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Statistiche e tracciamento ai tempi del coronavirus

Data di trasmissione
Partendo da una statistica presentata dalla regione Lombardia che tende a dimostrare l'ancora eccessiva mobilità della popolazione nonostante i decreti, facciamo quattro conti
per vedere quanto le conclusioni tratte siano veramente supportate dai dati statistici, e in generale quanta validità abbiano quei dati rispetto alla domanda posta. 
Il nostro risultato permette sostanzialmente di giungere alla conclusione opposta rispetto allo studio originale, facendo solo qualche assunto sulla sopravvivenza della popolazione.
 
Parliamo poi della diffusione del sistemi di sorveglianza e autosorveglianza, declinati come necessari nella lotta all'epidemia, sia in Italia sia in altri paesi, 
come Israele (che ha comunque una lunga tradizione in tema di sorveglianza della popolazione).
Questa diffusione è dovuta anche all'imitazione del modello "virtuoso" della corea del sud, che ha tracciato tutti i cittadini e reso pubblici i movimenti di quelli positivi per permettere al resto della cittadinanza di "difendersi". Un approccio non solo invadente della privacy, ma di cui non è chiara l'utilità.
 
In conclusione discutiamo brevemente altri due argomenti:
  • il "problema" della scarsità di tamponi analizzati in italia rispetto a quello che da più parti si considera il necessario (sempre chiamando in causa il "modello" corea del sud) e il contributo che il mondo scientifico potrebbe dare alla lotta contro l'epidemia.
  • come sopravvivere alla scarsità di banda in un mondo che ormai vede la rete come una delle poche forme di intrattenimento e lavoro ancora consentite? commentiamo la soluzione proposta dal sole24 ore e le promesse delle major dei video online di ridurre il consumo di banda. Recentemente avevamo dedicato un approfondimento all'insostenibilita' economica tecnica e ambientale di un sistema di intrattenimento e comunicazione basata sui video. Ascoltalo qui.

Il DNS over HTTPS non è una svolta, ma... impariamo ad usarlo!

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Durata 48m 57s

Cos'è questo DNS-over-HTTPS, di cui i provider si lamentano perché dicono che impedisce la censura, il parlamento statunitense si lamenta perché dice che c'è abuso di posizione dominante? È una tecnologia promettente e positiva, ma per come sta venendo implementata potrebbe portare ad una ulteriore centralizzazione di Internet.

Autistici/Inventati ha vari aggiornamenti positivi per i suoi utenti: riaperto il servizio di helpdesk e riattivato il servizio jabber (qui qualche informazione). Ancora impossibile, invece, richiedere nuovi servizi.

Il lavoro è un gioco o i giochi aiutano a lavorare di più?

Data di trasmissione

Prendendo spunto dalle novità sui "giochi" in azienda di Amazon parliamo di gamificazione con Karlessi di CIRCE: come distinguere i contesti gamificati da quelli di semplice gioco? Perché la gamificazione - idea non nuovissima - si va diffondendo sempre di più, fuori e dentro il mondo del lavoro ma soprattutto in quell'area intermedia che è la sharing/gig economy.
Il libro citato nell'intervista è Addiction by design di Natasha Dow Schüll 

Parliamo poi delle consuetudini all'interno di Snapchat: l'azienda era così abituata a rispondere a richieste legali da aver sviluppato addirittura una applicazione per farlo con maggiore efficienza; applicazione che ovviamente è sfuggita di mano ed è stata spesso usata indiscriminatamente.

Chiudiamo con facebook, che si merita ben due notizie:

  • la chiusura (ma la vera notizia è l'esistenza) di 2miliardi (DUE MILIARDI) di account fasulli, cosa che mette abbastanza in discussione l'uso di facebook come termometro del sentire comune.
  • l'annuncio di una nuova criptovaluta all'interno dell'ecosistema di facebook chiamata GlobalCoin, che promette di "rendere lo scambio di soldi facile come l'invio di una foto su whatsapp". Per realizzare questo obiettivo anarcocapitalista Facebook si sta accordando con grandi gruppi finanziari, sperando così di non ricadere nel fallimento dei "facebook credits" o nei problemi delle altre criptovalute.

 

Privacy e supercazzole

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Durata 1h 9m 32s

Facciamo un bilancio del NAck appena conclusosi: tantissimi interventi interessanti e un'assemblea che ha lanciato l'hackmeeting 2019 al CSA Next Emerson di Firenze.

Alcune notizie di variegata serietà:

  • Una compagnia di cybersecurity israeliana, la NSO, vende software di sorveglianza all'Arabia Saudita. Non è un caso isolato ma fa parte di scambi di "armamenti" continui.
  • Un'azienda inizia a promuovere - a suon di supercazzole - una strana idea di privacy: la cessione dei dati ad una azienda intermediaria che si occupa di... venderli. È un'idea di privacy che rifiutiamo e che dà un'idea puramente monetaria dell'intimità

... e concludiamo con un paio di notizie ben poco serie :)

Link che avevamo promesso:

Per me il solito grazie

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Durata 58m 23s

Inauguriamo il ciclo sulla profilazione: in questa e nelle prossime puntate parleremo della profilazione su Internet, del perché avviene, di come avviene, del mercato che esprime, e di come arriva ad impattare la nostra vita.

Nella puntata di oggi spieghiamo cosa sono e a cosa servono i cookie, e di come vengono usati per la profilazione. In questa puntata ci limiteremo alle tecnologie di tracciamento più semplici, rimandando concetti più avanzati alle successive puntate del ciclo.

Abbiamo cambiato giorni di trasmissione: ci risentiamo Domenica 8 ottobre, mentre Domenica 1 ottobre manderemo una replica di Coccoli al Silicio.

Alla apple sono dei buoni (parte 1)

Data di trasmissione
Durata 1h 17m 23s

Puntata all'insegna della critica cinematografica ma anche della poesia.

 

Si parte parlando brevemente dell'ingiunzione di un tribunale statunitense che imporrebbe ad Apple di aiutare l'FBI a "bucare" i sistemi di sicurezza di un telefono da essa stessa prodotto, e del plateale rifiuto di collaborare della Apple, che conferma la strategia dell colosso di Cupertino, intenzionato più a mantenere la propria immagine pulita e prestigiosa dopo lo scandalo di Prism e la morte del proprio leader, che non a tutelare davvero la privacy degli utenti.

Si passa quindi ad una accurata recensione del film di Danny Boyle [1] sulla vita di Steve Jobs, ormai guida spirituale postuma della mela morsicata e delle/dei suoi fan.

Si torna alle malefatte della Apple contemporanea parlando con un compagno di MsACK[2] della scuola di alta formazione che Apple si accinge ad aprire a Napoli, di cui si sa ancora poco o nulla, se non l'ingente costo del progetto, comunque basso rispetto a quanto verrà scontato ad Apple dai debiti che ha con il fisco italiano. Tanti sono anche i dubbi su quante risorse questo progetto sottrarrà all'università e agli studenti, sull'utilità effettiva dei tirocinii offerti e la volatilità delle competenze così settoriali e specifiche, atte a formare manovalanza precaria e sottopagata.

Nelle pillole di tecnologia si parla di un altro gigante buono, ovvero di Google, che ci offre una nuova app: "Data Save"[3] che facendo transitare tutto il traffico dell'utente tramite i propri server, ripulisce i dati da cio' che non è essenziale, facendo risparmiare prezioso traffico dati, e consegnando tutto il contenuto della navigazione nelle mani del motore di ricerca.

Chiudono la puntata delle delicate citazioni[4] di frasi di Steve Jobs, nascoste in mezzo ad un mare di frasi dei Baci Perugina, riesci a distinguere le une dalle altre?

 

Durata: 1h17"

 

[1]https://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Jobs_(film)

[2]http://msack.org/

[3]https://chrome.google.com/webstore/detail/data-saver/pfmgfdlgomnbgkofeojodiodmgpgmkac

[4]https://it.wikiquote.org/wiki/Steve_Jobs

 

 

Malware di stato 2, captatori informatici e ransomware

Data di trasmissione
Durata 1h 5m 1s

In questa puntata torniamo a parlare di captatori informatici e malware di stato, in occasione della riproposizione del norme che ne permetterebbero l'uso diffuso per le indagini.

Abbiamo riascoltato l'intervista di marzo 2015 all'avvocato Sarzana[1], e analizzato la cronologia della proposta di legge[2] (che si ripete immutata) esaminandone brevemente le implicazioni.

 

In chiusura abbiamo parlato dei ransomware[3], in particolare di cryptolocker[4] e delle sue varianti.

 

[1]http://www.ondarossa.info/redazionali/intercettazioni-malware-e-dintorni

[2]http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0037810.pdf

[3]http://it.wikipedia.org/wiki/Ransomware

[4]http://it.wikipedia.org/wiki/CryptoLocker

 

 

cookie e captatori occulti

Data di trasmissione
Durata 1h 1m 12s

Seconda puntata delle Dita nella Presa.

 

La trasmissione è iniziata parlando dei banner sui "cookie" che da qualche mese imperversano su internet. Dopo una breve panoramica sul funzionamento tecnico dei cookie, abbiamo analizzato alcune loro implicazioni sulla privacy, per nulla tutelata dalla nuova normativa che impone i banner.

Abbiamo nominato http://prebake.eu/ un espediente tecnico per non vedere il "banner dei cookie".

 

Si è poi passati a commentare la nuova legge, in fase di stesura, riguado i captatori informatici occulti.

 

Il prodotto sei tu

Data di trasmissione
Durata 45m 47s

La puntata omonima di Report (trasmissione in onda su Rai Tre) del 10 aprile scorso, ha trattato il tema della privacy su Internet, usando argomenti vicini a quelli che usiamo nella nostra trasmissione radiofonica quando parliamo di informatica e tecnocontrollo. Sorprendentemente (ma neanche troppo...), la puntata di Report ha destato critiche da parte degli entusiasti di Facebook e dei Social Network, critiche che sono state amplificate da alcuni media mainstream, in particolare da quotidiani come la Repubblica e L'Unità. Ne parliamo nella puntata di Entropia Massima di oggi, alla quale abbiamo voluto dare lo stesso illuminante titolo della puntata di Report: "Il prodotto sei tu". Riportiamo nel seguito una email anonima che abbiamo trovato in rete.

 

 

Spettabile redazione di Report,

siamo un gruppo di appassionati di informatica. Non e' importante quale.
La puntata del 10 aprile "Il prodotto sei tu" è stata
veramente interessante. Finalmente qualcuno che parla in tv di quanto
Facebook, Google e altri colossi del web minaccino la privacy! In un
modo decisamente avanzato, rispetto a quello che si vede passare sulla
televisione generalista. Seppur non impeccabile da un punto di vista
tecnico, siete comunque riusciti a far passare il messaggio che non si
può avallare e invitare all'uso di una tecnologia, posseduta da una
multinazionale straniera, che a discrezione può eliminare o censurare
contenuti e quindi interferire nello scambio ed il confronto
democratico tra i cittadini.

 

Il servizio secondo noi non era tecnicamente perfetto. Ad esempio, https
è stato presentato come un rimedio salvifico che Google e Twitter ed
altri hanno finalmente imboccato, mentre Facebook lo ritiene
facoltativo: questo ha poco a che vedere con la privacy.  Https e' per
la sicurezza, non per la privacy (due concetti profondamente diversi).
Inoltre non abbiamo apprezzato particolarmente la posizione sulla
pirateria e anch'essa c'entra ben poco con la privacy. Apprezzabili
invece i riferimenti alla differenza tra  "hackers" e  "crackers" e di
come i primi ritengano importante l'anonimato in rete. Ci pare pure che,
proprio perche' il pezzo voleva essere divulgativo, si poteva andare
oltre il pur giusto e circostanziato sollevamento delle obiezioni
inquietanti riguardanti la privacy, proponendo strumenti per
l'autodifesa. Sul finire della puntata avete accennato a TOR, anche se
come contromisura alla censura piuttosto che sul tema privacy. Inoltre
Tor e' un buon rimedio per google e soci ma serve a poco per
facebook. Il problema del tracciamento dei dati si risolve ora
abbastanza facilmente anche senza tor, ma usando le 'privacy extension'
dei browser, firefox ha vari 'plugin', IE ha il bottone privacy
browsing, Safari lo sta mettendo, ecc.
Il problema dell'uso di facebook e' solo di un uso piu' cosciente: se
proprio bisogna usarlo, dato che quel che scrivi la' dentro non e' tuo,
scrivi il meno possibile, scrivi poche informazioni personali, NON
METTERE MAI informazioni/foto su altri utenti o persone in generale,
evita di usare 'I like' e evita di usare applicazioni che diano
informazioni che non vuoi veramente dare (tutte quelle che dicono dove
sei, o che fai, o con chi sei). Qualsiasi cosa metti o pigi su facebook
da informazioni di te anche a chi ti vuole male (Stato compreso). Sii
sempre cosciente di quel che scrivi li'. Non dare amicizie a chi non
conosci. Cambia le preferenze per restringere agli amici la visibilita'
delle tue informazioni (ci sono vari tools javascript per fare questo in
automatico tramite booklet).

 

Nel servizio si poteva andare oltre e citare altri strumenti,
alternative e contromisure per proteggersi. Speriamo ci possano essere
successive puntate in cui questo potrà avvenire e che il servizio non
sia invece self-contained. Fermo restando che era ora che si iniziasse
a veicolare anche in televisione messaggi riguardanti la
centralizzazione delle informazioni, rischio censura e la questione
profilazione/pubblicità, saremmo felici di vedere nuove puntate ancora
più approfondite su questi temi.

 

E' strabiliante vedere come gli attacchi a questa puntata siano venuti
da quel sottobosco di blogger e tecnoentusiasti (ma tecnoignoranti) che
evidentemente si prendono molto sul serio, senza accorgersi che mentre
organizzano la loro vita online da un lato, dall'altro diventano un
prodotto su cui si specula e un bersaglio della repressione.

Insomma, la cosa sconvolgente non e' che abbiano trovato il servizio
brutto e malfatto (sarebbero opinioni), ma che lo abbiano attaccato
percependolo come un attacco ai loro totem e alla web economy. A nostro
giudizio, invece, sono state dette cose totalmente ovvie per chi lavora
su Internet, ma che evidentemente hanno infastidito chi usa caprinamente
e acriticamente il Web2.0. Per questo non comprendiamo la risposta di
Milena Gabanelli, che definisce "colti" coloro che vi hanno criticati,
difendendosi con l'affermazione che la trasmissione era comunque
destinata ad un pubblico più televisivo. Semmai è vero esattamente il
contrario e cioè che avete dato prova voi di esservi meglio documentati
(anche se con alcune carenze, come detto sopra).

 

Sicuramente per un utente medio di Internet sarebbe più facile e diretto
informarsi, ma ci viene da pensare che molti di loro non lo vogliano
nemmeno fare: non hanno tempo o voglia di cercare in Internet
informazioni sul loro giocattolino tanto amato. Il vostro servizio non
ha spalato merda su qualcosa, ma ha informato in modo abbastanza
corretto i cittadini. Ha messo un minimo di tarlo di critica verso degli
strumenti che la massa usa inconsapevole di molte cose.

 

Chi sguazza con certi strumenti, forse ergonomici, ma opachi all'utente
e parecchio pericolosi, mentre da un lato si alfabetizza all'uso di
Internet, dall'altro non fa quel passo in più che è necessario per
prendere consapevolezza del pericolo a cui espongono se stess*, e tutt*
noi di riflesso, usando certi strumenti o usandoli in un certo modo.
Perche' ignorano determinate questioni. Se siete interessati a
sviluppare queste tematiche, come speriamo, il vostro compito, adesso,
e' quello di informarli anche su cosa si puo' fare concretamente.

 

Infine, cara report, dato che hai mostrato con questa puntata
interesse per i temi a noi cari, ti invitiamo al prossimo hackmeeting
che si terrà a Firenze, per approfondire i temi affrontati e
continuare il lavoro di diffusione di consapevolezza sull'uso critico
degli strumenti informatici che quotidianamente utilizziamo.