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israele

Estrattivismo dei dati

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Puntata 26 di EM, ottava del ciclo Estrattivisimo dei dati, parliamo di Intellegenza Artificiale e scuola e poi di digitalizzazione della guerra e militarizzazione del digitale. Lo stato del Nevada, utilizza l’intelligenza artificiale per determinare i finanziamenti scolastici con conseguenze drammatiche per il sostegno agli studenti svantaggiati. Inoltre Il nuovo sistema di valutazione del rischio, sviluppato dall'azienda Infinite Campus, utilizza un algoritmo di machine learning per valutare la probabilità che uno studente si diplomi o meno, basandosi su una valutazione di 150 milioni di anni studente di dati sulle prestazioni accademiche, la frequenza, il comportamento, la demografia e le caratteristiche familiari degli studenti. Un'inchiesta giornalistica ha scoperto che il sistema si sbagliava sugli studenti di colore molto più che rispetto ai bianchi. Si ritiene inoltre che l’algoritmo Infinite Campus dia punteggi inferiori alle ragazze rispetto ai ragazzi con dati altrimenti comparabili.

Nella seconda parte parliamo di uso distruttivo dell’intelligenza artificiale nei teatri di guerra e del paradigmatico intreccio di finanziamenti militari e tecnologici in Israele. I sistemi concepiti per fini militari conservano l’impostazione, gli assunti normativi e la logica originari, anche quando vengono proposti in ambiti non militari a benefico dei profitti del grande capitale digitale e trasformano la totalità dei cittadini in persone oggetto di sorveglianza, estendendo all’ambito civile la logica militare dell’intelligence.

Inoltre, un recente rapporto di Greenpeace, ripreso ed integrato in una pubblicazione di Sbilanciamoci! con prefazione di Carlo Rovelli, evidenzia quanto sia problematico l’attuale aumento delle spese per le odierne dotazioni militari tecnologiche e digitali in Europa. Non soltanto in quanto, in termini di sicurezza, un’Europa più militarizzata difficilmente potrebbe risolvere gli attuali conflitti, ma anche perchè la moderna militarizzazione è un “cattivo affare” economico, il cui ritorno d'investimento a beneficio di stati e popoli è assai spesso una perdita e comunque sempre inferiore a quello che si avrebbe investendo in sanità, istruzione, ambiente.

[00:00-18:00] Intelligenza artificiale e finanziamenti all'istruzione: rischi registrati in esperienze USA
[22:50-30:29] La bella esperienza di una scuola italiana con Mastodon, social network federato ed open source alternativo alle offerte delle grandi piattaforme
[30:30-51:04] Digitalizzazione della guerra e militarizzazione del digitale: il virtuoso ciclo di generazione di valore per il grande capitale tecnologico moderno, da Silicon Valley a Ucraina/Gaza e ritorno
[54:18-69:03] Crescita di investimenti EU nel militare tecnologico/digitale: un "cattivo affare" economico per stati e popoli. Chi ce lo racconta dei candidati a Strasburgo per le imminenti elezioni?

L'AI uccide, il vostro engagement pure

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Durata 1h 50m 28s
Durata 44m 47s

Nella puntata di oggi guardiamo una notizia leggermente datata, ovvero l'inchiesta su Lavender, l'AI utilizzata da Israele per uccidere un numero incredibile di palestinesi. Da quella inchiesta, molti giornali hanno dedotto che Meta collaborerebbe in modo attivo a questo sistema, e dunque al genocidio in corso. È vero? Il materiale per i sospetti ci sono tutti, ma prove non ce ne sono ancora.
Del resto, è certo che Meta non solo collabori con il governo israeliano e con gruppi di destra israeliani, ma abbia anche già, con il suo "naturale" funzionamento, contribuito in modo attivo ad altri genocidi, tra cui quello in Myanmar.

Ci spostiamo in Polonia, dove delle inchieste fanno venire alla luce l'uso diffuso di Pegasus - malware di provenienza israeliana - da parte del governo Kaczyński.

Nei civilissimi USA, invece, si diffondono leggi per limitare l'uso dei bagni a quelli del sesso assegnato alla nascita; se ad un po' di transfobia ci aggiungiamo qualche "dimenticanza" tecnica, cosa esce fuori?

Il governo Russo si dà all'open source e sperimenta il fork di progetti di grande successo, ad esempio Wikipedia.

Per la serie "discorsi da Bar" facciamo gli auguri al BASIC, commentiamo l'aumento del biglietto del bus a Roma, e brindiamo all'avversa sorte dei nemici.

Sgomberata e militarizzata la Columbia University. 300 arresti

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Durata 10m 8s

Questa corrispondenza realizzata nel pomeriggio di ieri 1 maggio 2024 dà conto dello sgombero dell'occupazione dell'edificio di Hamilton Hall nella Columbia University di New York: l* studenti stavano chiedendo con forza il disinvestimento verso Israele, la cessazione delle collaborazioni e il rifiuto di finanziamenti filosionisti ma l'istituzione ha risposto negativamente a tutte le richieste e ha rifiutato qualunque mediazione, autorizzando invece l'intervento di polizia.

Allo sgombero è seguito l'arresto di circa 300 persone di cui a ieri ancora non si avevano notizie, per loro si parla dell'espulsione dall'ateneo ma anche dell'accusa di traspassing (ingresso non autorizzato in proprietà privata), reato punito duramente nello stato di NW.

Nel frattempo preside e manager non si espongono direttamente ma si limitano a inviare e mail al personale e al corpo studentesco, docenti e personale amministrativo vengono forzosamente tenute fuori dall'ateneo mentre è stato chiesto che la polizia rimanga all'interno fino al 17 maggio.

Nella città di New York è stata sgomberata anche l'università pubblica che a sua volta era stata occupata.

Columbia University: nessuna apertura verso la mobilitazione studentesca

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Durata 6m 51s

Oggi lunedì 29 aprile la blasonata università newyorkese ha risposto con chiarezza che non intende disinvestire nelle istituzioni israeliane nè tanto meno mettere di incassare donazioni di donor sionisti (queste le richieste della mobilitazione studentesca); in più sono partite le prime sospensioni a studenti in lotta a cui sarà quindi impedito di laurearsi entro l'anno accademico: iniziativa assai penalizzante in un ateneo con rette altissime come la Columbia

La minaccia dell'attacco a Rafah, la repressione dentro Israele

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Durata 27m 49s

Michele Giorgio, storico corrispondente de Il Manifesto dalla Palestina e responsabile di Pagine Esteri, un aggiornamento su quanto sta succedendo nella Striscia di Gaza, in particolare l'ammassare armamenti e truppe israeliane nei pressi di Rafah in vista del minacciato attacco e su quanto accade in Israele, in particolare l'irruzione della polizia israeliana nella sede del Partito Comunista a Nazareth.

Le Università contro la guerra

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In questo redazionale abbiamo affrontato il tema della collaborazione da parte delle Università italiane con le industrie belliche. Da mesi si susseguono mobilitazioni da nord a sud, oggi abbiamo sentito una compagna di Milano che ci racconta la situazione del Politecnico, della Bicocca e della Statale; successivamente abbiamo avuto contatto con una compagna della Sapienza di Roma dove oggi si svolgerà un presidio dalle 15.30 in attesa della risposta da parte del Senato accademico riguardo la questione palestinese.

Presidio a Regina Coeli per la giornata a sostegno dei prigioneri palestinesi

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Abbiamo sentito un compagno con il quale abbiamo affrontato il discorso della repressione, nello specifico quella dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane in vista della giornata dedicata a loro il 17 Aprile e a cui verrà portata solidarietà con un presidio al Regina Coeli di Roma.

Sapienza for Palestine: occupazione del rettorato

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Durata 21m 28s

Con una compagna del collettivo Zaum della Sapienza ripercorriamo le mobilitazioni per la Palestina degli ultimi mesi fino all'occupazione del rettorato realizzata ieri per richiedere la sospensione di tutti gli accordi con gli atenei israeliani: l'Università La Sapienza, attraverso il Senato accademico, il 7 ottobre si è posta  al fianco dello Stato d'Israele e mai come istituzione ha cambiato posizione nonostante la larga e continua mobilitazione studentesca, fino ad oggi quanto la rettrice si è rifiutata di incontrare l* studenti che nel frattempo avevano occupato il rettorato.

Judith Butler: Contro l’antisemitismo per la pace rivoluzionaria in Palestina

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Lo scorso tre marzo si è tenuto in Francia il dialogo tra Judith Butler, filosofa statunitense queer, docente all’università di Berkeley, ebrea ed esponente del movimento Jewish Voice for Peace e due studiose francesi: Françoise Vergès, politologa femminista e Michèle Sibony, una delle autrici del libro Antiosinisme: une histoire juive (Syllepse, 2023) dopo che era stato annullatoa dicembre come una minaccia per l’ordine pubblico.

Erbacce. Forme di vita resistenti ai diserbanti, rivista ecoumorista e femminista pubblica il videhttps://www.youtube.com/watch?v=rlQNBJOq-0Eo integrale (francese e inglese) e una presentazione della conferenza che traduce anche i contenuti principali a cura di Laura Marzi: parole di grande lucidità politica sulla questione del sionismo e dell'antisionismo, una storicizzazione dell'accusa di antisemitismo per il posizionamento antisionista, la necessità di schierarsi con la Palestina per femministe, queer, trans e molto altro.

Ripercorriamo i contenuti di questo incontro molto importante proprio con Laura Marzo