Le Dita nella Presa
Trasmissione di approfondimento tecnologico a cura di AvANa. Contattaci a leditanellapresa poi fai una chiocciolina ondarossa poi fai un punto info
A chi piacciono i Bitcoin?
Le criptovalute hanno in questi anni generato curiosità, paura, interesse. Ma quali sono i soggetti che hanno dei progetti concreti a riguardo?
In questa puntata cerchiamo di mostrare come su questo tema il mondo del capitalismo mostri una certa divisione: l'ala più classica è scettica a riguardo, e principalmente si interessa dei Bitcoin come strumento di riciclaggio del denaro sporco; l'ala anarco-capitalista, fautrice di un liberismo economico estremo e di una fortissima riduzione delle competenze statali, lo vede come uno degli elementi che può portare ad una società in cui le relazioni socio-politiche siano soppiantate da relazioni economiche.
Raccontiamo così l'esperienza salvadoregna, che ha riconosciuto il Bitcoin come moneta a corso legale; e quella dell'honduras, che tramite le ZEDE (zonas de empleo y desarrollo economico, una sorta di zona economica speciale), si è trovata in casa un esperimento di sviluppo di una città anarco-capitalista con fortissime autonomie rispetto al governo centrale.
Vediamo quali sono gli atteggiamenti negli USA, nel Regno Unito.
Per chiudere, raccontiamo la storia - solo in parte correlata e non del tutto interessante, ma assai divertente - della sequenza di "hack" tra il gruppo Lapsu$ e la compagnia produttrice di schede grafiche NVidia
Guerra: disinformazione e carestia (di chip)
La prima parte della puntata di oggi è dedicata alla crisi dei chip. Da un paio di anni, infatti, buona parte dell'industria dei chip non riesce a tenere testa alle richieste. Analizziamo i motivi di questa situazione, toccando questioni di tecnologie produttive, industriali, ma anche di carattere geopolitico per quanto riguarda l'estrazione delle materie prime. A proposito: l'Ucraina fornisce la metà del neon mondiale; il neon, tra le altre applicazioni, ha la produzione di laser di precisione per l'industria dei chip.
Nella seconda parte raccontiamo alcune notizie sulla disinformazione ormai dilagante.
Guerra (dell'informazione) e Pace
Una precisazione: nella trasmissione abbiamo detto che Svoboda - formazione di estrema destra - ha ricoperto importanti incarichi di governo. Questo è vero, ma non è vero che fa parte del governo attuale.
La privacy è solo un problema tecnico?
Nella puntata di oggi partiamo da una raccolta di notiziole che ci mostrano come il mondo della sorveglianza online a fini pubblicitari abbia urgente bisogno di reinventarsi. Ecco così che Google inventa prima FLoC (progetto nato morto) e poi la Topics API; si tratta di sistemi che permettono il proseguimento della pubblicità mirata, togliendo però alle grandi società (tranne Google!) il ruolo di sorveglianza che invece hanno nel mondo dominato dai cookie di terze parti. Un ruolo che sta iniziando a diventare scomodo. Dietro FLoC e Topics, aldilà di problemi tecnici che oggi non analizziamo in dettaglio, si cela un ritornello: la privacy è solo un problema tecnico. Anzi in effetti se ne cela anche un altro: la privacy è solo la difesa dello spazio individuale, e i problemi sociali che la pubblicità mirata amplifica non sono affar nostro. Facciamo una rassegna degli articoli accademici del settore e riscontriamo come questa sia stata proprio la lettura offerta da chi ha fatto ricerca e proposto soluzioni sulla privacy.
Chiudiamo come avevamo iniziato: notiziole varie a tema tracciamento online.
Una app per domarti, una app per trovarti...
Oggi parliamo di WeChat: applicazione che definire di messaggistica è un eufemismo, poco conosciuta da queste parti ma usatissima in Cina. Seguiamone la storia dalla nascita per cercare di capire come ha potuto diventare quello che è: un sistema omnicomprensivo che include le funzionalità di messaggistica, social network, e-commerce, dating, pagamenti online, portale della Pubblica Amministrazione, e molto altro. Senza farsi mancare funzionalità di sorveglianza e censura (anche automatica).
Facciamo il paragone con lo scenario dalle nostre parti: se tutte le grandi aziende del web sognano di diventare come WeChat, non è detto che la cosa sia possibile: non solo perché il mercato è conteso e offre tante alternative, ma anche perché le regolamentazioni antitrust - per quanto non sempre efficaci - probabilmente non permetterebbero di espandersi quanto ha fatto WeChat. Cosa che sarebbe stata difficile anche in Cina, senza l'appoggio del governo.
A seguire, notiziole:
- novità su Signal
- resuscitano le discussioni sulla supersorveglianza con la scusa dell'anti-pedopornografia
- Gli AirTag: un gadget, mille sorprese
Interferenze, disconnessioni e riparazioni (difficili)
Eventi fantastici e come catalogarli
Nella puntata di oggi parliamo di quelli che facebook ci ha insegnato a chiamare "eventi", e ci guardiamo intorno analizzando i diversi modelli che troviamo in uso: se Facebook propone uno strumento che si suppone universale, i siti tematici continuano ad essere in vita; Google per ora non sembra particolarmente attivo su questo settore, pur lasciando già intendere quale sarebbe il suo approccio a riguardo. Diamo anche un'occhiata ad alcuni degli approcci tentati nel mondo anticapitalista.
Riportiamo poi la notizia che ha fatto inorridire importanti testate: l'intermediazione nel mercato - tipica in regime di libero mercato ogni volta che c'è un ampio margine tra domanda ed offerta - può essere operata in maniera automatizzata anche nel mercato al dettaglio! Si stanno quindi diffondendo bot che effettuano acquisti in maniera automatizzata, riuscendo a cogliere al volo buone offerte e prodotti molto ambiti. Per qualche motivo, la cosa desta particolare ribrezzo, tanto che gli Stati Uniti stanno valutando di fare una legge contro questa pratica.
Passiamo poi ad un breve commento su quello che succede in Kazakistan e il nesso tra le rivolte, il prezzo dell'energia e... i Bitcoin.
Grosso guaio a teletown
Nella puntata di oggi raccontiamo la storia di una lettera. Tutti i soggetti industriali che hanno a che fare con la produzione e il trattamento di rifiuti elettronici lamentano problemi alla catena dello smaltimento dovuti al recente Bonus Tv: avendo cioè ricevuto molti soldi dallo Stato per vendere più televisori, ora non riescono più a smaltire quelli vecchi.
Questa lettera è un filo di Arianna, che lega diverse storie industriali italiane, dall'emittenza televisiva fino agli impianti di trattamento dei rifiuti, passando per la distribuzione di televisori e il rumoroso silenzio del Ministero dell'Ambien... ops, Transizione Ecologica!
Questa storia è esemplificativa di un sistema che non funziona, dove la regola del "chi inquina paga" è in pratica vanificata dalle modalità con cui questa viene implementata. Di fatto, i produttori decidono quanti soldi destinare allo smaltimento; e questo si dimostra ogni anno molto inferiore a quello che è realmente necessario, a discapito della salute pubblica e della collettività.
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