Anche Parigi si prepara a scendere in piazza nella giornata di sabato 8 ottobre, ci si aspetta una grandissima manifestazione nonostante i proclami del governo che parla addirittura di tentativi di colpo di stato e le operazioni di polizia, particolarmente pesanti soprattutto nei confronti delle mobilitazioni studentesche.
Da Parigi, uno dei nostri corrispondenti ci racconta l'atmosfera alla vigilia delle manifestazioni del fine settimana.
Il 19 luglio 2016, a Persan, un quartiere di Parigi, Bagui e Adama Traoré stanno camminando in centro città quando una pattuglia di poliziotti li ferma per un controllo. Adama, un giovane di 24 anni, non ha con sé i documenti e quindi scappa. Dopo la fuga, alle 17.30, i poliziotti arrestano Adama, costringendolo al suolo in tre per poterlo ammanettare. Alle 19 il giovane viene dichiarato morto, si dice in un primo momento per le complicazioni di un problema cardiaco.
Nelle ore e nei giorni successivi alla morte,la collera e le proteste si sono moltiplicate mentre i media mainstream volevano far apparire la famiglia di Adama e Adama come dei reietti e colpevoli. Inevitabile è evidenziare le somiglianze con il caso Cucchi.
Oggi, 13 ottobre 2018, a Parigi si è svolto un presidio per ricordare Adama e gli altri omicidi impuniti. Un compagno ci racconta il presidio di oggi e le prossime date di mobilitazioni che si svolgeranno durante le udienze del processo.
Collegamento telefonico da Parigi per parlare dell'occupazione dell'università da parte di Migranti.
A seguire il comunicato di rivendicazione
Le persone esiliate occupano l’Università di Parigi 8.
Al popolo francese, alle studentesse e agli studenti, a coloro che dormono in strada, alle persone solidali, alle
persone torturate dal regolamento di Dublino.
Noi siamo delle e dei migranti di tutto il mondo, delle e dei dublinati/e, delle e dei rifugiati/e statutari/rie che
vivono in strada.
Ci hanno negato l’asilo, abbiamo attraversato il mare, siamo dei minori senza documenti. Noi occupiamo
l’università di Paris 8 dal 30 gennaio 2018.
Perché abbiamo fatto questa azione ?
In questi ultimi mesi, la Francia ha deportato numerose
persone. Molti di noi si sono tolti la vita. Tre mesi fa, un
amico dublinato in depressione, si é steso sui binari di
un treno che l’ha investito. Dieci giorni fa a Calais, la
polizia ha attaccato e gasato dei migranti che dormivano
in strada. La polizia ha sfigurato con un tiro di pistola il
viso di un giovane migrante.
Un amico che doveva andare alla prefettura é stato
arrestato e messo in un Centro di Detenzione
Amministrativa (CDA), prima di essere rinviato in Italia.
La polizia francese ha i suoi gas e le sue sierene, ma é
senza legge.
Quello che il sistema d’immigrazione francese si aspetta
da noi sono le nostre impronte digitali, ma non noi
stessi. L’arbitrario e l’aleatorio fanno parte del nostro
quotidiano all’OFPRA (l’ufficio francese di gestione
dell’immigrazione), alla Corte Nazionale del Diritto
d’Asilo, e alla prefettura.
Al termine delle pratiche alcune/i di noi sono stati
rifiutate/i, altri dublinate/i, agli arresti domiciliari,
deportate/i, senza nessuna logica.
Noi rivendichiamo quello che segue :
Dei documenti per tutte/i
Degli alloggi decenti e perenni
Poter imparare il francese e continuare i
nostri studi
La fine dei rifiuti del Dispositivo di
Valutazione dei Minori Stranieri/e Isolati/e
La fine immediata delle deportazioni verso
tutti i paesi, in Europa e altrove
Noi ci aspettiamo da tutte/i migranti che lottino
dappertutto in Francia contro l’oppressione e
l’ingiustizia e contro le pratiche violente della polizia
nelle strade.
Al popolo francese : voi che avete fatto questa
rivoluzione che studiamo nel libri di storia,
rimpossessatevene !
Noi ringraziamo le pesone che ci sostengono e che,
contrariamente al governo, ci mostrano la loro
solidarietà.
L’amministrazione dell’Università utilizza la carota e il
bastone nelle negoziazioni. Alcuni dicono che ci
daranno un altro posto all’Università , altri ci
minacciano facendoci intendere che faranno entrare la
polizia.
Noi chiediamo agli e alle altre/i studenti/esse e alle e ai
professori/esse dell’Università di Parigi 8 di sostenere le
nostre revendicazioni.
Vi ringraziamo e vi chiediamo di restare con noi fino in
fondo. Noi ci uniamo alla lotta degli e delle studenti/esse
senza documenti dell’università.
Ai e alle nostre/i amiche/i che attraversano il mare Alle nostre amiche violentate in Libia
Che si sono tolte/i la vita Non vi dimenticheremo
Morte/i attraversando le frontiere
Morte/i nel deserto
Le e i migranti di Parigi 8
Emmanuel Macron vince al ballottagio contro Marine Le Pen (65,7% contro 34,3%) e diventa il più giovane presidente della Repubblica francese.
Con Marta Fana analizziamo la composizione del voto francese e le prossime, imminenti politiche del neo-presidente, che non è un homo novus come certa stampa nostrana ce lo vuole presentare. La legge sul lavoro Loi Travail è una sua filiazione politica e Macron è pronto addirittura ad irrigidire alcune norme in materia di politiche sul lavoro. Previsti anche tagli alla sanità.
Con un compagno della nostra redazione ragioniamo invece sul livello della repressione a Parigi, dove, tra l'altro, sabato notte è stato ucciso dalla polizia un ragazzo 17enne. Ma i media erano troppo impegnati a monitorare il duello Le Pen-Macron.
Infine, nell'ultimo audio, un estratto dalla nostra rassegna stampa, per vedere come i nostri principali giornali presentano l'elezione di Macron in Francia.
Torniamo, grazie al contributo di una compagna che vive a Parigi, sul brutale stupro di un poliziotto ai danni di un ragazzo (dal colore scuro della pelle, chissà perché?!) fermato nella banlieue pariginia(qui altri contributi).
Ieri il Presidente francese Hollande è andato a trovare il ragazzo all'ospedale.
Sulla stampa francese si glissa sull'accaduto (Le Monde nemmeno ha trattato la notizia).
Qual è lo stato della repressione in Francia? Come si muove la giustizia dei tribunali borghesi in un periodo di stato d'eccezione giuridico?
Intanto continuano i tumulti − nelle banlieue − e piccoli focolai di rivolta continuano a manifestarsi nella metropoli francese. Ma, anche su questo, la stampa tace. Proprio durante la diretta è in corso una manifestazione a Parigi.
Un lungo intervento di un compagno della Nuit Debout a Parigi ci descrive il quadro della situazione sia dal punto di vista economico e politico sia per quanto riguarda le prospettive di lotta del movimento.
In collegamento da Parigi con due studentesse di Sapienza Clandestina che ci raccontano le imponenti giornate di lotta che animano in questi giorni la capitale transalpina, tra momenti di piazza e assemblee (Nuit Debout).
Le due compagne ci raccontano le dinamiche del presidio che si è svolto a Place de la Republique.
Ancora evidenti i contrasti di vasti settori del movimento studentesco con la CGT.
Resta ancora alto il livello della repressione delle forze dell'ordine francesi.
Domani vi sarà l'ennesima giornata di lotta.
Nella foto: una volante della polizia francese data alle fiamme dai manifestanti (Parigi)
Un compagno che è stato a Parigi in questi giorni racconta ai nostri microfoni, ospite di Sapienza Clandestina, la realtà dei movimenti sociali della capitale francese: dall'esuberanza dei giovani studenti all'immobilismo di una parte del movimento sindacale.
Qual è la composizione sociale delle lotte, quali le prospettive future?
Il racconto di alcune giornate di lotta, a partire dal grande sciopero generale del 28 aprile.