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solidarietà

Torino: operazione repressiva in seguito al corteo dopo lo sgombero dell'Asilo occupato

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Dopo lo sgombero dell'Asilo occupato a Torino per le strade della città si è espressa una solidarietà determinata e combattiva. Venerdì scorso, la polizia è andata a bussare alla porta di compagni e compagne accusati a vario titolo di aver partecipato al corteo del 9 Febbraio. Ne parliamo al telefono con una compagna.

Buon Ascolto!

Con un piede nella porta. Vincenzo e l’anomalia bretone

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Lo scorso 8 agosto Vincenzo è stato arrestato dalla Squadra Speciale Fuggitivi nei pressi di Rochefort en Terre, un piccolo villaggio bretone.  Ricercato dal 2012, dopo una sentenza che lo condannava in via definitiva a una pena di circa 13 anni per la sua partecipazione alle giornate del G8 di Genova 2001, Vincenzo mancava dall’Italia da più di 7 anni perché aveva deciso di sottrarsi alla cattura e di vivere libero finché possibile.

Raggiunto da due Mandati d’Arresto Europeo, uno dei quali poi risultato fasullo, oggi si trova nella prigione di Rennes, in attesa che la giustizia francese decida in merito al secondo di questi mandati.

Dal giorno successivo al suo arresto, da Rochefort en Terre, è partita una mobilitazione spontanea che ha presto contagiato altri villaggi della regione. Ad oggi si contano circa 27 comitati in suo sostegno sparsi per la Francia, tutti accomunati dall’obiettivo di ottenere la sua liberazione.

In un’intervista raccolta direttamente sul posto, alcuni partecipanti del comitato di Rochefort, ci raccontano di questa sorprendente solidarietà, del rapido allargamento che l’ha contraddistinta, e di come essa abbia – almeno per ora – contribuito a rallentare l’esecuzione del Mandato d’Arresto Europeo, assumendo la forma imprevista  di “un piede nella porta”.

Vi proponiamo un audio ripreso da: https://radiocane.info/ e parliamo delle mobilitazioni in corso in collegamento telefonico con un compagno.

Buon ascolto!

2 marzo: corteo contro padroni e stato di polizia

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ADESSO BASTA!
IL SILENZIO È COMPLICITÀ

CORTEO CONTRO PADRONI
E STATO DI POLIZIA

A partire dalla forte risposta di chi ha resistito allo sgombero dell’Asilo occupato di Torino e dalla estesa solidarietà di fronte agli arresti, crediamo si debba far risuonare nelle nostre strade, quelle che calpestiamo ogni giorno, una voce chiara e decisa contro il governo.

La guerra ai poveri, l’inasprimento dei sistemi di sorveglianza, le retate e i controlli in strada sono quotidiani e incessanti.
La popolazione immigrata viene criminalizzata e isolata nei centri di accoglienza, nei ghetti, nei lager per il rimpatrio (C.P.R.). Senza dimenticare tutte le persone morte in mare o in montagna nel tentativo di varcare una linea immaginaria detta confine.
Il lavoro diventa sempre più precario e con paghe da fame, e gli affitti sempre più alti.
Di pari passo è in corso un feroce attacco a tutte le occupazioni nel tentativo di annientare ogni forma di autonomia e autogestione.
Le “grandi opere” e le nocività devastano, inquinano e deturpano intere aree geografiche facendo arricchire imprese di costruzioni e multinazionali, lasciando sul territorio solo macerie.

Difendiamo chi viene colpito perché si ribella a questo stato di cose, come a Cosenza, Milano, Firenze, Roma, Torino e Trento.

Se non ci interessiamo alla realtà presto sarà lei a interessarsi di noi, ed ha già il volto di un gendarme. Reagire ora è possibile e necessario. Sappiamo che siamo tutti/e sotto attacco e ovunque dobbiamo organizzarci per rispondere.

L’unico modo per sconfiggere la paura e la rassegnazione è riprenderci collettivamente le strade in cui viviamo. Lo faremo tutti/e insieme in corteo, uniti/e e determinati/e!

Siamo nemiche e nemici di questo governo, di ogni governo.
E scommettiamo di non essere i/le soli/e.
ROMA
SABATO 2 MARZO – ORE 17:00
CORTEO
CONCENTRAMENTO A LARGO PRENESTE

Il cuore oltre le sbarre: sugli arresti a Trento

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In corrispondenza con un compagno parliamo dell'operazione che il 19 febbraio ha portato all'arresto di sette compagni e compagne con l’accusa di 270 bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) e 280 bis (attentati con finalità terroristiche e di eversione). Un approfondimento sulle lotte portate avanti, sulla solidarietà e sulle attuali strategie repressive dello stato.

Catania: chiediamo la scarcerazione dei pescatori tunisini di Zarzis

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Dopo la liberazione dei 177 ostaggi della nave Diciotti, chiediamo la scarcerazione dei pescatori tunisini di Zarzis.

Dal 30 agosto Chamseddine Bourassine, capitano di un peschereccio sotto sequestro a Licata (AG), si trova nella casa circondariale ‘Petrusa’ di Agrigento, insieme agli uomini del suo equipaggio: Lofti Lahiba, Farhat Tarhouni, Salem Belhiba, Bechir Edhiba, Ammar Zemzi.

La loro colpa è di avere aiutato un barchino con 14 persone, di cui 4 minori, in difficoltà, trainandolo verso Lampedusa, nell'attesa dei soccorsi della guardia costiera italiana. Le immagini video diffuse da Frontex mostrano il traino, così come mostrano che prima dell'incontro con i 14 migranti, l'equipaggio svolgeva la sua attività di pesca. Sono dei pescatori, non dei trafficanti.

Un compagno del nucleo promotore del Coordinamento antirazzista siciliano ci ricorda gli appuntamenti di solidarietà fissati per venerdì 21 settembre:

- Presidio a Catania in via Etnea, angolo via Prefettura alle ore 17;
- Presidio a Palermo al Tribunale alle ore 10

Info: https://www.facebook.com/events/2186598264748006/

L' Amore Nostro Non Conosce Catene Vol. 2

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una breve corrispondenza per "spingersi" il doppio appuntamento di sabato e domenica prossima, 4 e 5 novembre, al csoa "ex snia", al "kollatino underground"  e al "360 gradi". al telefono un compagno di torpedos roma che ci racconta come hanno pensato e progettato l'evento insieme ai/alle compagne di partizan, per contribuire alle spese legali che le crews devono sostenere.

https://it-it.facebook.com/events/154613361790340/

Roma: presidio in solidarietà con la comunità LGBTQI egiziana

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Sentiamo una compagna de le cagne sciolte che ci racconta del presidio di oggi alla gay street in solidarietà con la comunità lgbtqi ancora colpita dalla repressione di Al Sisi in Egitto

 

Il 18 ottobre facciamo qualcosa di concreto per LGBTQI d’Egitto, per Alaa e per tutt* le prigioniere/i politiche/i

In Egitto la repressione quotidiana continua ogni giorno più dura. Dalla fine del 2013 sono all’ordine del giorno le violazioni dei diritti umani da parte delle autorità militari del regime di Al Sisi.

Il 23 settembre scorso, durante il concerto della band libanese Mashrou’ Leila alcune persone hanno sventolato la bandiera rainbow, simbolo delle lotte LGBTQI.
In seguito a questa azione la repressione del regime ha colpito tempestivamente, con arresti e detenzioni, e molte/i sono sotto indagine da parte dei servizi di sicurezza. Finora sono state arrestate più di cinquanta persone, molto giovani, “presunte” appartenenti alla comunità LGBTQI, alcuni hanno già subìto processi sommari con relative condanne, tra cui una persona a sei anni di carcere.

Con la scusa della bandiera rainbow sventolata in pubblico, la polizia effettua perquisizioni e retate nelle case delle persone che hanno manifestato la propria solidarietà alla comunità LGBTQI. Il bilancio per ora è di 57 arresti, 9 condanne già effettuate, 35 procedimenti in corso, 2 persone sotto indagine e 11 persone detenute in luoghi sconosciuti – le sparizioni di persone ‘scomode’ al regime sono la prassi in Egitto.

Ricordiamo che l’Egitto intrattiene con l’Italia e l’Unione Europea relazioni politiche e militari. Recentemente sono stati siglati accordi per il blocco dell’immigrazione verso l’Europa e per la detenzione di persone migranti, essendo l’Egitto uno dei maggiori paesi di origine, transito e arrivo di persone migranti, molte delle quali vogliono raggiungere l’Europa.
Come è possibile stringere accordi con un regime che incarcera, fa sparire e giustizia decine di migliaia di oppositrici e oppositori politici?


Facciamo nostro l’appello rivolto alle comunità LGBTIQ internazionali di manifestare il 18 ottobre di fronte alle Ambasciate e ai Consolati Egiziani in ogni città, per denunciare queste violazioni e fare pressione sul governo egiziano, nonché diffondere la notizia della repressione attraverso i media.

Facciamo anche nostro l’appello per chiedere il rilascio di Alaa Abdel-Fattah il cui appello per una condanna di 5 anni -di cui ha già scontanto 3 anni e mezzo – sarà il giorno dopo.

Il 18 ottobre manifesteremo la nostra solidarietà contro la repressione del regime di Al Sisi.
Invitiamo tutte, tutti e tuttu ad unirsi a noi.
Appuntamento alle ore 18,30 all’entrata del parco di Colle Oppio su via Labicana.

Venite rainbow, favolos* e glitterat*!

#freeLGBTQI
#freeAlaa
Liber* tutti e tutte!!!!

LGBTIQ SOLIDALI CONTRO LA REPRESSIONE

G20: ancora in prigione i compagni di Amburgo. Presidio solidale a Genova

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Domani, domenica 6 agosto, si svolgerà ad Amburgo una presenza solidale sotto al carcere di Billwerder, dove sono detenuti alcuni degli arrestati durante le giornate del G20.

Contemporaneamente, a Genova, invitiamo ad un presidio in solidarietà agli/alle arrestati/e per dimostrare loro vicinanza e supporto.

Appuntamento: DOMENICA 6 AGOSTO ORE 18.00 PIAZZA SAN LORENZO - GENOVA

Libertà per tutti e tutte!

 

Segnaliamo ancora la campagna Scrivimi per scrivere a chi è in galera.