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USA

L'offensiva repubblicana nelle scuole Usa

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Con il nostro corrispondente negli Stati Uniti abbiamo affrontato quella che è l'offensiva repubblicana nelle scuole, la vera cancel culture, che ha come obiettivo il togliere dalle scuole libri che hanno per protagonisti afroamericani/e, queer, lgbtq, etc fino alla nuova legge in Florida "Don't say gay".


Durata 30' ca.

USA: la stretta sul diritto ad abortire avanza

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Alcune settimane fa abbiamo parlato dell’arrivo della legge anti-aborto entrata in vigore in Texas lo scorso settembre davanti all Corte Suprema per decidere della sua costituzionalita’. In quella corrispondenza abbiamo sottolineato il fatto che persino i membri piu’ conservatori della corte sembravano inclini a bocciare la legge. Come abbiamo chiarito in quella occasione, la loro decisione sembra basarsi piu’ sul rischio che il “modello” della legge Texana possa essere usata per colpire altri diritti costituzionali piu’ cari al mondo conservartore (come per esempio il diritto a possedere un’arma da fuoco), che al suo contenuto. Ancora piu’ importante era il fatto che poche settimane piu’ tardi avrebbero avuto la possibilta’ di discutere un’altra legge anti-aborto, questa volta votata in Mississipi. A differenza della legge Texana, questa seconda legge e’ piu’ tradizionale nel senso che semplicemente intende limitare la possibilita’ di ottenere un aborto dopo la 15sima settimana ben prima quindi delle 22-24 settimane garantite da precedenti decisioni della Corte Suprema. 

USA: come cambiano i rapporti di forza nel mondo del lavoro

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I rapporti di forza nel mondo del lavoro statunitense stanno cambiando. Secondo gli ultimi dati raccolti dal Dipartimento del Lavoro, lo scorso Agosto più di 4 milioni di lavoratrici e lavoratori si sono licenziati. Un trend questo che e’ cominciato in primavera per un totale di quasi 24 milioni di lavoratori che dopo aver rischiato la propria vita durante i mesi piu’ duri della pandemia non hanno visto nessun miglioramento delle loro condizioni di lavoro ed hanno deciso di licenziarsi.

Durata 7'

Scacco al Re... delle ricerche!

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Sono state 2 settimane pienissime, abbiamo dovuto scegliere tra molte notizie interessanti, questo è quello che abbiamo selezionato per voi:

  • Grande figuraccia del greenpass: lo spettro di un Adolf Hitler vaccinatissimo si aggira per l'Europa. Sfruttando delle chiavi crittografiche provenienti da Francia e Polonia sono stati creati dei Green Pass "dimostrativi". Certo, i green pass sono stati revocati abbastanza in fretta, ma quello che la vicenda ci dimostra è che l'adozione di un sistema totalmente digitale non implica necessariamente maggiore sicurezza
  • Il 14 novembre AvANa organizza un torneo di scacchi al CSOA Forte Prenestino; sfrutteremo i migliori algoritmi per far giocare ciascun partecipante con persone del suo livello. Per capirci, sono gli stessi algoritmi con cui Tinder cerca di accoppiare (!) le persone...
  • L'antitrust di Texas e altri 16 stati USA (tutti a guida repubblicana) accusa Google di abuso di posizione dominante (e un po' di altra roba). Le accuse non paiono affatto infondate, anzi gli elementi emersi sono più di quelli che avremmo potuto immaginare. La spiegazione è un po' noiosa, perché noioso è il meccanismo di vendita della pubblicità. Per tagliare corto: Google faceva insider trading all'interno del suo meccanismo; inoltre favoriva Facebook nell'assegnazione degli annunci in cambio del supporto al suo schema "Open Bidding".
    Anche Google Chrome non ne esce bene.
  • Motori di ricerca e filter bubble: commentiamo un articolo di valigiablu che mostra come dal punto di vista tecnico la filter bubble sia meno potente di quanto viene narrato, e di come invece una parte del meccanismo di filtraggio dipende dalle modalità con cui gli utenti interagiscono coi motori di ricerca.

A 50 anni dalla rivolta nel carcere di Attica

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In corrispondenza con Silvia Baraldini raccontiamo le origini della rivolta scoppiata il 9 settembre 1971, le rivendicazioni e l'autorganizzazione delle persone imprigionate nel carcere di Attica e la strage compiuta giorni dopo, il 13 settembre.
Quale relazione c'era fra dentro e fuori il carcere?
Come si muoveva la solidarietà?
Cosa accadeva nelle altre carceri e quali erano le condizioni di prigionia?
Com'è mutata la situazione nelle carceri statunitensi?

11 settembre 2001 - 2021

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Con Antonio Mazzeo, a partire dall'anniversario dell'attacco alle Torri Gemelle di New York l'11 settembre 2001 e l'abbandono dell'Afghanistan da parte delle truppe USA e degli altri paesi nell'estate 2021, si tenta una ricostruzione di questi 20 anni: i cambiamenti geopolitici, le guerre, la crescita della militarizzazione, i "fronti interni", primo fra tutti la guerra quotidiana contro le migranti e i migranti.

Verso XX G8 Genova: la stagione dei controvertici in Usa e Germania

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Terzo appuntamento per questo ciclo di trasmissioni di racconto e memoria verso il ventennale del G8 di Genova.
Abbiamo continuato a parlare di quella che abbiamo chiamato "la stagione dei controvertici" (1996-2001) e lo abbiamo fatto questa volta con: Rabble, un compagno statunitense, che da Indymedia passando per Seattle 99 fino al Black Live Matter, ci descrive il movimento americano, come si è mosso e l'esperienza di IMC che proprio da Seattle, muove i primi passi.
Poi ci siamo collegati con Berlino, con una compagna e un compagno, che han fatto un racconto simile al precedente, la seconda metà degli anni 90 in Germania, partendo proprio dall'Antifaschistische Aktion a cui appartenevano.

Durata 77' ca.

USA: secondo impeachment di Donald Trump

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Ieri è cominciato il secondo impeachment di Donald Trump. Un evento storico in quanto Trump e’ il primo presidente americano a subire un secondo impeachment. L’accusa e’ quella di aver attivamente creato le condizioni che portarono all’attacco al Congresso americano lo scorso 6 Gennaio.

I democratici devono procedere con prudenza perché sa da una parte sono intenzionati a presentare un convincente caso contro Trump, dall’altra vogliono evitare di bloccare i lavori al senato per un periodo troppo lungo con il rischio di intralciare i piani di Biden per i primi 100 giorni della sua presidenza. Per questo motivo lunedì i democratici e repubblicani hanno trovato un accordo sulle regole di questo processo che potrebbe portare ad un voto gia’ all’inizio della prossima settimana.

Sin dal primo giorno, I democratici hanno deciso di presentare l’accusa in maniera succinta facendo uso dei numerosi video pubblicati sui social media dai supporter del presidente che dimostrerebbero come le sue parole ebbero un ruolo essenziale nel convincere i dimostranti ad attaccare il Congresso. Una strategia che alcuni hanno definito troppo emotiva, ma secondo i giornalisti presenti al senato ha avuto un certo effetto sui senatori. 

Diversamente dal primo impeachment, i democratici non sono interessati ad avere dei testimoni anche se hanno inviato una richiesta scritta a Trump chiedendogli di testimoniare davanti al senato. La richiesta e’ stata ovviamente rimandata al mittente dagli avvocati del presidente preoccupati di avere Trump, un bugiardo cronico, rilasciare dichiarazioni sotto giuramento.

La difesa inoltre ha sostenuto che l’intero processo e’ incostituzionale in quanto secondo gli avvocati, e’ possibile procedere con l’impeachment solamente se il presidente e’ ancora in carica. Una posizione che non ha convinto la maggioranza del senato. Tutti i senatori democratici piu’ cinque repubblicani hanno infatti votato a favore della costituzionalità del processo.

Gli avvocati di Trump devono ora convincere il Senato che le dichiarazioni di Trump riguardanti le infondate accuse di frodi elettorali sono difese dal primo emendamento della costituzione, quello che difende il diritto alla libertà di parola. Dall’altra parte, l’accusa deve dimostrare che il presidente ha fatto un giuramento di difendere la Costituzione e le Istituzioni democratiche del Paese e che le sue bugie hanno rotto quel giuramento.

Ovviamente l’impeachment è piu’ un processo politico che legale e l’esito finale sarà solo in parte deciso dai fatti che verranno discussi in aula. In realtà questo impeachment inciderá più sul futuro politico del partito repubblicano che su quello di Trump.

Per condannare Trump, I democratici hanno bisogno del voto di 17 repubblicani, un'eventualità che al momento sembra abbastanza improbabile. Se e’ vero che oggi 5 senatori repubblicani votato con i colleghi democratici, sembra difficile trovare altri 12 senatori pronti a voltare le spalle a Trump. Allo stesso tempo c’e’ da chiedersi fino a che punto i repubblicani siano pronti a sostenere Trump considerando che le sue bugie sono già costate al partito la maggioranza al senato.  

Rispetto al primo impeachment, i Repubblicani arrivano a questo secondo processo molto indeboliti. Non solo hanno perso il voto presidenziale di Novembre, ma i quattro anni della presidenza Trump hanno lasciato in eredità un partito profondamente diviso tra chi ha abbracciato senza riserve l’estrema destra e le teorie cospiratorie stile QAnon e chi vorrebbe invece riportare il partito su posizioni più moderate.

La scorsa settimana queste tensioni si sono palesate in una riunione in cui I repubblicani hanno dovuto votare due diverse mozioni contro due diversi esponenti del partito. Nel primo caso dovevano decidere se era il caso di rimuovere la collega Marjorie Taylor Greene dalla commissione sul lavoro ed educazione. La seconda riguardava un voto di sfiducia nei confronti della repubblicana Liz Cheney, capogruppo del partito al congresso - la terza carica più importante del partito.

La nomina della Greene a partecipare ai lavori di una commissione sull’educazione aveva suscitato non poche perplessità considerando che su Facebook aveva apertamente denunciato la sparatoria avvenuta nel 2012 alla scuola elementare Sandy Hook come una messa in scena con lo scopo di introdurre nuove limitazioni sulla vendita di armi da fuoco. In quella sparatoria Adam Lanza uccise 20 studenti e sei insegnanti.

La Greene e’ la piu’ discussa esponente di una nuova ondata di giovani repubblicani recentemente eletti. Oltre ad essere pro-gun e pro-Trump, la Greene ha apertamente ammesso di essere una seguace di QAnon rilasciando numerose dichiarazioni alquanto allarmanti come per esempio quella secondo cui i devastanti incendi scoppiati in California la scorsa estate erano stati innescati da raggi laser sparati dallo spazio da satelliti controllati dagli ebrei. I suoi social media sono pieni di slogan antisemiti e xenofobi come per esempio il post in cui definisce i risultati delle elezioni di metà mandato del 2018 come ‘un’invasione islamica del governo americano.”

Al contrario Liz Cheney, figlia di Dick Cheney, rappresenta quell’ala del partito repubblicano che preferisce portare avanti politiche razziste e xenofobe in maniera più discreta. Cheney è stata una dei dieci repubblicani che ha votato a favore del secondo impeachment e per questo motivo alcuni suoi colleghi hanno chiesto la sua rimozione dalla carica di capogruppo. Alla fine il partito ha bocciato entrambe le mozioni a dimostrazione che i Repubblicani devono ancora decidere come gestire il dopo Trump.

Il voto sul secondo impeachment di Trump non farà altro che accentuare queste divisioni e indipendentemente dall’esito finale, il partito ne uscirà sicuramente indebolito. Nel caso in cui Trump non verrà condannato, l’elettorato più moderato, che ha già punito il partito a Novembre, si sposterà ancora di più verso il centro. Al contrario, in caso di condanna, il partito rischia una scissione a destra perdendo tutti quei voti che fino ad ora gli hanno permesso di mantenere il controllo di alcuni stati del sud e del midwest, un dominio che a novembre ha cominciato a vacillare come hanno dimostrato le vittorie democratiche in Nevada e Georgia.

Ovviamente la crisi del partito repubblicano avrà delle ripercussioni anche tra i democratici anche loro costretti a fare i conti con l’ala più progressista del partito. In caso di assoluzione, gli esponenti più moderati del partito democratico torneranno all’attacco usando il possibile esodo degli elettori repubblicani verso il centro come argomento per mantenere il partito su posizioni moderate mettendo da parte le tematiche più controverse come per esempio la questione della brutalità della polizia e le enormi disparità economiche tra le comunità bianche e quelle di colore. In questo secondo impeachment non c’e’ piu’ l’urgenza di liberarsi di Trump, la vera questione riguarda invece la politica Americana in generale e la sua abilità di fare veramente i conti con il suo passato.