Ascolta lo streaming di Radio Onda Rossa !

salute

Salute & ambiente: un legame interrotto, una lotta da riprendere

Data di trasmissione
Durata

Nel 1993 furono sottratte al ministero della sanità e alle unità sanitarie territoriali le competenze in materia di controllo dell'inquinamento dell'aria, acqua e suolo oltre alla responsabilità della prevenzione primaria e secondaria. Si vanificavano così l'esperienze e le conquiste delle lotte operaie che negli anni '60 avevano imposto all'attenzione di tutti il tema della salute fuori e dentro la fabbrica.

Ne parliamo con Angelo Baracca, fisico e antimilitarista, che fu partecipe di quella stagione.

#Coronavirus - Mailbombing 17 marzo per la salute dei detenuti

Data di trasmissione

Martedi 17 marzo dalle ore 10 alle ore 14 partecipiamo al mailbombing per sostenere il diritto alla salute dei detenuti e delle detenute del carcere di Rieti.

 

Tra le ore 10 e le ore 14 di martedi invia la mail che trovi incollata più ai seguenti indirizzi dei garanti dei detenuti e della Asl di Rieti

info@garantedetenutilazio.it
garantedirittidetenuti@cert.consreglazio.it
segreteria@garantenpl.it
prot.segreteria@cert.garantenpl.it
direzione.sanitaria@asl.rieti.it

 

e alle redazioni di:

redazione@radioradicale.it
tgr.lazio@rai.it 

info@rietinvetrina.it
info@rietilife.it
starttv@libero.it
redazione@ilgiornaledirieti.it
redazione@frontierarieti.com

 

Il testo va inviato a ogni singolo indirizzo mail separatamente. Gli invii collettivi vanno a finire direttamente nello spam. Non inviate l'allegato ma copiate il testo nel corpo della mail.
Sappiamo che si tratta di un piccolo gesto davanti una situazione gravissima, speriamo comunque in una partecipazione diffusa.
 

TESTO DELLA MAIL:

 

Il 7 marzo scoppia la dura protesta delle persone detenute nel carcere di Salerno.

Già da un paio di mesi i Tg riportano notizie sull’epidemia di coronavirus in Cina, con il suo elevatissimo numero di contagiati e deceduti.

Già da più di un mese e mezzo che il virus è in Italia. I Tg continuano con il loro incessante susseguirsi di notizie. L’allarme si diffonde, diventa sempre più forte e sempre più vicino a noi tutti. Sappiamo come noi, persone fuori da galere, abbiamo reagito alla nostra paura, alla nostra quotidianità che cambiava in peggio giorno dopo giorno. Alle notizie di ospedali pieni ed incapaci a garantire le adeguate cure a chi si ammalava. Anche in Italia il numero di contagiati e deceduti aumentava di ora in ora.


Nelle carceri sovraffollate celle per lo più stracolme di persone, di detenute e detenuti anche anziani, anche malati. Un’assistenza sanitaria che lascia al quanto a desiderare, che già in tempi di non emergenza sanitaria, riusciva a garantire solo psicofarmaci e, a malapena, qualche tachipirina.

La tensione aumenta.

Lo Stato decide, per contenere il contagio, di adottare misure, le più restrittive: sospensione di ogni attività, interruzione dei colloqui con i familiari. In compenso, gli operatori e gli agenti penitenziari continuano a rispettare i loro turni di lavoro ed entrano ed escono dalle galere, senza alcuna precauzione, nemmeno dotati di mascherine e guanti. Nessuna misura di prevenzione di carattere sanitario.

I detenuti rivoltosi del carcere di Salerno chiedono che se non possono vedere i loro familiari, ricevere le adeguate attenzioni sanitarie, allora che si interrompano anche le entrate e le uscite di chi lavora in quel carcere. L’interruzione dei colloqui con i familiari significa tagliare completamente i ponti con l’esterno, significa enorme preoccupazione.

La rivolta si estende, in pochissime ore, a ben 27 carceri di tutta Italia, dal sud al nord. 14 i morti tra Modena, Alessandria e Rieti. Tutte morti, ci dicono (dagli esiti di autopsie fatte in fretta e furia e, probabilmente, in assenza di figure legali nominate dalle famiglie dei deceduti) dovute ad abuso di psicofarmaci presi dalle infermerie interne alle carceri.


Ci volevano le rivolte affinché il Ministro della Giustizia, oltre ad esprimere il pugno di ferro nei confronti di chi ha partecipato alle rivolte, distribuisse 100 mila mascherine. Il numero delle persone detenute, nello scorso febbraio, era 61.230 (a fronte, per altro, di una capienza di 50.931 posti). Chissà quante sono le persone che là dentro ci lavorano, per un motivo o per un altro, e quindi necessitano anche loro delle mascherine… Ad oggi sappiamo che in moltissime carceri ancora non le hanno distribuite.

4 morti a Rieti...

Ma come si sedano le rivolte? In campo si possono mettere due strumenti: uno è la contrattazione con i prigionieri. Ma c’era poco da contrattare, le decisioni erano state prese dall’alto e andavano attuate: i detenuti e le detenute dovevano rimanere isolati.

L’altro sono i pestaggi, violentissimi, reiterati. Non è una novità. Lo sa chiunque abbia vissuto direttamente o indirettamente (avendo un proprio caro lì rinchiuso) il carcere.

In questo momento poi, a causa della totale chiusura, nessuna presenza esterna, né familiare né volontario né insegnante, potrebbe monitorare la situazione, riportare all’esterno di cosa è stato testimone, ciò che ha ascoltato e visto.


Ad oggi sappiamo, tutti noi anche chi “vuole o vorrebbe non sapere”, che lì dentro centinaia di detenuti sono feriti, lesionati, intimoriti dai pestaggi. E sempre nell’inquietudine data dalla probabilità che il contagio si diffonda anche lì dentro. Già ci sono casi conclamati, ancora pochi dalle notizie ufficiali. Ma le notizie ufficiali, spesso, lasciano il tempo che trovano.

In questi difficilissimi giorni, in cui l’impegno di ognuno di noi è tutto volto alla tutela della collettività, c’è chi non ha alcuna tutela.


Chiediamo che il Direttore Generale della ASL di Rieti, anche competente e responsabile della salute delle persone detenute nel carcere di Rieti, si impegni nell’accertamento delle condizioni dei detenuti anche a seguito dei pestaggi subìti.

Ci domandiamo come mai a fronte di ben 4 morti i Garanti, Nazionale e Regionale, dei diritti dei detenuti non si siano ancora recati presso il carcere di Rieti e li invitiamo a farlo al più presto, nel loro ruolo di tutela delle persone private della loro libertà.

Policlinico Umberto I, Consultori

Data di trasmissione
Durata

Intervento di una lavoratrice del coordinamento lavoratori e lavoratrici del Policlinico Umberto I sull'iniziativa dello scorso 11 aprile contro i consigli di disciplina a carico di 3 lavoratori del coordinamento per una intervista in cui denunciavano le carenze dei servizi sanitari e in particolare del pronto soccorso.
Una riflessione e un invito a sostenere le lotte delle donne dei consultori e in particolare in merito alla minaccia di chiusura del consultorio di piazza dei condottieri e di via resede a centocelle. Appuntamento domani martedì 17 aprile alle ore 15:30 al consultorio di via Resede, 5 dell'assemblea delle donne.

 

La consultoria transfemmista e riflessioni su salute, genere e sessualità

Data di trasmissione

Presentazione del progetto della consultoria transfemminista di Roma e riflessioni sul rapporto tra autorganizzazione, servizi e libertà di autodeterminazione di donne e soggettività LGBTQIA.

 

la pagina della consultoria transfemminista queer di roma https://www.facebook.com/consultoriatransfemminista

 

NonUnaDiMeno Roma: azioni al Policlinico e a Ostia verso l'8 marzo

Data di trasmissione
Durata
Durata

Azioni di Nonunadimeno Roma, stamattina, verso #LottoMarzo al Policlinico Umberto l, al Policlinico Tor Vergata e alla Casa del parto "Acqualuce" di Ostia. Si chiedono consultori liberi e gratuiti nelle università e il grido principale è: "Fuori l'obiezione di coscienza dagli ospedali!".

 

Verso lo sciopero globale delle donne dell'8 marzo, per una sanità pubblica, laica e garantita!

 

Nella prima corrispondenza, in diretta con Graziella del Policlinico e una studentessa.

Nel secondo audio, corrispondenze da Ostia (Casa del parto dell'ospedale Grassi).

 

Per info consulta nonunadimeno.wordpress.com #L'ottomarzo

 

"Tanto la malattia arriva tra trent'anni": corrispondenza con un compagno dei NoTav TerzoValico

Data di trasmissione
Durata

Dall'inchiesta genovese sulle grandi opere appare un'intercettazione in cui Ettore Pagani, vice-presidente Cociv e figura rilevante della Salini-Impregilo (società a cui fu assegnato anche la realizzazione del Ponte sullo Stretto), dice: "C'è l'amianto nei cantieri del Terzo Valico? Tanto la malattia arriva tra trent'anni!".
Abbiamo commentato queste frasi insieme ad un compagno dei NoTav TerzoValico, sempre più convinti di come quest'opera faccia parte di un sistema diffuso di speculazione sulla pelle di tutte e tutti noi.
Il 27 Settembre scorso l'allora presidente del consiglio Matteo Renzi abbracciava entusiasta lo stesso Ettore Pagani promettendo alla sua società la Salini-Impregilo di riprendere la progettazione del Ponte sullo Stretto.

Sicurezza sul lavoro: un'analisi della Legge Sacconi

Data di trasmissione
Durata
Durata

Corrispondenza con Marco Spezia di Medicina Democratica per analizzare la proposta di legge del Ministro Sacconi di riforma del Testo Unico sulla sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro ed il tentativo di ridurre drasticamente le tutele dei lavoratori e delle lavoratrici.

 

A seguire l'intervento telefonico di un compagno-redattore sulle questioni legate alla qualità del prodotto, la sicurezza dei luoghi di lavoro, la sicurezza e la salute dei lavoratori.

 

[estratti da Corrispondenze Operaie]

Un fiume in piena a Brescia per la salute e per il futuro

Data di trasmissione
Durata

Ieri si è tenuta a Brescia una grande manifestazione partecipata da 15.000 persone per dire: "Basta Veleni! per il diritto alla salute e al futuro!".

La manifestazione promossa dal tavolo formato da oltre 60 comitati ambientalisti locali, ha portato per le strade della città le proprie rivendicazioni: una moratoria che blocchi nuove cave e nuove discariche, ottenere una drastica riduzione delle emissioni, ribadire la contrarietà a progetti inutili come il Tav Brescia-Verona e l’autostrada della Valtrompia e rifiutare le logiche energetiche e neoliberiste contenute nello Sblocca Italia, contro le trivellazioni nella bassa bresciana e l’incenerimento dei rifiuti, denunciando le responsabilità di chi ha governato fino ad oggi il territorio bresciano e chiedere un cambio radicale nella gestione.

Speciale: Salute e Sicurezza sul lavoro

Data di trasmissione
Durata

    
p { margin-bottom: 0.25cm; line-height: 120%; }

219° puntata: oggi affrontiamo uno speciale di approfondimento sul tema della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro. Insieme a due compagni di Medicina Democratica e a un ex redattore della Radio, analizziamo l'incidenza e la percentuale degli infortuni e delle morti sui luoghi di lavoro, la problematica delle malattie professionali, le responsabilità del sistema capitalistico e, quindi, anche come l'organizzazione del lavoro, l'aumento dei ritmi e la precarietà contribuiscano ad aggravare una situazione che, solo calcolando gli ultimi decenni, presenta i tratti di una “strage”, come riferisce uno dei compagni intervenuti.