Catania: sgomberato il consultorio
Ieri è stato sgomberato un consultorio a Catania, sentiamo la voce di una compagna e riportiamo il comunicato
Ieri è stato sgomberato un consultorio a Catania, sentiamo la voce di una compagna e riportiamo il comunicato
La lotta per sette chiese non si ferma
I CONSULTORI NON SI TOCCANO
COLLETTIVO DI ZONA
PER LA DIFESA DEL CONSULTORIO
consultoriogarbatella.wordpress.com
6 DICEMBRE 2023 ore 17 PRESIDIO CITTADINO Davanti alla REGIONE LAZIO IN PIAZZA ODERICO DA PORDENONE
Dopo i due presidi del 25 ottobre e dell'8 novembre 2023, torniamo in piazza per dire no allo smantellamento del consultorio di largo delle Sette Chiese e al progetto della ASL Roma 2 di trasformarlo in un ambulatorio vaccinale per poi chiuderlo definitivamente.
Il consultorio è un presidio sociale e sanitario, laico e gratuito, che appartiene all'intera comunità di Garbatella, San Paolo, Ostiense, Marconi e a tutt* coloro che intendono difendere questo spazio essenziale di libertà e autodeterminazione.
Non arretreremo di un passo fino a quando non verranno riattivati i servizi di ACCOGLIENZA, GINECOLOGIA, PERCORSO NASCITA, SPAZIO GIOVANI, SCREENING ONCOLOGICI.
E' ormai polarizzato totalmente in dibattito in Francia sul colonialismo di Israele della Palestina. Ad una politica istituzionalizzata islamofobica si sono aggiunte il 25 novembre alcune femmismo che hanno sottoscritto un manifesto che chieda di condannare il 7 ottobre come il giorno dei femminicidio di massa. Ne parliamo con una compagna.
Per approfondire:
Dall'Algeria alla Palestina, la falsa equivalenza tra il colonizzato e il colonizzatore di Hamza Hamouchene
Israele, Palestina e la Francia Cinque nodi da sciogliere di Houria Bouteldja
Il conflitto che fa impazzire di fronte alla catastrofe in Israele-Palestina di Mona Chollet
TERZA UDIENZA DEL PROCESSO: ATAC RITIRA LA COSTITUZIONE DI PARTE CIVILE.
MA L'ATTACCO A LUCHA Y SIESTA CONTINUA.
Ieri pomeriggio si è tenuta la terza udienza del processo contro l’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta. Il processo, iniziato circa un anno fa, arriva dopo un precedente procedimento che si concluse nel 2013 con l’assoluzione dellɜ attivistɜ accusatɜ di occupazione.
Di qualche giorno fa è la notizia, confermata ieri in udienza, del ritiro della costituzione di parte civile di Atac, che aveva inizialmente richiesto il pagamento di un risarcimento di 1,3 milioni di euro per il presunto danno arrecato all’azienda.
Tiriamo insieme un grande sospiro di sollievo: il processo continua, e ci vedrà di nuovo in aula il 22 gennaio 2024, ma almeno lo fa senza quella paradossale richiesta di risarcimento.
Continua anche l'attacco a Lucha y Siesta nel suo essere percorso collettivo di fuoriuscita dalla violenza: al processo, infatti, si affianca la richiesta della Regione Lazio, ora proprietaria dell’immobile, di attuare la revoca della convenzione deliberata a ottobre, in vista di una eventuale messa a bando del posto.
Questo atto unilaterale vorrebbe chiudere una delle esperienze nazionali più significative del contrasto alla violenza di genere, dimostrando in modo inequivocabile come la Regione Lazio e il presidente Rocca non abbiano alcun interesse a combattere le radici culturali, educative e sistemiche della violenza patriarcale.
Quali interessi si nascondono dietro presunte azioni di trasparenza che tentano di rallentare le attività di un’istituzione come Lucha y
Quali interessi si nascondono dietro presunte azioni di trasparenza che tentano di rallentare le attività di un’istituzione come Lucha y Siesta - paradossalmente più volte riconosciuta dalle stesse istituzioni formali che continuano a minacciarne l’esistenza?
Il grigiore di questi attacchi non annebbierà la lucidità del nostro sguardo al futuro. Siamo arrivatɜ in aula con il cuore e gli occhi colmi della rabbia e della meraviglia che è montata ed esplosa sabato 25 novembre, quando una marea di oltre mezzo milione di corpi ha esondato a Roma, Messina e tante altre città in tutto il Paese; ci siamo arrivatɜ con le tasche piene dei semi di rivolta che abbiamo scambiato con lɜ compagnɜ di tutta Italia che si sono incontratɜ nel giardino di Lucha y Siesta domenica.
E con la stessa consapevolezza di potenza siamo uscitɜ dall’aula.
Siamo consapevoli che il cammino davanti a noi è lungo e impegnativo, ma non dimentichiamo che questi attacchi sono solo i colpi di coda del patriarcato agonizzante e soprattutto sappiamo che non siamo solɜ, che la rete antiviolenza e tutta la comunità di Lucha sono sempre al nostro fianco. Questo è il nostro percorso collettivo di fuoriuscita dalla violenza, ci vogliamo vivɜ e liberɜ e saremo implacabili.
Lucha y Siesta non sarà solo difesa ma moltiplicata, vogliamo tutto e ci prenderemo tutto.
Dopo la grande manifestazione di sabato 25 novembre contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere e la grande ondata di rabbia suscitata dal femminicidio di Giulia Cecchettin, ripartiamo dalla risibile proposta ministeriale di "educazione alle relazioni", ne parliamo anche con una compagna delle Cattive maestre e di Non una di meno Roma, che hanno pubblicato il testo Bruceremo le linee guida di Valditara.
Infine, commentiamo le bozze del bando per il concorso per dirigenti scolastici che contengono le "quote azzurre".
Sabato 7 e domenica 8 Ottobre a Firenze si svolgerà l’assemblea nazionale di Non Una di Meno, in vista del 25 Novembre, giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere.
L’assemblea si svolgerà negli spazi del PalAffari, in Piazza Adua 1
Ne parliamo con una compagna di Non Una di Meno di Firenze.
Come compagne di Radiondarossa abbiamo partecipato all'assemblea contro la violenza ciseteropatriarcale che si è svolta giovedì 31 agosto a Roma. Assemblea partecipatissima da circa 300 donne, cerchiamo in questo audio di riproporvi i punti che sono stati toccati per eliminare la violenza patriarcale che sempre di più permea le nostre vite.
Con una compagna di Non una di meno Palermo torniamo a parlare dello stupro di gruppo che nel capoluogo siciliano ha subito una ragazza di 19 anni: reazioni pubbliche, mediatiche, istituzionali e soprattutto le risposte femministe e transfemministe, dalle passeggiate comunicative di Palermo, alla costruzione in atto di una mobilitazione capillare permanente
Con una compagna di Non Una di Meno Torino parliamo della cosiddetta “stanza per l'ascolto” aperta all'interno dell' ospedale ostetrico e ginecologico pubblico Sant'Anna di Torino per impedire l'accesso al diritto all'aborto con il sostegno dell’assessorato regionale alle Politiche sociali del Piemonte, guidato da Maurizio Marrone, in quota Fratelli d’Italia. Il nome non deve trarre in inganno: dietro si nasconde il Movimento per la Vita, associazione anti abortista di integralisti cattolici che dal 31 luglio stazionerà al Sant’Anna, con l'obiettivo di convincere le donne a non abortire.
Partendo dal caso della donna francese stuprata ripetutamente da uomini coinvolti dal marito, riflettiamo sulle caratteristiche dell'uomo violento e sulle caratteristiche della società che lo legittima. Lo diciamo ancora una volta: lo stupratore non è uno sconosciuto, lo stupratore ha le chiavi di casa. Il sistema e la società in cui viviamo è patriarcale, la cultura dello stupro non è scomparsa. Quanto ancora dovremmo ripetere tutto questo? La strada per la liberazione delle donne e delle soggettività oppresse dal patriarcato è ancora lunga: noi la percorriamo lottando una al fianco dell'altr*.