAMENTO EUROPEO VOTA PER IL DIRITTO ALL'ACQUA IN EUROPA!
  • LAZIO: MESSA IN SICUREZZA LA LEGGE REGIONALE SULL'ACQUA PUBBLICA
  • SPORTELLI ANTIDISTACCO
  • 10-17 OTTOBRE - SETTIMANA CONTRO IL TTIP

 

Per ascoltare la puntata, cliccare sul link qui sotto:

 

Puntata 3 del 19 ottobre 2015 - Mutamenti climatici

 

 

 

Violenza di genere: adesso basta! assemblea giovedi @cagnesciolte

Data di trasmissione
Durata 57m 51s

giovedì 24 settembre alle 19 dalle Cagne Sciolte, via ostiense 137, assemblea delle donne sulla violenza di genere.

 

ADESSO BASTA! E' ORA DI SCEGLIERE!

Negli ultimi mesi si sono verificati molti casi di violenza sulle donne negli spazi che, come compagne e compagni, viviamo. E' nata spontanea la voglia di vederci per dare delle risposte, ma anche per costruire un luogo di riconoscimento e di presa di posizione pubblica contro la violenza.

Speravamo che definendoci compagno o compagna avessimo ormai assunto l'antisessismo e la lotta al patriarcato come necessari, innanzitutto mettendo in discussione gli atteggiamenti maschilisti e di possesso che agiamo nelle relazioni, sia intime che collettive.
Evidentemente non è così, se bastassero l'asterisco e la chiocciola quando scriviamo avremmo fatto la rivoluzione!

Le compagne femministe hanno sempre preso posizione e fatto un lavoro comune(anziché di nuovo collettivo) sulla violenza, ma continuano a scontrarsi con le dinamiche che s'innescano intorno all' aggressore: minimizzare, sminuire e isolare la compagna, relegare la violenza all'ambito del privato. Una vera e propria rete di protezione interna che può arrivare a far passare la reazione all'aggressione come un attacco alla realtà politica in cui è avvenuta la violenza.
Quando si dice «non vogliamo fare processi» in realtà si produce un meccanismo di giustificazione per cui si elude il confronto collettivo e si istituiscono mille processi informali alla donna, alimentati dal chiacchiericcio, che costituiscono un'ennesima violenza.

Nominare la violenza e le sue dinamiche per scardinarle non è fare un processo. Parlare di antisessismo, maschilismo, patriarcato, criticarsi nell'agire oppressivo, porsi delle domande fà sì che si possano dare delle risposte collettivamente.
Ora è necessaria un'assunzione di responsabilità e una presa di coscienza dei privilegi del proprio genere e dei ruoli assunti come maschi, soprattutto se bianchi ed eterosessuali.
E' ormai necessario che i compagni si formino sulle questioni di genere e scelgano concretamente le pratiche per combatterli, scardinando i meccanismi di delega e i ruoli educativi normalmente attribuiti alle compagne.

Che genere di relazioni vogliamo? Ci possiamo fidare di rapporti non basati sull'antisessismo? Vogliamo continuare a condividere spazi con compagni che tengono stretti i propri privilegi? Che genere di conflitto possiamo agire nei nostri spazi? Quali strumenti ci diamo per costruire luoghi in cui siamo a nostro agio? In cui siamo libere di arrabbiarci, usare il sarcasmo o l'ironia contro il sessismo e il machismo dei compagni?

Adesso basta! E' ora di scegliere!

Le relazioni di potere ci tolgono forza nelle lotte che portiamo avanti. Affrontarle e sovvertirle è imprescindibile! I panni sporchi non si lavano in famiglia, ma collettivamente.
Per questo abbiamo iniziato ad incontrarci come donne in un'assemblea aperta ed in continua evoluzione. Vogliamo costruire una rete di sorellanza in cui sia possibile riconoscersi, ascoltarsi, sostenersi reciprocamente e trovare insieme le pratiche di autodifesa.

Il prossimo incontro sarà giovedì 24 settembre alle 19 dalle Cagne Sciolte, via ostiense 137.

Assemblea per un 8 marzo da Kobane in ogni città

Data di trasmissione
Durata 3m 54s
Domenica 22 febbraio alle 19:00 assemblea al Centro socio culturale kurdo Ararat per costruire un 8 marzo a partire dall'appello della rappresentanza internazionale del movimento delle donne curde che chiedeva di dedicare quest'anno le manifestazioni per l'8 marzo alle donne rivoluzionarie delle YPJ (Unità femminili di Difesa del Popolo – Rojava), chiedendoci di organizzare qualcosa insieme. APPELLO DEDICHIAMO LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLE DONNE 2015 ALLA RIVOLUZIONE DELLE DONNE NEL ROJAVA E ALLA RESISTENZA DELLE UNITÀ DI DIFESA DELLE DONNE YPJ! L'8 marzo 2015, 104 anni dopo la proclamazione della Giornata Internazionale delle Donne, le donne di tutto il mondo combattono ancora contro il sistema di dominio patriarcale. In ricordo delle lavoratrici tessili a New York che hanno perso la vita nella loro resistenza, in occasione della 2a Conferenza Internazionale delle Donne nel 1910 su proposta di Clara Zetkin, è stata istituita la giornata dell'8 marzo come simbolo per la lotta e la resistenza delle donne. Questo movimento e questo grido risuonano ancora nelle strade. La rivoluzione contro disuguaglianza, sessismo e ogni forma di violenza è arrivata fino a oggi e continua a difendere tutti i valori umani. Come risultato della grinta e della capacità delle donne, nel 1977 l'8 marzo è stato proclamato dall’ONU Giornata Mondiale delle Donne, ma nonostante questo non è riconosciuto a livello ufficiale in alcuno degli stati membri. Oggi come allora le donne sono esposte a diverse forme di discriminazione e pensieri e azioni patriarcali. Più le donne ne prendono coscienza e più si organizzano, più aumenta la forza con la quale vengono sistematicamente attaccate. Gli attacchi contro le donne che si organizzano e lottano diventano sempre più profondi, e si sviluppano in un femminicidio sistematico della cui esistenza non c’è consapevolezza e che non viene riconosciuto come tale. Questo femminicidio viene brutalmente portato avanti a livello mondiale, dall'Europa fino all'Africa, dal Medio Oriente fino all'America Latina. Contro le donne viene condotta una vera e propria guerra non dichiarata. Con lo sfruttamento e la violenza si mira a intimidire sistematicamente le donne come gruppo sociale. Senza dubbio le donne hanno fatto resistenza contro questi brutali attacchi, si sono organizzate e hanno portato avanti la loro lotta con costanza. Attraverso la loro lotta che dura da secoli, le donne hanno ottenuto molti progressi che favoriscono anche l’estensione dei valori democratici e di libertà nell'intera società. In parallelo si sono rafforzati la violenza e i crimini di guerra contro le donne ed è aumentata sempre di più la discriminazione e la lesione o l’assenza di diritti delle donne. Le donne sono vittime di cosiddetti “delitti d’onore”, vengono costrette a matrimoni forzati, stuprate, subiscono molestie sessuali, mutilazioni, vengono spinte al suicidio, schiavizzate e trattate come bottino di guerra. Attualmente gli attacchi contro il corpo, l’identità, il pensiero e i sentimenti delle donne in Medio Oriente vengono perpetrati in modo crudele da gruppi terroristici come IS. Colpiscono tutti i gruppi etnici e le comunità religiose che si oppongono alla loro ideologia, curde, turkmene, assire, armene, arabe, ezide curde, cristiane, sciite, kakai, alevite e molte altre. Nel 21° secolo, il sistema patriarcale e il suo pensiero hanno ulteriormente perfezionato la loro politica di femminicidio. In Ucraina 400 donne sono state deportate come bottino di guerra, stuprate e assassinate. Nello Şengal nel Kurdistan del sud, oltre 3000 curde ezide sono state deportate e stuprate e vengono vendute nei mercati degli schiavi. Nel corso di un anno in Nigeria sono state assassinate almeno 350 donne, e almeno 300 bambine e ragazze tra i dodici e i sedici anni sono state rapite dal gruppo terroristico Boko Haram. Il numero reale probabilmente è molto più elevato. Qui si tratta solo di tre esempi estremi che segnalano sviluppi a livello mondiale. Per le donne in questo mondo non esiste sicurezza. Per questo le donne devono più che mai provvedere alla propria protezione e organizzare la loro autodifesa. È proprio questo che attualmente sta succedendo nel Rojava (espressione curda per il Kurdistan occidentale). Nei tre cantoni curdi dell’amministrazione autonoma nel nord della Siria le Unità di Difesa delle Donne YPJ combattono per la sicurezza delle donne e dell’intera società. Le YPJ da mesi sono sulla linea del fronte nella difesa di Kobanê contro gli attacchi delle bande di IS. La lotta delle YPJ ha creato voglia di libertà e spirito di resistenza non solo a livello militare, ma anche nella coscienza sociale. Le YPJ conducono una lotta contro tutti i livelli di femminicidio. Come nel 1857 le 129 donne hanno perso la vita nella lotta come lavoratrici, oggi le combattenti delle YPJ combattono senza esitazione in modo deciso per i valori delle donne e per i valori dell’umanità intera. Non limitano la loro lotta contro il femminicidio a una sola giornata, ma con la loro lotta trasformano ogni giorno nell'8 marzo. La loro lotta di liberazione è allo stesso tempo un abbraccio alle donne di tutto il mondo. In occasione dell'8 marzo 2015 prendiamo coscienza degli attacchi contro le donne a Şengal, Mossul, Kirkuk, in Nigeria, a Gaza, in Ucraina e altrove considerandoli un femminicidio, e facciamo vivere lo spirito di resistenza delle YPJ come difesa di tutte le donne in ogni luogo. Organizziamo la resistenza ovunque nel mondo le donne subiscano violenza. Diffondiamo insieme lo spirito di resistenza che ci unisce e ci rafforza contro ogni manifestazione del sistema di dominio patriarcale. Per questo chiamiamo tutte le donne, iniziative e organizzazioni di donne a dedicare le loro manifestazioni e azioni per la Giornata Internazionale delle Donne alla rivoluzione delle donne nel Rojava e alla resistenza delle Unità di Difesa delle Donne YPJ. Viva la solidarietà internazionale delle donne! Resistenza vuol dire vita! Jin Jiyan Azadî – Donne Vita Libertà Rappresentanza Internazionale del Movimento delle Donne Curde