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precarietà

Sciopero dei lavoratori del CUP contro la precarizzazione

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Intervento telefonico dallo sciopero regionale dei servizi amministrativi che si svolgono dentro il Centro Unico di Prenotazioni (CUP), che si trovavano davanti alla sede della Regione Lazio per protestare contro la situazione di appalto che ormai dura da decenni, creando una situazione di precarietà per i lavoratori e le lavoratrici e un servizio inefficiente per i cittadini. 

Estrattivismo dei dati

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Puntata 16 di EM, quarta del ciclo tecnologico Estrattivisimo dei dati, parliamo di Intelligenza Artificiale e lavoro, con un ospite, Antonio Casilli, docente di sociologia presso Télécom Paris, la scuola di ingegneria delle telecomunicazioni del Politecnico di Parigi.

Nella prima parte della trasmissione passiamo in rassegna, con una serie di esempi, il ruolo dell'IA nel mondo del lavoro, tra parcellizzazione, cottimo e sfruttamento nel Sud del Mondo, sfatando miti e smascherando retoriche pericolose.

Nella seconda parte analizziamo in particolare la precarizzazione del lavoro con l'IA, click work, micro task, uberizzazione, anche in relazione alla fornitura di lavoro gratuito e dati da parte degli utenti del web nel Nord del Mondo, utilizzati poi anche per l'addestramento delle IA. Introduciamo anche la necessità di redistribuire il surplus derivante dall'estremo aumento di efficienza attraverso l'introduzione di un reddito universale di cittadinanza.

Nella terza parte proviamo a parlare di futuro del lavoro, di opportunità e limiti per una mobilizzazione dei laboratori nel Nord e nel Sud del Mondo e delle nuove sfide che ci attendono.

Il presente precario: di riders, lavorat* dello spettacolo e smart working

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Durata 21m 46s

La precarietà è la condizione contemporanea del lavoro e della vita. Ha cominciato a esserlo a partire dalla metà degli anni '90, si è consolidata negli anni 2000, con la crisi è divenuta condizione generalizzata. In tal senso la pandemia ha solo svelato (e fatto precipitare) le condizioni materiali di vita di milioni di persone. Ci sono almeno quattro elementi comuni che, all'interno dell'attuale frammentazione, uniscono figure lavorative - anche a suon di retorica ritenute "essenziali" -  così diverse tra loro come i riders e i lavoratori e lavoratrici dello spettacolo: assenza di diritti, salari bassi o da fame, mancato accesso al welfare, bassi livelli di sindacalizzazione e di organizzazione collettiva sui luoghi di lavoro (in cui a volte più forte è la logica di fedeltà al padrone, all'azienda, più che la solidarietà e reciprocità dal basso). Inoltre i contratti di settore applicati, richiamano a un principio di autonomia nello svolgimento delle prestazioni che è nella maggior parte dei casi pura utopia perchè la libertà del rider o del lavorat* dello spettacolo di scegliere se e quando lavorare, su cui si fonda la natura autonoma della prestazione, non è reale ma solo apparente e fittizia appunto. Di questo e altro parliamo con l'avvocato del lavoro Alessandro Brunetti delle CLAP - Camere del Lavoro Autonomo e Precario. 

ANPAL Servizi: contratto non rinnovato a due lavoratrici precarie

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Al telefono con noi una delle lavoratrici di Anpal servizi a cui non sarà rinnovato il contratto.

Questo il comunicato di solidarietà diffuso da Non Una Di Meno:

È di due giorni fa la notizia che a due lavoratrici di Anpal servizi (Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro) non sarà prorogato il contratto.
Anpal servizi tiene nella morsa della precarietà centinaia di lavoratori, gli stessi che dovrebbero aiutare i disoccupati a trovare un impiego. E fa pagare alle donne il prezzo più salato delle sue scelte. Su 10 contratti in scadenza solo quelli di 2 lavoratrici non verranno rinnovati:

Il primo è di una lavoratrice in maternità: dopo 24 mesi di contratto a tempo determinato, dal 31 luglio sarà disoccupata. Il mancato rinnovo ha i tratti della farsa: l’azienda ha deciso di motivare i rinnovi con la “sostituzione delle lavoratrici in congedo di maternità e dei lavoratori/trici in aspettativa” - come si legge nel comunicato del nascente coordinamento nazionale precari Anpal servizi.

La neomamma di fatto è stata esclusa con un vero e proprio atto discriminatorio e quindi illegittimo: utilizzare strumentalmente la “causalità” del rinnovo dei contratti a tempo determinato – reintrodotta dal Decreto Dignità e di fatto strumento di contrasto all’abuso dell’utilizzo di questo contratto - per espellere una precaria dal mondo del lavoro.

Per la seconda lavoratrice, invece, la motivazione addotta al mancato rinnovo sarebbe l'aver superato le 4 proroghe ammesse dal Decreto dignità, a cui però non seguirà la stabilizzazione ma la cessazione del rapporto di lavoro.

L’Anpal Servizi - società in house di Anpal, agenzia tecnica del Ministero del lavoro e braccio operativo del sistema delle politiche attive- elude il Decreto dignità e invece di stabilizzare, lascia per strada due lavoratrici. Il diritto alla maternità e il diritto al lavoro vengono piegati in un sol colpo ai dettami della produttività e della precarietà. Ancora una volta sono le donne che vengono costrette a rimanere a casa e a scegliere tra la voglia e la decisione di essere madre e l’autonomia economica.

Non una di Meno combatte contro la violenza economica e il ricatto del lavoro precario, per l'autonomia e la dignità nel lavoro e nel non lavoro.

Per questo esprimiamo solidarietà alle lavoratrici Anpal servizi e siamo al loro finaco in questa battaglia. Auspichiamo una risoluzione immediata per le due lavoratrici, che non può che essere la loro stabilizzazione.

Un torto fatto ad una è un torto fatto a tutte!
#nonunadimeno